Army of the Dead - CineFatti

(half)Drunk Review: Army of the Dead

Ovvero come imparai ad attutire il dolore col Pampero

[Quanto segue è il risultato di una mente completamente ubriaca che cerca di mettere ordine alle idee dopo aver visto Army of the Dead di Zack Snyder. Non ho editato una singola parola. In basso anche qualche considerazione a lucido]

A drunk odyssey

aLLORA, HO CALDO E ok. Vorrei evitare di editare il meno semmai il più possibile, perché questa voglio sia una recensione sincera. Una drunk review. Mentre seguivo il Florence Korea Film Festival leggevo su Facebook le reazioni di chiunque su Army of the Dead del carissimo Zack Snyder, diventato nel 2021, grazie al suo cut della Justice League, il più grande regista americano. Il visionario a cui gli studios hanno tarpato le ali, con cassetti stracolmi di idee vive pronte a saltar fuori come tante creature di Miyazaki. Immagino Hollywood persa nel bosco della Principessa Mononoke e ogni coso bianco è un’idea di Zack Snyder destinata a diventare un film. Anche quell’assurdità di avere Dave Bautista protagonista di un biopic di Hemingway.

Ora, mentre mi chiedo perché mi sono messo the Drop di Brian Eno come sottofondo musicale per questa recensione, vi spiego cosa state leggendo: sapendo che il film sarebbe stato brutto, se non addirittura noioso – molto, adesso posso dirlo – ho deciso di chiedere su Facebook un aiuto. Quale sarebbe stato il miglior drinking game (ma esiste un equivalente italiano?) per guardare Army of the Dead e Lucia Patrizi de ilgiornodeglizombi, già sottopostasi al dramma in streaming su Netflix, mi ha suggerito questa opzione: un cicchetto per ogni primo piano sfocato di Dave Bautista.

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Il fuoco ballerino

Avevo letto questo problema sul fuoco, mi chiedevo chi era questo DoP così suicida da mettere fuori fuoco mezzo film e degli orrendi titoli di testa mi hanno dato subito una risposta, quand’ero ancora sobrio: il DoP è Zack Snyder stesso. Si sarà sentito cool e bravo come Paul Thomas Anderson? Può darsi, sono un paio d’anni che il fandom del DCEU lo venera neanche fosse un novello Spartaco in lottA coi poteri forti – niente, ho visto che Danilo Toninelli pubblica un libro e quindi ho i poteri forti in testa, ci vuole troppo per spiegare perché – e quindi perché non sentirsi all’altezza dei grandi registi sulla Terra.

Swanky

Ok, suppongo abbiate capito che sono ubriaco in questo momento. LOL. I primi piani fuori fuoco di Dave Bautista sono tanti, ma in realtà, mezzo Army of the Dead è fuori fuoco: la profondità di campo scelta da Snyder è talmente bassa dal farmi ringraziare Pazuzu. Perché? Perché se avesse avuto Adrien Brody in mente come protagonista, avremmo visto solo un naso sulo schermo, a fuoco, per tutto il tempo. Almeno Dave Bautista ha la faccia piatta, almeno credo. Ora tutto si muove, quindi cos’è piatto e cosa non lo è è davvero in discussione – sarà per queso che. NO vabbè. Inutile discuterne.

Insomma, il brano Swanky di quest’album è appena partito e mi rimette in careggiata. Allora, il film l’ho visto stasera. Credo di averlo già detto. È mezzanotte e 29 e ok, di cosa parla allora? Suppongo in molti abbiamo visto Peninsula di Yeon Sang-ho, ma sicuro non è vero, e per spiegare la trama potrei benissimo rimandarvi alla recensione di quel film, almeno la premessa base – spero di non essermi confuso, ora controllo se l’ho scritta quella recensione. Se l’ho fatto qui ci sarà un collegamento. Yay. l’ho fatto, e si chiama pure Peninsula apre il diaframma, ora non ricordo perché, ma si vede che la messa a fuoco conta.

Blissed

Ok, balla tutto, ma ce la posso fare, anche se per scrivere posso c’è voluto tempo. Sì. Oddio. Il fatto che io sia ubriaco, dovrebbe darvi un’idea di quante volte è fuori fuoco Dave Bautista – è appena partito il brano Blissed di Brian Eno, se v’interessa – ma ammetto che in un paio di occasioni ho preso dei bonus. Soprattutto dopo i primi 40 minuti, perché non succedeva nulla. In quel momento ho avuto un gran bisogno di abbracciare James Cameron. Lo so, il grassetto serve per ciò che è relativo all’argomento della recensione. Perché? Perché Aliens – Scontro finale – ho controllato il titolo itALIANO – odiON.

oK, STA salendo tutto adesso. È cominciato il brano M.C. Organ. spero si scriva così, perché lo sto leggendo all’incontrario. Mitco Brian Eno. Ecco ci vuole un buon sottofondo musicale, perché, ad esempio, ZACK Snyder è andato probabilmente su Spotify – lui o il responsabile della colonna sonora vi prego non chiedetemi di andare su imdb, no devo farlo, Ok mi serve qualcosa da mangiare. Aspè. Ok, ho preso un pezzo di pane e non sono sbattuto. Sono fiero di me. Hazard di Brian Eno sta cominciando. Musiche di Junkie XL, ecco. Vabbè, ma le non originali sono state scelte cercando le keywords.

ODDIO QUANT’è DIFFICILE.

Street Fighting Man

A un certo punto nel finale, parte persino Zombie dei Cranberries – mi manca Dolores O’Riordan – verso il finale e non si capisce che diamine c’entri visto che il senso della canzone è lontano almeno dodici parsec dagli zombie di Army of the Dead. Se non sapete cos’è un parsec, non avete mai davvero ascoltato Han Solo in Star Wars. Madonna è davvero difficile scrivere una drunk review. Mi chiedo pure se ho detto qualcosa di sensato, spero di sì. Giurò. però, che opterò per questa modalità solo per i brutti film. Non per i Phantom Thread di questo mondo – PTA stabilisce lo standard della bellezza cinematografica.

Vedere un suo film da ubriaco, uao. Chissò cosa si capirebbe di the Master oppure di Hard Eight. Volevo dire Inherent Vice. Vizio di forma. Insomma, Army of the Dead che non ha traduzione, è un film veramente brutto. C’è Dave Bautista che elenca cibi che potrebbero essere serviziti da uno zozzone al lato della strada – oddio che pessima scelta Brian Eno, ora c’è Back Clack e acuisce la confusione, ma se cambio chissà cosa succede. Forse ci vuole musica vietnamita. Ora vedo. Ecco, non è vietnamit, CRETINO IO che ho pensato cercando su Spotify avrei avuto musica Vietnamita. Ora c’è Street Fighting Man dei ROlling Stones.

Madonna ZACK METTILI A FUOCO I TUOI FILMi. Ora metto a posto il Pampero. No, non ci riesco. Ok, Fausto. Concentrati. Sta salendo tutto adesso, diamine. Ok, concentrazione. QUal è la trama. Peninsula: il proprietario di un casinò, interpretato da Hiroyuki Sanada vuole che

Blackout.

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Sono passate quasi ventiquattr’ore da quando ho iniziato a vedere Army of the Dead e solo ora mi sento in grado di tornare su questa pagina a scrivere. Ribadisco quanto ho affermato ieri sera in preda alla follia lovecraftiana: Zack Snyder, metti a fuoco i tuoi film, per l’amor di tutto ciò che c’è di buono nel mondo. Comprendo il fascino dell’adolescenziale rompi le regole che viene propinato a destra e sinistra, il siate affamati, siate folli, però esiste un assioma secondo cui lo spettatore i film li vorrebbe VEDERE. Un must in particolare nel cinema d’azione, genere di appartenza di questa noia colossale.

Paradossalmente, il suo esordio con L’alba dei morti viventi fu un film senz’anima – rispetto al capolavoro di Romero – che però compensava con molta sanissima azione. In questo suo ritorno agli zombie, cambia completamente le carte in tavola. Ci presenta una origin story alla pandemia che ha del ridicolo, una CGI davvero molto brutta e assolutamente zero spiegazioni su chi siano i protagonisti. Abbiamo l’europeo buffo, perché c’ha l’accento tedesco, un tizio che è filosofo senza alcuna ragione e tanta altra gente senza un perché, un però, né un proseguio a qualsiasi articolo indeterminativo.

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Sono abbastanza convinto di non essermi perso questi dettagli in un bicchiere di rum, abbiamo solo un cumulo di cliché che in sé nemmeno potrebbero dispiacere, se resi in modo cristiano. È evidente però che Snyder stesso non avesse le idee chiare, se ha dovuto aggiungere Tig Notaro solo in un secondo momento. Lei, ovviamente, felice, perché tanto la chiamano per interpretare sempre lo stesso ruolo, che io adoro. Infatti è l’unico personaggio tollerabile e con una personalità. Tuttavia, sarebbe una crudele perdita di tempo giudicare gli attori, il problema numero uno è la sceneggiatura.

Il difetto lo ricordo molto bene in ogni film del DCEU diretto da Snyder: lui non scrive film, ma trailer da oltre 120 minuti. Se sposti lo schermo, dietro ogni angolo trovi un elemento lasciato in sospeso per chissà quale sequel – o prequel, a quanto pare – mentre le premesse portate avanti sono le meno sensate possibili. Non parliamo di buchi di sceneggiatura, ma stronzate, letteralmente. Vado sulla terminologia tecnica perché Army of the Dead fa davvero rabbia: nessuna delle scelte dei personaggi ha alcun senso. L’intero film poteva risolversi in tre secondi e risparmiarci un humour scadente e imbarazzante.

Un consiglio: se volete una storia di zombie che esplori ogni loro possibilità, tornate indietro a guardare Z Nation. È e resta un capolavoro ai miei occhi, per come esamina l’argomento da ogni punto di vista immaginabile, lasciando al futuro e quindi agli Army of the Dead di questo mondo, solo la speranza di poter copiare o ripetere quanto è già stato fatto. Meglio.

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Murphy, amore mio

Ora, voglio offrire una top five dei momenti più ridicoli:

  • Dave Bautista con un calcio riesce a far volare un tavolo di blackjack
  • Il cattivone rotea magicamente su se stesso dopo essere stato colpito da una tigre
  • Un modellino stile Porta a porta usato per un piano da bambino della terza elementare
  • Gli zombie che si muovono come il cast de Il gobbo di Notre Dame di Cocciante
  • Tagliare il cemento del muro di un caveau con una sega circolare

2 pensieri su “(half)Drunk Review: Army of the Dead

  1. Ahaha mi sono ubriacata un po’ anche io leggendo questa drunk review. Certo che sto film ha fatto cagare tutto questo mondo e pure l’altro.

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    1. Io ancora sento il rum in fondo alla gola, a distanza di settimane. Un trauma. Il film è davvero brutto, bisogna essere onesti. Sarebbe una buona idea se Zack Snyder si concentrasse sul film che sta dirigendo/scrivendo senza buttarci dentro cento idee per altri film che poi non potrà mai realizzare.

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