Un piano sequenza non mi basta, voglio di più
Caro Sam Mendes, film girati in un solo piano sequenza ne abbiamo già visti. Non mi affatico a cercare su internet le numerose liste di predecessori di 1917 sicuramente scritte in occasione dell’uscita del tuo colossal. Siamo arrivati agli esperimenti sui film proiettati in diretta dal set, quale sorpresa può mai darci un’operazione del genere?
La risposta corretta la diede Sebastian Schipper con Victoria: un piano sequenza non esclude affatto le altre forme espressive del linguaggio cinematografico. Questo però 1917 non ce lo dice e scorre sugli schermi come un dozzinale ottovolante ad altissimo budget. È un lavoro pazzesco, ma in termini di fatica.
Aumenta l’immersione negli eventi della guerra? Certo, ma quanto fece uno Spielberg in apertura a Salvate il soldato Ryan è di gran lunga superiore. Migliora il rapporto coi personaggi? Non direi, la loro presenza continua sullo schermo non sopperisce al lavoro dello sceneggiatore, a cui spetta questo particolare compito.
Applausi per Roger
Tecnicamente? Cinque stelle, seduta stante. Roger Deakins è probabilmente arrivato al suo capolavoro, 1917 ha una fotografia straordinaria e reggere una mole di tempo e scenari simili dev’essere stata un’impresa biblica. Scriveranno di lui nei futuri vangeli e della bellezza della Francia in rovina illuminata dal fuoco e dalle bombe.
Dennis Gassner verrà ricordato per le splendide scenografie e George MacKay per… non lo so sinceramente, forse per aver incontrato Colin Firth, Mark Strong e Benedict Cumberbatch in tre ruoli minuscoli ma necessari per rimpolpare un cast che doveva a ogni costo attirare l’attenzione del pubblico.
La verità è che non c’è molto da dire: Sam Mendes è un regista con tanta bellezza sulle spalle, pieno di sorprese al punto da dare un senso al nuovo 007 con Skyfall e la stupefacente sequenza di apertura a Città del Messico di Spectre, ma 1917 per quanto possa ottenere l’Oscar, sarà solo un altro film in piano sequenza.

Peraltro, non è affatto UNO solo.
Quando comincia Victoria?
Ha una trama con rimandi evidenti allo Spielberg succitato senza lo stesso pathos, un protagonista privo di un messaggio o di spirito. Persino la Prima Guerra Mondiale, raramente messa in scena al cinema, non è protagonista se non nei costumi e nella sovrabbondanza di trincee. È un film asettico da godere solo sul fronte tecnico.
Sarà il piacere delle featurette e dei video di backstage a compensare quel poco che 1917 ha da offrire. Sarà materiale di studio sul come riuscire a ottenere determinati effetti (un botto di soldi sarà la risposta principale) resterà però sul piano artistico indietro di parecchi passi rispetto a chi come Schipper ha saputo inseguire il progresso.
Victoria è il film che dopo cinque anni continua a farmi chiedere come diavolo ci sono riusciti. Sam Mendes e 1917, purtroppo, saranno solo la ciliegina con la medaglia appuntata da inserire nelle liste dei film girati solo in piano sequenza. Come il soldato di MacKay e la sua medaglia, suggerisco di barattarlo con una bottiglia di vino.

Fausto Vernazzani
Voto: 3/5
4 pensieri su “Correva l’anno 1917”