Rick and Morty - CineFatti

La tv si anima. Nove imperdibili serie d’animazione

Un breve viaggio nel poco esplorato mondo delle serie animate.

Nella storia degli audiovisivi c’è sempre una costante, persino oggi che si dibatte su chi sia il medium migliore tra cinema e televisione. Fin troppi spettatori ignorano la forza espressiva dell’animazione. Almeno da questa parte del mondo, perché si sa che in Asia sono avanti, soprattutto in Giappone.

Così anche nel mondo della serialità persiste una certa diffidenza nei confronti delle varie tecniche di animazione. Non mancano grandi classici come I Simpson e tutto ciò che Seth MacFarlane ha estratto dall’opus di Matt Groening, la stupenda serie di Batman e altri cult, ma si sente l’assenza di altro.

Manca fiducia, quel piglio esplorativo che caratterizza la caccia aperta in cui ognuno di noi si sente coinvolto. Scaviamo dentro Netflix, Amazon e altri canali alla ricerca della nuova serie del cuore, ma quanta di questa passione schiva apertamente le miriadi di serie animate, e non parlo solo di quelle per bambini.

Eppure le innovazioni girano nella computer grafica e scorrono nelle matite di animatori di ogni dove, anche qui in occidente. Non c’è bisogno di guardare agli anime nipponici per trovare grande qualità, basta girare l’angolo e iniziare con serie definibili dei veri e propri capolavori, come ad esempio la più celebrata del momento…

… Rick and Morty.

È l’esempio numero uno. Breve parodia di Ritorno al futuro tarsformatasi nell’epopea di Rick Sanchez e suo nipote Morty, in viaggio attraverso le dimensioni più assurde, denigrando l’esistenza, sguazzando in un nichilismo sfrenato. Gli episodi vanno dall’incesto sommato al cannibalismo alla cronenberghizzazione della Terra.

Ma i creatori Justin Roiland e Dan Harmon hanno qualcosa di più grande in mente della già sperimentata commedia dissacrante di Groening/MacFarlane, nel cinismo di Rick e nel crescente disinteresse per la vita di Morty vi è un’anima sofisticata, un dolore profondo per l’esistenza. Basta vedere la sofferenza di Rick per la perdita di Unity, o quello stupendo finale della seconda stagione coi Nine Inch Nails e il loro singolo di Hurt.

Solide fondamenta per un collegamento empatico con questi curiosi e spietati spettatori della televisione interdimensionale. A proposito di empatia dobbiamo parlare di…

… BoJack Horseman.

Perché BoJack nasce certamente come personaggio disprezzabile, è una ex celebrità da due soldi con più affetto verso l’alcol che per il suo prossimo, ma nel corso delle stagioni cresce incorporando le passioni, intese anche come dolore, dell’uomo comune.
Il dubbio, l’incertezza, le assenze del quotidiano.

Raphael Bob-Waksberg immagina un bestiario hollywoodiano (Sofia dixit) dove il racconto di se stesso e degli altri è allo stesso tempo menzogna, strumento di auto-assoluzione e scoperta di sé, non per forza gradevole come uno si aspetterebbe.

Nell’esporre la sua vita a Diane, il cavallo BoJack si mette a nudo, talvolta causando quella classica ilarità data dal cinismo o dalle immense disgrazie che colpiscono il prossimo, talvolta sfiorando un apprezzabile nonsense, ma mai facendone uso come…

Adventure Time.

Cambiamo registro con la creatura di Pendleton Ward, anche questa come Rick and Morty legata al genere fantascientifico. Pur non essendo chiaro al 100%, le avventure di Finn e Jake il cane mutaforma fanno parte di un universo simil-postatomico.

Il ragazzino e il suo cane intelligente, una evidente mutuazione dal cult sci-fi A Boy and His Dog non vivono dove regna la logica, la loro è una costante immersione nei più disparati mondi fantastici dove può esistere qualsiasi cosa, soprattutto la magia.

Per bambini? Certo sono loro il principale pubblico di Adventure Time, ma quel tono nonsense gli ha guadagnato una fanbase adulta non da poco e del resto episodi come Fire Wolf Pup non possono non commuovere un pubblico di qualsiasi età. Lo stesso a cui ha deciso di rivolgersi il grande e attesissimo ritorno di…

… Duck Tales.

Arriva sempre il momento in cui si deve parlare dell’impero di Walt Disney, ma cosa possiamo farci se nella casa dei sogni si continua a produrre materiale eccellente come il reboot di Duck Tales? Criminale che in Italia se ne stia parlando così poco.

Dopo un boom di notizie dovute all’ingaggio di David Tennant come voce di Zio Paperone è cascato il silenzio sulla nuova serie in onda su Disney XD, dove le avventure dei paperi più famosi della storia si sono aggiornate anche alle esigenze del suo vecchio pubblico, quei nostalgici che ancora ricordano le giornate davanti alla lampada perduta.

Ma l’operazione nostalgia dietro la riesumazione della serie non archivia in alcun modo la mission decantata nella celeberrima sigla che immagino tutti noi sotto sotto conosciamo a memoria e canticchiamo quando siamo soli. Almeno io ho ricominciato a farlo e lo devo a Disney XD, dove si trasmette un’altra perla…

… Tron: Uprising.

Avete presente quel film pionieristico con Jeff Bridges degli anni Ottanta? Bene, niente di che a parte il valore storico dell’uso del digitale fatto all’epoca, ancor meno il suo sequel recente, Tron: Legacy, risoltosi in un nulla di fatto, ma da cui nacque questa serie.

La versione animata ha un look STRAORDINARIO. Va scritto per forza di cose in maiuscolo, immaginando quanto bello avrebbe potuto essere il film di Joseph Kosinski se solo ci fosse stato lo stesso impegno messo nella serie Uprising.

Tra l’altro sorprendentemente adulto con la sua storia di rivoluzione contro un’autorità crudele che ha preso il controllo del mondo elettronico. La bellezza dei design di Alberto Mielgo è abbacinante, l’equivalente di guardare il Sole a occhio nudo. Restano impressi nella nostra memoria e ne chiedono ancora e ancora. Purtroppo fu cancellata e non durò più di una stagione, così come non andò oltre la seconda…

… Gravity Falls.

Ancora Disney XD, ma stavolta torniamo bambini sul serio e ci si diverte esattamente come loro. Protagonisti sono Dipper e Mabel, due gemelli diversi (ah!), uno un normale bambino curioso, l’altra una bambina esuberante con un paio di rotelle fuori posto. E quanto è brava la sua voice actress Kristen Schaal, la nostra amata Carol di The Last Man on Earth, nonché ragione principale per vedere entrambe le comedy.

Gravity Falls cos’ha di speciale? Uno zio innanzitutto, col suo museo delle curiosità nel mezzo di un bosco, e un mare di misteri, mostri e bizzarrie da fiaba che circondano la zona. Se insomma siete amanti delle leggende e non vi dispiace una serie con un cuore dolce e non troppo infantile, vi innamorerete di Dipper e Mabel. Ok, soprattutto di Mabel, non riesco a non essere di parte in questo caso. Idem con…

… Trollhunters.

Parliamo di un figlio del mio regista preferito, Guillermo del Toro, come posso essere imparziale? In verità neanche ci sarebbe bisogno di esserlo, perché la produzione Netflix è uno spasso anche se si distanzia dal romanzo originale scritto dal regista messicano a quattro mani con Daniel Kraus. L’ho già vista due volte ormai.

La seconda stagione arriverà il prossimo dicembre, dunque il consiglio lo lancio in tempo per un gran recupero. È la storia di Jim, un ragazzino qualsiasi nella sonnacchiosa cittadina di Arcadia… situata sopra il mercato dei Troll, una delle città più importanti di questo mondo sommerso e pietroso di cui Jim diventerà il primo difensore umano. Nonché ultimo ruolo del compianto e giovane attore Anton Yelchin.

Un ottimo lavoro di worldbuilding e quel pugno di personaggi ben caratterizzati (le lacrime a fiumi che scorreranno sul finale, oddio mio!) sono la punta di diamante della lotta di Jim contro lo schieramento malvagio di Troll che vuole riportare la razza rocciosa ai suoi antichi fasti di mangiatori di uomini e bambini. Qualcosa di simile lo vedemmo anche in passato se vi ricordate del buon…

… Samurai Jack.

Lo ammetto, è ancora una visione in corso d’opera come la successiva di cui vi parlerò, ma quanto ho visto mi ha conquistato. Genndy Tartakovsky è famoso oggi per Le Superchicche e la doppietta filmica di Hotel Transylvania, ma agli inizi del millennio, sullo stesso network che ci ha regalato Rick and Morty, Adult Swim, combatteva armato di katana contro il terrificante demonio Aku, vincitore della prima battaglia.

Vittoria che apre le porte a una vera e propria distopia: Aku spedisce Samurai Jack nel futuro, là dove nessuno lo ha mai sconfitto, tenendo per sé ampio spazio per dominare sulla Terra e contaminarla con la sua malvagità. Tartakovsky invece sporca lo schermo col suo stile tagliente, spezzato da colori accesi e scene di lotta in effetti invidiabili. Si capisce come sia diventato una figura ricercatissima nel mondo dell’animazione.

Ma ora veniamo a uno dei miei beniamini:

Steven Universe.

Zero dubbi su chi sia il pubblico numero uno di Steven Universe. Rebecca Sugar punta ai bambini, ma strada facendo non deve essersi resa conto di aver creato un universo incredibile, con un fascino avvolgente destinato a catturare milioni di telespettatori anche tra gli adulti. Steven Universe è un capolavoro dell’animazione televisiva.

Lo è in misura diversa da Rick and Morty ovviamente, parliamo pur sempre di Steven, un bambino che finalmente si comporta da tale pur essendo molto speciale: è il figlio infatti dell’umano Greg Universe e di Rose, una delle gemme venute dallo spazio per proteggere la Terra da minacce troppo grandi per essere affrontate dall’umanità.

Tuttavia Rose è morta prima ancora che il pilota ci introduca a Beach City, dove Steven date le sue peculiarità non vive con lo scapestrato e dolcissimo padre, ma con le tre gemme sorelle di Rose: Pearl, Amethist e Garnet, ognuna di loro con dei poteri e dei caratteri completamente diversi, ma unite insieme a Steven per difendere la Terra.

O meglio, Steven si imbuca in continuazione sperando che quella gemma in mezzo alla sua pancia si trasformi finalmente in un potere controllabile, ma per ora tutto ciò che ha per sé è il gioco, la famiglia, gli amici, una sicurezza formidabile e quel mistero che le gemme custodiscono e gli sveleranno poco a poco verità non sempre piacevoli.

E si piange signori, Steven Universe commuove in continuazione. Del resto parliamo di un bambino che ha perso la madre, di un marito che ha sposato una donna che lui credeva di non poter mai eguagliare se non con la dolcezza. Insieme a Steven vi saluto, sperando di avervi convinto a recuperare almeno una di queste serie. Meritano.

Fausto Vernazzani

5 pensieri su “La tv si anima. Nove imperdibili serie d’animazione

      1. Ho messo in download i primi episodi di ad. time, gravity falls e steven universe… Perchè non le conosco, se non X sentito dire. Ma ho un problema: non riesco a trovare gli episodi di quella che mi interessa di più da fan della fantascienza…. Tron: uprising. Please aiuto o consigli? Grazie

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