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CineKing #9: il cinema e Stephen King

Il maggio di Stephen King

Si dice che maggio vada adag(g)io, ma non è tanto vero quando si parla di film e show televisivi ispirati dalle storie di Stephen King.

Neanche il tempo di fantasticare sui papabili interpreti del famoso clown IT (la nostra proposta? Cliccate qui per leggerla!) in cima alle classifiche dei villain di tutto il mondo, che Cary Fukunaga ha già reso nota e ufficiale la sua scelta: Will Poulter,  giovane londinese dall’espressione costantemente corrucciata fattosi notare nel recente Maze Runner.

Ovviamente già fioccano le critiche dei nostalgici di Tim Curry e, più in generale, di chi mai e poi mai si sarebbe aspettato di vedere un ragazzo nei panni dell’allegoria del Male assoluto.

Giovani, cattivi e (dis)occupati

In realtà la decisione di Fukunaga, presa – secondo Variety – in seguito a un’audizione folgorante capace di convincerlo a scartare i volti di Ben Mendelsohn Mark Rylance, sembrerebbe coerente con l’esatta suddivisione in due parti, corrispondenti ad altrettante età dei protagonisti, operata dallo script sulla base della storia originale. Come per dire: se il Bene nasce e cresce, altrettanto può essere per la sua controparte.

Fermo restando che il suddetto Poulter sta calandosi nel ruolo del cattivone anche per un film (e pure di un certo spessore) come The Revenant di  Alejandro González Iñárritu con Leo DiCaprio; questo non può che deporre a suo favore: significa che il giovane si sta allenando.

Il prato insanguinato

Altro giro altra corsa, invece, per una notizia che ci riguarda molto da vicino: sarà infatti il validissimo regista italiano Vincenzo Natali, autore di film come Splice Cube – Il cubo oltre che di alcuni episodi della serie Hannibal, a occuparsi della trasposizione di Nell’erba alta, terrificante racconto (disponibile in Italia nell’edizione a cura di Sperling & Kupfer) scritto a quattro mani da King e suo figlio Joe Hill.

Visto il materiale di partenza, c’è da aspettarsi uno splatterone in piena regola, meglio ancora se immerso in quelle atmosfere profondamente angoscianti che Natali ha saputo inserire fra le sue maggiori cifre stilistiche.

Del resto pare che lui stesso sia rimasto scosso da In the Tall Grass, dato che l’ha definita come “una delle storie horror più disturbanti mai lette”.

Francesca Fichera
Maggio 2015

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