Star Trek (Robert Wise, 1979)

Verso l’infinito, verso la nuova epopea di Star Trek.

Oggi pomeriggio alle 18:00 saranno tutti sintonizzati su Rai1 per i mondiali di Brasile 2014, Italia contro Costa Rica, ma cosa scegliere quando il fischio finale ne annuncerà il termine? Noi ad esempio scegliamo Rai4 e lo faremo tutti i venerdì a cominciare da oggi per dieci settimane, per un motivo ben preciso, per rispetto al leit motiv estivo della nostalgia: non si può dire No all’’intera saga cinematografica di Star Trek che avrà inizio stasera alle 21:10 per un ciclo dedicato a tutti i film tratti prima dalla serie originale e da Star Trek: The Next Generation per poi concludersi prima dei reboot.

Meglio darsi alla fantascienza di quel decennio d’’oro che furono gli anni Settanta. Torniamo quindi indietro nel tempo, al 1979, quando uscì il primo di una lunga serie, dal titolo esemplare e altisonante: Star Trek: The Motion Picture.

Dieci anni erano passati dalla conclusione della terza e ultima stagione della serie originale con protagonista l’’equipaggio della U.S.S. Enteprise comandata dal Capitano James Tiberius Kirk/William Shatner, e molti piani furono redatti dalla NBC e la Paramount che ne aveva i diritti – per rilanciare una nuova serie con lo stesso cast.

Il creatore Gene Roddenberry, ormai una figura leggendaria nella storia della televisione, fu richiamato all’ovile per tornare a scrivere Star Trek. Alcuni personaggi sarebbero cambiati, il mezzo vulcaniano Spock/Leonard Nimoy sostituito con un suo “connazionale” totalmente privo di emozioni, e la missione quinquennale di Kirk e dei suoi avrebbe visto il suo rinnovo per chissà quanti anni sulla NBC.

Il caso volle che ci si trovava nel 1979, due anni dopo l’’immenso successo di Star Wars di George Lucas e il produttore Michael Eisner quando lesse il soggetto, scritto da Alan Dean Foster e allargato dallo sceneggiatore Harold Livingstone, sbatté le mani sulla scrivania e urlò che quello sarebbe stato il film di Star Trek che tutti aspettavano. Niente Star Trek II, com’era chiamata la serie in fase di lavorazione.

Al giorno d’’oggi Star Trek: The Motion Picture resta ancora il film della saga di maggior successo economico, nonché il più vicino allo spirito della serie originale (e dei suoi discendenti) profondamente legata all’essenza stessa della fantascienza: “

Speculazione realistica su possibili eventi futuri basata solidamente su un’’adeguata conoscenza del mondo reale, passato e presente, e su una completa comprensione della natura e del significato del metodo scientifico. ”
Per rubare una definizione efficace dello scrittore Robert A. Heinlein.

Il viaggio dell’’Enterprise non è mai stato altro se non un’’avventura in mare aperto alla scoperta di nuovi mondi, terre separate dal vuoto in cui stelle, pianeti e miriadi di altri corpi celesti orbitano con uno scopo ancora ignoto.

Robert Wise sul ponte di comando

Il budget era di 42 milioni di dollari, una cifra da record per quell’anno, una buona ragione per contattare un regista capace con una comprovata esperienza del mezzo e un certo pubblico di riferimento alle sue spalle: Robert Wise.

Si fece le ossa con Orson Welles da giovane e la storia lo ricorda per West Side Story, Tutti insieme appassionatamente, Quelli della San Pablo, ma anche per uno dei più grandi classici della storia della science-fiction, Ultimatum alla Terra.

Un curriculum simile calzava a pennello per un kolossal come Star Trek e la sua regia sarà sempre uno dei motivi principali per cui è bello tornare indietro ad accarezzare il DVD di quest’’opera, da vedere e rivedere non per l’’azione, scarsissima in confronto ad altri film della saga, ma per la sua indagine interiore.

Ammiraglio James T. Kirk, la USS Enterprise è sua

James T. Kirk è stato promosso al grado di Ammiraglio, con suo sommo rammarico. Lontano dal comando di una nave stellare da troppi anni coglie l’’occasione che gli si presenta per riprendere le redini dell’’Enterprise, l’’unica astronave vicina a sufficienza alla traiettoria di un corpo spaziale in rapido avvicinamento alla Terra.

Nessuno riesce a comunicare con questo vessillo, chiunque ci provi è annientato nel giro di pochi istanti, umani o Klingon che siano. L’’esperienza di Kirk potrebbe essere l’’unica chance per scoprire chi o cosa si sta avvicinando al pianeta natale della razza umana e per riuscirci avrà bisogno della fondamentale assistenza del suo vecchio equipaggio: il medico Leonard “Bones” McCoy (DeForest Kelley), l’’ingegnere capo Montgomery “Scotty” Scott (James Doohan), l’’ufficiale tattico Pavel Chekov (Walter Koenig), l’’ufficiale addetta alle comunicazioni Uhura (Nichelle Nichols) e il navigatore Hikaru Sulu (George Takei).

Il vecchio e il nuovo

L’’arrivo di Kirk sull’’Enterprise sarà quasi un sopruso, interferirà col comando centrale appena assegnato al nuovo capitano, il giovane Willard Decker (Stephen Collins). Spogliato di ogni potere appena ottenuto, viene investito del ruolo di primo ufficiale, dando ilvia a una competizione che metterà in risalto gli anni passati dalla conclusione della serie, ovvero le vicende di un uomo votato all’avventura, Kirk, privato di ciò che amava di più al mondo, con conseguente fiume di reazioni infantili.

Conflitto che prenderà l’’intera durata della pellicola, tra i motori fondamentali insieme agli stupendi effetti speciali alla cui lavorazione lavorò anche il guru e regista Douglas Trumbull (Silent Running), da tutti ricordato per 2001: Odissea nello Spazio del 1968.

Ma le due cose si muovono insieme, un dramma televisivo in vecchio stile in cui i personaggi erano la preoccupazione numero uno si fonde con la nuova esperienza del cinematografo, fatta di grandi vedute e immagini sensazionali.

Decker contro Kirk, alleati e avversari, entrambi tenuti lontani dall’’oggetto del loro profondo desiderio, rappresentati dallo scontro tra passato e presente al centro della ricerca di una risposta alla minaccia in avvicinamento.

Un viaggio iniziato nel 1977

Potenziale SPOILER: il 5 Settembre del 1977 (ca. 5 mesi dopo l’’uscita di Star Wars) la NASA lanciò dalla sua base di Cape Canaveral la sonda spaziale Voyager 1, destinata a osservare il sistema solare per conto nostro; cosa ne sarà di questa sonda tra 300 anni, cosa aspettarci da una nostra “creatura” lasciata troppo tempo a vivere senza contatti col padre padrone, riuscirebbe a evolversi come se fosse “viva”?

La risposta la immagina Star Trek: The Motion Picture, ma a noi comuni mortali del 2014, al contrario degli affascinati spettatori del 1979, è dato sapere che grazie al Voyager 1 la razza umana è diventata di portata interstellare quando nell’Aprile del 2013 i dati inviatici diedero conferma ufficiale del superamento del Sistema Solare.

Se questa non è fantascienza, immaginare dove l’’uomo potrebbe arrivare nel futuro, mescolando antichi miti e moderni capolavori della letteratura come Frankenstein alle più recenti scoperte e iniziative scientifiche, allora è davvero difficile trovare una definizione migliore a questo nobilissimo genere.

Verso l’azione e oltre

Star Trek: The Motion Picture è introspettivo se messo a paragone con tutti gli altri, che già a partire da Star Trek: L’’ira di Khan la saga virerà verso una fantascienza fondata sull’azione. Come lo Star Wars di cui si sono volute ricalcare le orme.

Saranno altri pregi a rendere i successori migliori del primo, ma The Motion Picture ha una sua missione e visione che lo rende unico, importante non solo per la storia del cinema, bello non solo perché all’epoca riunì tutti i fan disperati in miriadi di sale per ricongiungersi coi loro beniamini, ma anche perché puntò in alto.

The Feels

Concedetemi un attimo di amore puro e sentimentalismo: Kirk a bordo della navicella di trasporto osserva l’’Enterprise con gli occhi luccicanti di gioia con in sottofondo il sorriso affettuoso di Scotty, le inquadrature della rinnovata astronave e la colonna sonora capolavoro di Jerry Goldsmith, divenuta poi quella ufficiale dell’intera saga fino all’avvento di Michael Giacchino per i reboot di J.J. Abrams. Sono elementi di una scena che strapperebbe una lacrima a chiunque sia affezionato a questo universo.

Il ciclo di focus sulle opere cinematografiche di Star Trek prosegue in concomitanza con la loro messa in onda estiva su Rai4 ogni venerdì alle 21:10. Qui ai link trovate tutti i titoli precedenti già affrontati su CineFatti da Fausto Vernazzani:
Star Trek: Nemesis, di Stuart Baird (it. Star Trek – La nemesi).
Star Trek: Insurrection, di Jonathan Frakes (it. Star Trek – L’insurrezione).
Star Trek: First Contact, di Jonathan Frakes (it. Star Trek: Primo contatto).
– Star Trek Generations, di David Carson (it. Star Trek VII: Generazioni).
– Star Trek VI: The Undiscovered Country, di Nicholas Meyer (it. Rotta verso l’ignoto).
 Star Trek V: The Final Frontier, di William Shatner (it. L’ultima frontiera).
– Star Trek IV: The Voyage Home, di Leonard Nimoy (it. Rotta verso la Terra).
– Star Trek III: The Search for Spock, di Leonard Nimoy (it. Star Trek III – Alla ricerca di Spock).
– Star Trek II: The Wrath of Khan, di Nicholas Meyer (it. Star Trek II – L’ira di Khan).
– Star Trek: The Motion Picture, di Robert Wise (it. Star Trek).

Fausto Vernazzani

Voto: 3.5/5