La mummia corre con Tom Cruise…
…Tom Cruise corre con La mummia. Di certo non una novità per il primo film del Dark Universe targato Universal Studios, che sbanca ovunque tranne negli Stati Uniti, dove critica e pubblico lo massacrano senza alcuna pietà.
Da questo lato del mondo ci viene da dirvi: non sottovalutatelo. Perché è cool, perché diverte, perché ha un futuro. Ma dato che queste cose potrebbero non bastare a convincervi, ci spiegheremo meglio.
Amore e morte: la sensualità del mostro
Introdotto significativamente da un proverbio egizio, il film di Alex Kurtzman comincia nel mezzo di quello stesso passato che in qualche modo deve morire ma non l’ha ancora fatto, scegliendo di presentarci fra cieli tersi e dune cremose la bellissima e scaltra principessa Ahmanet (Sofia Boutella) erede al trono d’Egitto spodestata dall’inattesa nascita di un bimbo.
Sete di potere e hybris accecano la donna al punto da spingerla a stringere un patto con il dio Set e commettere svariate atrocità. Ma il tempo del rituale viene spezzato e Ahmanet catturata, mummificata viva e sepolta in una piscina di mercurio nella lontana Mesopotamia.
I suoi occhi scuri e il suo corpo perfetto sono ciò che 5000 anni più tardi s’imprimerà nella mente e nella vita di Nick (Cruise) mercenario al servizio dell’esercito e involontario liberatore della maledizione addormentata sotto la sabbia mediorientale.
Crudeltà senza tristezza
A scanso della cupezza dell’incipit, ne La mummia domina senz’altro uno humour che attinge a piene mani dalla versione di Sommers del 1999 – peraltro omaggiata in modo esplicito all’interno di una breve scena – e che per certi versi sembra voler adottare una strategia à la Marvel Cinematic Universe.
Se ne ricava la sensazione di un totale cambio di rotta e d’immagine da parte degli studi che hanno portato al cinema il mondo del gotico per trasformarlo in un vero e proprio stuolo di icone. Nessuna eco delle mummie tristi di Karloff (Universal) e Lee (Hammer Films) né dei rovinosi amori che le avrebbero condotte sulla via del Male: Ahmunet è nient’altro che un coacervo di prepotenza, presunzione, rabbia e vendetta. Vuole essere una dea e pretende un compagno che la affianchi. A costo di distruggere il mondo tutto e qualsiasi essere ostacoli la sua ambizione.
Fra dei, mostri… e supereroi
Buoni contro cattivi, eroi contro nemici: non si scappa. Con La mummia il passato ritorna davvero. Tornano i suoi topos, le sue occorrenze, le sue dicotomie. Ma non (soltanto) per nostalgia, perché la veste è cambiata davvero. Perché siamo di fronte a un film d’azione traboccante di dediche ai fan più irriducibili degli Universal Monsters, e non c’è nulla di contraddittorio in questo.
Non c’è nulla di male nel vedere Cruise (invecchiato ma sempre in forma) mentre sfreccia nel deserto o sull’asfalto inseguito dai morti viventi, né delude la presenza di Russell Crowe nel ruolo di un personaggio chiave della letteratura gotica; e vada pure per l’abbondanza di traballanti scene in CGI e di totali da capogiro.
La mummia resta un quadro che regista e sceneggiatori (fra cui David Koepp e Christopher McQuarrie) sono stati in grado di abbinare alla cornice giusta.
Mettendo una zampa di gill-man sotto vetro e lasciando che un’ombra, vago senso di amara e imperitura disperazione che semina l’inizio nella parola fine, si allungasse sui nostri sorrisi.
Francesca Fichera
Voto: 3.5/5
L’ha ribloggato su La finestra di Hoppere ha commentato:
Finalmente nel Dark Universe, in compagnia de La mummia.
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