Birds of Prey - CineFatti

Birds of Prey e la fantasmagorica presa di coscienza del DCEU

L’emancipazione di Arlecchino dal suo padrone

Sono colpevole, lo ammetto, inizio ad apprezzare la schizofrenia del DC Extended Universe. Ormai la risposta ai Marvel Studios è defunta, calpestata da un franchise pazzoide privo di coerenza e con ogni idea di strategic planning scaraventata fuori dalla finestra. Kevin Feige parla di fase 4 e progetta blockbuster sino al 2030 mentre alla Warner Bros. è un continuo rimescolare le carte da cui puoi aspettarti qualsiasi uscita (in)immaginabile.

Mettiamo a confronto il DCEU passato e presente. Cos’hanno in comune?

  • L’uomo d’acciaio
  • Batman v Superman: Dawn of Justice
  • Suicide Squad
  • Wonder Woman
  • Justice League
  • Aquaman
  • Shazam!
  • Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

Se ci fermiamo a riflettere qualcosa troveremo. Wonder Woman e Birds of Prey sono entrambi dei pionieri nell’ambito dei cinecomic e da Aquaman in poi hanno liberato i coloristi dalle catene della desaturazione totale. Resta in ogni caso un franchise zeppo di sorprese, amorfo, indefinibile, roba da mettersi le mani nei capelli e urlare come una scimmia sulla scrivania, in cui il dimenticabile sembra un film del MCU, cioè Shazam!.

Perché io MARTHA! non lo scorderò mai. “This is katana, she’s got my back. I would advise not getting killed by her, her sword traps the souls of its victims” credo sia la battuta peggio scritta e peggio recitata della storia del cinema (Tommy Wiseau è un mero contendente al trono) e che dire dell’orrore in VFX di Steppenwolf e il tremendo design cubista di Cyborg? Avanti, il DCEU per qualche anno era fratello di Sharknado, solo col budget gonfiato.

Nel mezzo uscì Wonder Woman e qualcosa cambiò. La Warner vide un’opportunità e la prese anticipando il timoroso MCU – che oggi piazza Brie Larson al fianco di Gal Gadot, bestemmiando apertamente – e il risultato fu eccellente. Patty Jenkins fu rivoluzionaria nel genere e non vedo l’ora infatti di sedere in sala a guardare Wonder Woman 1984, e ora la Warner ha bissato con Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn.

Mea culpa e vantaggi

Mi ero informato poco, pochissimo in merito. Suicide Squad lo piazzo tra i peggiori film della storia del cinema e un suo figlio mai mi sarei curato di seguirlo in sala se non avessi letto Erica Bolla tesserne le lodi. Pagato il biglietto esco senza rimorsi e pur non provando chissà quale entusiasmo mi trovo a dover sperticarmi in grandi complimenti per la Warner Bros: all’interno del DCEU ha piazzato un mid-range budget blockbuster, mica una stupidaggine.

L’unica nota positiva di Suidice Squad fu proprio Harley Quinn. Margot Robbie credette in quel ruolo e scavalcò ogni cristiano piazzato sulla sua strada, niente è sopravvissuto se non lei nonostante David Ayer sembrò includerla come elemento sexy anziché considerarne i vantaggi e la profondità del personaggio. Errore madornale commesso anche da Snyder quando ereditò Wonder Woman da Patty Jenkins: son donne, sono oggetti sessuali.

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Adesso Hollywood è un neonato sul girello, muove i primi passi verso il buon senso e lo fa senza esagerare: Birds of Prey dimezza il budget di Suicide Squad a circa 70-80 milioni di dollari e affida il carrozzone a donne rappresentanti vari stadi del disagio tollerato dall’altro sesso in società. Ci riesce senza eccedere nei toni scolastici, senza caricare sessualmente le protagoniste e senza esasperare il machismo all’opposizione.

Storie di emancipazione

La nostra Harley Quinn è uscita da una relazione letteralmente tossica col Joker, Black Canary (Jurnee Smollet-Bell) riconosce il silenzio in ambienti malsani come un nemico da combattere, Huntress (Mary Elizabeth Winstead) fatica a essere considerata credibile nel suo “ambiente” e il det. Renee Montoya (Rosie Perez) vede la meritocrazia cadere sotto le sferzate del pregiudizio: in una coppia uomo-donna sarà sempre il primo a essere favorito.

Nell’angolo blu abbiamo il sadico Black Mask (Ewan McGregor) e il suo scagnozzo Zsasz (Chris Messina). Presentati quasi come una coppia e castrati degli atteggiamenti tipicamente maschili attesi in un film sull’emancipazione femminile, ma non nella crudeltà e nel disprezzo verso il genere femminile quando “conta”. Cathy Yan punta il dito contro il Maschio in generale, la cultura patriarcale non è una questione di orientamento sessuale.

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Nomino solo ora l’anonima regista Cathy Yan, perché a lei e alla sceneggiatrice Christina Hodson va il merito di non aver preso la (adesso!) solita storia della donna contro il maschio predatore. Sono donne contro un sistema, peraltro unite per necessità e non alleate fino in fondo, lasciando ad Harley Quinn la sua identità ed evitando lo stereotipo del “solo unite batteremo il mostro” per quanto lo scontro finale sia davvero uno spasso.

Jon Valera alla coordinazione dei combattimenti fa un gran lavoro con pochi soldi a disposizione, riesce persino in una impresa rara, se non rarissima in un cinecomic: le coreografie non le vede tagliate ogni due secondi in un montaggio frenetico senza capo né coda, ma soprattutto non è la trasparente armata in CGI con cui in media lotta il supereroe cinematografico. Sono stuntman in carne e ossa e sputano il sangue in continuazione.

Una storia al confine

Nemmeno vi ho detto la trama, santa miseria. La verità è che non me ne importa, Harley Quinn è stata presentata in Suicide Squad ma questa è la sua origin story, la rinascita del titolo italiano: è una donna che riscopre la propria indipendenza e scrive una nuova genesi per sé stessa lasciando ampio spazio a un eventuale futuro. Lo merita? Sì. Credo Cathy Yan abbia fatto degli ottimi passi avanti, ma non abbia ancora una visione.

Patty Jenkins veniva da un background lungo e di successo, a Cathy Yan manca l’esperienza e se non fosse stata coadiuvata da un team grandioso poteva inciampare e uscire in sala con una mezza catastrofe. Mezza perché se racconti una storia da un punto di vista differente dalla norma avrai sempre un sostegno e Birds of Prey ne possiede uno bello importante… nonostante il flop al box office, anche se finora è rientrato quasi con le spese.

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Oltre questo, che dire. Matthew Libatique alla fotografia insieme a Erin Benach ai costumi distruggono il ricordo del mondo desaturato di Batman v Superman, Rich Delia porta un cast multi-etnico low budget e di gran talento mentre il suddetto Jon Valera con lo stunt coordinator Jonathan Eusebio fa scintille. Cathy Yan la rimando al suo prossimo lavoro con la A24 (yay!) previsto sicuramente per il 2021, credo meriti di crescere.

Harley Quinn? Se la Warner Bros. continua sulla sua folle strada, non mi stupirei di rivederla in futuro. Così com’è stata presentata ora nel personale spin-off, senza venderla come una bambola weird. Ah, e comunque Ewan McGregor fantastico pure lui, adorato, con Chris Messina è stata un’ottima cattivissima coppia.

Fausto Vernazzani

Voto: 3/5

7 pensieri su “Birds of Prey e la fantasmagorica presa di coscienza del DCEU

  1. Una recensione molto intelligente su un film in cui nessuno credeva tanto. Ovviamente dopo il fallimento di Suicide Squad tutti credevano che questo sarebbe stato un disastro eppure riesce dove il primo falliva. Sa essere veramente folle, fa ridere, ha delle scene d’azione veramente ben fatte e ben dirette, personaggi che hanno il loro spazio e non sono sagome di cartone. Ok, ha i suoi soliti difetti in certi punti ma per il resto è stata una sorpresa su tutti i fronti. Mi dispiace solo che non stia andando troppo bene al botteghino.

    Piace a 1 persona

    1. Ti ringrazio :D Ero il primo a non credere in questo film, la mia idea era che la Warner Bros dovesse nascondere Suicide Squad e non farlo mai emergere e invece mi sbagliavo. È bello commettere degli errori di valutazione ed essere sorpresi da una produzione coraggiosa e ben ponderata. Spero nelle prossime settimane arrivi almeno ai 150 milioni così da recuperare in toto le spese. Dubito avrà un sequel, però mai dire mai. Hanno corso un rischio con questo spin-off e credo sapessero a cosa andavano incontro.

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    1. mid-budget però sì :D alla fine non è nemmeno andato troppo male, è quasi a 150 milioni di dollari, le spese sue le ha recuperate. A filo a filo, ma questo vuol dire che nelle prossime settimane potrebbe racimolare un buon profitto!

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