Due passi indietro, tre passi avanti per Stephen King

Il nostro è il secondo lockdown, per gli states la situazione è invariata dalla scorsa primavera e chissà per quanto tempo ancora lo sarà. Programmare è complesso, sopravvivere difficile. Nonostante questo, gli ultimi trenta giorni sono stati ugualmente carichi di novità e tre di queste rappresentano un discreto e significativo cambio di rotta, dal punto di vista del sottoscritto, perché parliamo di due cancellazioni e di un ingaggio fantastico.

Avrete certamente letto che Hulu ha finalmente sciolto la gloria e deciso di cancellare Castle Rock dal suo catalogo. La sincera verità? Nessuno ne sentirà la mancanza, la prima stagione fu un polpettone indigesto da mandar giù e la seconda per quanto avesse fatto dei seri passi avanti era ancora ben lontana dall’essere memorabile. Tuttavia questo annuncio è arrivato con una piccola nota di crudeltà, un notevole vilipendio di cadavere.

Non solo Castle Rock è defunta, ma ogni possibile rumor sul collegamento fra la serie Hulu e la futura Overlook in programma alla HBO è stato smentito. Insomma, è andata così ed è difficile immaginare qualcuno voglia ripescare Castle Rock dal cassonetto per… farne cosa? King è prossimo al salto di qualità in televisione, alla lettura autoriale. Primo esperimento di questa fase fu proprio The Outsider, figliol prodigo di Jason Bateman.

In casa HBO volevano una fetta degli applausi di Ozark e il team del successo targato Netflix gliel’ha regalato creando un prodotto di una noia mortale. Come sempre, ci tengo a sottolineare gran parte della responsabilità è da attribuire al debolissimo romanzo di Stephen King, il quale, poveraccio, solo qualche settimana fa annunciava con una certa sicumera l’arrivo di una seconda stagione di the Outsider, cancellata poi meno di dieci giorni fa.

Quella relazione will they/won’t they alla Ross e Rachel fra la HBO e the Outsider si è finalmente conclusa e quella che fu programmata come una semplice miniserie destinata a essere qualcosa in più… è rimasta una miniserie. Anche in questo caso direi per fortuna e sempre per fortuna la HBO non ha gettato la spugna con King, lo sappiamo da mesi. Oltre a Overlook produrranno anche la serie ispirata ad A tutto gas di Joe Hill e Stephen King.

Il futuro seriale di King

Chiuse queste due esperienze e considerando l’approdo di Mr. Mercedes su Peacock posso affermare quanto anche le ultimissime esperienze televisive di King si sono rivelate essere un fallimento. Lasciamo stare quanto ci raccontano i nostri gusti personali, gli stessi elevati ascolti di the Outsider non sono stati sufficienti a convincere la HBO che King potesse funzionare in quella versione. È difficile avere fiducia su un successo duraturo degli adattamenti quando gli unici due ad aver mai raggiunto una vita dignitosa sono stati Haven e the Dead Zone.

Ora il destino del King televisivo è nelle mani di the Stand. È uscito un nuovo trailer e l’azione continua a scarseggiare, ma a questo punto c’è da chiedersi quando CBS All Access si sentirà pronta a essere investita dall’ondata di inevitabili sputi e insulti per avere nel cast Amber Heard, anche in un ruolo importante. I principali personaggi li abbiamo visti ovunque, l’unica a non essere stata inclusa nei vari promo continua a essere proprio lei.

Questo potrebbe essere un grosso pericolo per the Stand, contando la rivolta dei fan di Johnny Depp in seguito alla sua morbida cacciata dal franchise di Animali fantastici la rabbia nei confronti della Heard è cresciuta e potrebbe esserci una leggera sommossa web-popolare. Il mio timore però è un altro: che la CBS alla luce di quanto ha coinvolto l’attrice possa esser tornata in sala di montaggio per tagliare quanto più è possibile la sua parte. Come spettatore e constant reader l’idea che Nadine possa essere ridotta a un personaggio secondario mi crea un dispiacere, però guardando agli eventi con gli occhi di un business… credo sarebbe la scelta che potrebbero adottare.

Giusta o sbagliata che sia, è un discorso a parte. Per quanto possa contare, la riterrei profondamente ingiusta, ma Hollywood quand’è che si è mai interessata alla giustizia e all’equità? Sono operazioni di facciata e spesso molto ipocrite. Lo stesso mascherato licenziamento di Johnny Depp è un gesto niente affatto strepitoso, alla prima scusa ufficiale la Warner Bros ha spazzato via l’attore, ma è d’altra parte un fatto eccezionale perché mai fino ad ora – da quanto ho potuto leggere – uno studio ha mandato via un “dipendente” solo dopo la condanna ufficiale. Per cui, nell’ottica hollywoodiana, quello della WB è stato anche un comportamento onorevole.

A noi interessa il destino di the Stand e vedremo come andrà. Intanto stando al materiale che la CBS continua a immettere sui social e oltre è chiaro che il fattore religioso sarà più rilevante di quanto sperassi. Credevo nel 2020 nessuno si sarebbe sognato di girare una serie in cui abbiamo dio vs il diavolo, eppure l’opzione di operare con una più vaga rappresentazione del bene e del male sembra essere stata scartata. Un gran peccato, davvero. [Update] Sì, il CineKing è scritto a fasi e a poche ore dalla pubblicazione la situazione si è complicata.

Gioventù bruciata

Sapete, Animali fantastici è un franchise problematico per tre ragioni (quattro se contiamo quant’è brutto I crimini di Grindelwald) e si chiamano, in ordine: Johnny Depp e sappiamo perché, J.K. Rowling perché è una stronza transfobica e il carissimo Ezra Miller a causa di un video emerso in primavera in cui stritola il collo a una ragazza. Bene, a quanto pare the Stand ha dato un ruolo importante anche a Miller, finora rienuto presente nel cast per una breve comparsata, ma salta invece fuori adesso che a interepretare Trashcan Man sarà proprio lui.

Insomma, la CBS sta guidando a quarta ingranata verso un muro nella speranza di sfondarlo. La domanda che mi pongo io è perché Marilyn Manson sia stato privato di questa opportunità, visto che fino a non molto tempo fa era previsto sarebbe stato lui l’interprete di Trashcan Man. Altra brutta notizia che mi fa spuntare sulla testa un grande, enorme punto interrogativo: l’età sarà un fattore significativo in questa versione di the Stand? Il cattivo è sì Randall Flagg, ma oltre Nadine vi sono tre figure negative, tragiche che lo accompagnano:

Lloyd Henreid
Harold Lauder
Trashcan Man

Il povero tragico Harold è un ragazzo nel romanzo, al contrario degli altri due. Ecco, nella miniserie CBS saranno giovanotti tutti e tre, messi insieme raggiungono un’età complessiva di 76 anni. Il più vecchio è il ventottenne Miller. Per cui mi domando: è voluto? È importante che siano tutti giovani dalla parte del male e per lo più avanti con l’età nella buona Boulder, Colorado? Maledette le nuove generazioni? The Stand inizia a preoccuparmi.

In marcia con Tom Gordon

Ora basta con the Stand, per quello vi do appuntamento al CineKing di dicembre, perché erano tre le novità più importanti che avevo annunciato in apertura e la terza certo non è l’ombra dello scorpione, il suo nome è Lynne Ramsay. Per la prima volta dal 1989 una donna dirigerà un adattamento dei romanzi di Stephen King: la regista di A Beautiful Day curerà la regia de La bambina che amava Tom Gordon. E questa è un’eccellente notizia, perché per uno scrittore così bravo a raccontare storie di donne, era pure ora che arrivasse una donna a trasporlo.

Mary Lambert fece un ottimo lavoro con Pet Sematary – ogni difetto di quel film è attribuibile alla sceneggiatura di King stesso per quanto mi riguarda – e ora sono abbastanza certo la Ramsay farà lo stesso con uno dei miei romanzi kinghiani preferiti. Il primo che lessi, fra le varie cose. Per sapere davvero cosa ne uscirà, però, c’è da aspettare e neanche poco immagino. Un destino che tocca a tutti per colpa del maledettissimo Covid, sul banco degli imputati anche per un’altra produzione che VOGLIO veder partire quanto prima, quella de La lunga marcia.

Il romanzo che fu di Richard Bachman prima di essere smascherato, è affidato al buon André Øvredal, che in un’intervista a Coming Soon lascia intendere di essere pronto a partire non appena la pandemia allenterà la presa. Sperando ad allentarla non saranno i finanziamenti, perché meriterebbe una produzione sfarzosa per rendere davvero bene l’idea di una distopia mediatica degna di un (raro) buon episodio di Black Mirror.

Quello che non vorrei mai vedere realizzato è invece un remake: Joe Hill alla regia di Maximum Overdrive. Si tratta di uno scherzo buttato lì nel podcast Post Mortem in cui il figlio di King ha raccontato a Mick Garris che se proprio dovesse mai dirigere un film sarebbe il remake di Brivido. Una sorta di testimone passato di padre in figlio, ma contando quanto atroce fu il lavoro di King senior… lascerei perdere, King junior potrebbe concentrarsi su un romanzo dei suoi piuttosto, persino su materiale scritto appositamente. Un suo I sonnambuli, ecco.

Procedono invece in Canada i lavori su Chapelwaite, l’adattamento del racconto lovecraftiano Jerusalem’s Lot per il canale Epix e con Adrien Brody protagonista. La produzione prosegue dunque ininterrotta e l’attrice Emily Hampshire condivide anche delle foto in costume. Ho riletto da poco il racconto dopo tanti anni e se davvero lo ingarrassero, sarebbe una gioia per gli occhi. È un prodotto assai meno rilevante rispetto a the Stand e al futuro Lisey’s Story (o Faces) di cui ancora non si sa quando ricominceranno le riprese, ma il soggetto di partenza è altrettanto interessante. In più Lovecraft Country mi ha fatto salire la fame di Eich’Pi’El.

L’attrice oltre a raccogliere il successo di Schitt’s Creek sembra si stia preparando per bene al ruolo.

Bonus letterario

Ormai con le innumerevoli pubblicazioni kinghiane trovo giusto dedicare uno spazio anche a loro e dall’ultimo CineKing ci sono state due novità editoriali. Ideate per collezionisti e non certamente per altre ragioni. La prima in ordine di uscita nelle librerie è Creepshow, una ristampa della novelization a fumetti realizzata da King e Bernie Wrightson dell’omonimo film antologico diretto da George A. Romero. E questa è una vera chicca. Alla Oscar Mondadori va un sincero grazie per aver resuscitato questa delizia a fumetti!

La seconda è passabile, ovvero un’edizione illustrata de L’uomo vestito di nero, racconto presente nella raccolta Tutto è fatidico ripreso per essere accompagnato dai disegni di Ana Juan. In calce vi è anche il racconto di Nathaniel Hawthorne da cui King prese ispirazione per il suo. Complessivamente è un oggetto che non mi ha fatto saltare sulla sedia, potete anche evitare di spendere questi 15,90€ e investirli altrove. O conservarli per la prossima pubblicazione a tema King, il suo nuovo romanzo Later in uscita a marzo 2021.

Se invece siete collezionisti duri e puri, il primo dicembre la Sperling & Kupfer metterà in vendita nelle librerie quella che immagino sarà la consueta edizione con copertina a tema adattamento de L’ombra dello scorpione in vista dell’imminente miniserie. La copertina italiana ancora non l’ho vista in circolazione, potrebbe persino essere una riedizione con la copertina storica (magari), ma quella statunitense è la seguente:

Il fronte americano propone invece delle novità “interessantissime”. La prima è un’antologia di racconti dal titolo Seasons of Terror in cui lo scrittore Richard Chizmar raccoglie quattro racconti di altrettanti maestri per raccontare le stagioni. King sarà presente col racconto La zattera e nell’ottima compagnia di Shirley Jackson, Ray Bradbury e Robert McCannon. Uscita? Il primo novembre del 2021. Ce n’è di tempo per fare il pre-ordine.

La seconda è il massimo. Stephen King ha scritto l’introduzione per un libro illustrato dal titolo che traduco al volo come: Il piccolo libro dei grandi culi dei Corgi: Sfacciate tenerezze per celebrare il più bel culo sulla Terra. Chi segue King su twitter sa quanto ami la sua thing of evil Molly, una corgi deliziosa. Ci sta che abbia voluto partecipare a un magnifico libro che ne celebri le chiappe. Ed è con loro che vi lascio fino al prossimo CineKing!