Linda Hamilton, Terminator - CineFatti

Perché il ritorno di Linda Hamilton in Terminator è importante?

She’ll be back: Linda Hamilton tornerà in Terminator 6 con Jim Cameron.

Potremmo affidarci ai dati statistici per raccontare l’evoluzione del problema inclusività a Hollywood, ma quando hai un elemento badass come Linda Hamilton perché correre a rifugiarsi nella sicurezza dei numeri? Sempre meglio Sarah Connor.

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La questione circa l’assenza di una quota diversa nelle grandi produzioni si è fatta così forte da essere allo stesso tempo croce e delizia: fonte di enorme pubblicità e sorgente di rotture di scatole infinite, come ben sa il (povero) cast delle Ghostbusters.

Tuttavia fallendo ancora e fallendo meglio Hollywood ha dovuto insistere fino a produrre Wonder Woman e scommettendo su un’attrice a cui dare un ruolo elegante. Stravinta dalla sua regista Patty Jenkins, di ritorno per il sequel previsto per il 2019.

Rifiutare l’unica regista capace di far entrare soldi e affetti veri nel DCEU sarebbe stata una follia senza pari nella storia di Hollywood. Dove ora riappare Lara Croft con Tomb Raider, accontentando i fan dell’inclusività e le ambite platee cinesi [e se volete sapere perché, ditecelo, magari vi racconteremo una storia nuova, diversa].

Sarah Connor is back

Perché invece il ritorno di Linda Hamilton per Terminator 6 fa, giustamente, più rumore di quello del suo ex compagno James Cameron in produzione? Perché dopo il fallimento di Schwarzy con Terminator: Genisys si è capito cosa mancava: Linda.

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Si è sempre creduto che il successo di Terminator fosse tutto nel suo T-800, ma la verità è che dietro l’incredibile fama del capitolo più conosciuto è dovuta anche all’alto tasso di spettacolarità e allo splendido arco narrativo che ha trasformato Sarah Connor.

Una nuova scossa a un franchise cadavere

Chi può salvare un franchise in cui ben due tentativi di reboot sono cascati con la faccia per terra se non quel personaggio che ha reso speciale Il giorno del giudizio? Linda Hamilton era la fondamentale Ellen Ripley di una saga in cui 2 film su 5 valgono.

Tre dei quali privati proprio della sua presenza. Così Hollywood dopo quei palmeriani 25 anni sembra aver capito che il film dai più alti incassi del 1991 doveva qualcosa anche a un personaggio di grande forza e carisma, ottenuto grazie alla sua interprete.

Crolla così in qualche modo la giustificazione con cui per tanti anni gli studios hanno scelto di evitare film con protagoniste femminili, perché Elektra e Aeonflux furono dei flop, perché registe come Mimi Leder non guadagnarono al botteghino.

Il cinema è anche donna

Oggi il successo di Furiosa, erroneamente presentata come una comprimaria in Mad Max: Fury Road, e la Wonder Woman di Gal Gadot presentano un altro quadro: la (co)protagonista femminile può avere la stessa carica magnetica di un uomo.
Che brutte cose dobbiamo scrivere e/o spiegare certe volte.

Se non di più. Schwarzenegger tornerà in Terminator 6?

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Il caro Massimiliano Bruno in Boris può rispondere alla perfezione. Arnold lo amiamo e lo seguiamo follemente, ma I’ll be back non fa più notizia né si trasforma in dollari, tante sono le volte in cui la citazione è stata pronunciata da lui stesso in film successivi.

La vera novità è in Linda Hamilton con un personaggio meno cult della Ripley di Sigourney Weaver, attorno a cui sono ruotati ben quattro film. Ora avremo finalmente l’opportunità di rivederla spaccare le ossa a chiunque le rompa le scatole.

Fausto Vernazzani

3 pensieri su “Perché il ritorno di Linda Hamilton in Terminator è importante?

  1. ahahha con la GIF animata di Boris hai vinto tutto! 😀
    Concordo al mille per mille. Io ero lì, quel dicembre 1991, davanti al cinema con gli amici ad aspettare che aprisse per gustarci “Terminator 2”: a nessuno di noi fregava niente della presenza di Schwarzy, volevamo il robo-scheletro di titanio, il T1000 liquido, gli effettoni specialoni, ma soprattutto volevamo lei. La super-mamma più tosta del mondo pop. E Cameron lo sapeva.
    Ci aveva già dato due mamme titaniche – Ripley e la Alien Queen – e ora stuzzicava noi bambinoni presentandoci altre due mamme imbattibili: quella adottiva di John Connor – interpretata dalla mitica Jenette “Vazquez” Goldstein – cattiva e spietata, e ovviamente lei. La protagonista. Non più la Linda anni ’80, con lunghi capelli cotonati, spalline vertiginose e sguardo spaurito. Basta “Terminator”, basta “La bella e la bestia”: sono i grintosi anni ’90 e le mamme spaccano. (Ci proverà anche Kathleen Turner con “Serial Mom”, nel 1994.)
    Quando Sarah Connor entra in scena facendo flessioni sul letto d’ospedale, ti assicuro che il cinema è crollato. Ridley Scott ci ha provato a scopiazzare quella scena con Charlize Tenerina che fa i piegamenti in “Prometheus” (2012), ma è riuscito solo a dare ottimo materiale alla parodia di Leo Ortolani!
    I documentari in TV dell’epoca e gli speciali su rivista parlavano solo di due cose: i roboanti effetti speciali di T2 e i muscoli di Linda. E a noi fan piacevano da morire entrambi! Purtroppo subito dopo è cominciata una guerra di copyright in cui tutti hanno perso: Sarah Connor è scomparsa e Terminator è finito. (Dicono che esistono altri tre film con quel titolo, ma non ci credo…) E’ scomparsa dal ricchissimo mondo a fumetti di Terminator – al massimo in “End Game” (1992) si vede la sua ombra in una vignetta, mentre mette al mondo… Jane Connor! – e infatti questo mondo non è mai riuscito a sollevarsi da una blanda sufficienza, sebbene sia ricco di donne forti. Solo in tempi recenti – con “Terminator 1984” (2010) – si è pensato a tornare alla giovane Sarah, e subito il cinema ha rubacchiato (male) l’idea.
    Non ho mai visto il Giocotrono ma adoro Emilia Clarke perché è dolcissima, ma per carità di Dio: NON assomiglierà mai a Sarah Connor neanche con tutta la forza di Skynet! Se torna la Hamilton, a tanti anni di distanza tornerò lì, davanti al cinema, ad aspettare la mia super-mamma preferita ^_^
    Scusa la lunghezza, ma come capirai è un argomento a me caro 😛

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    1. Io ammetto che Terminator Salvation e Genisys li ho anche graditi, ma con una mera sufficienza e mai rivisti dopo la prima volta al cinema (eccetto Salvation per gli effetti), non hanno nulla della portata rivoluzionaria del primo e soprattutto del secondo Terminator di Cameron. Anzi, Genisys un pochino ci sputa sopra il personaggio di Sarah Connor, pur presentandola come una donna forte sin dalla giovane età al contrario del T ’84 ci dà una Emilia Clarke esile esile che si vede essere proprio fuori ruolo. La Hamilton era credibile, trasformata nel corpo, la Clarke invece sembrava essersi appena tolta la parrucca, con quei fucili in mano sembrava una ragazzina che giocava con le armi di plastica. So che le Sarah Connor Chronicles non erano male come serie Tv, ma non l’ho mai vista, cosa da recuperare vista la presenza di Summer Glau e Lena Headey, due attrici televisive davvero brave. Tu per caso ci hai mai dato un’occhiata?

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      1. Sì, e la prima stagione è molto bella. Cioè, con le dovute proporzioni: per essere un telefilm su Terminator è fatto molto bene, ottimi effetti speciali e una trama bella complicata, visti i salti temporali e tutto il resto. Poi purtroppo inizia la seconda stagione e tutto svacca, con l’aggiunta di una T1000 che sembra costruire Skynet con le proprie mani (personaggio poco ispirato e mal scritto) e qualche altra caduta di stile – tipo il fratello di Kyle che forse è il vero padre di John! – Diciamo che mi fermerei alla prima stagione.
        Le critiche che hanno definito la serie “O.C. in chiame robotica” sono ingiuste: John va a scuola solo nei primi 10 minuti della prima puntata, per il resto è 100% Terminator. E Summer Glau è una ginoide perfetta, con quell’inespressività congenita e quel viso che sembra di porcellana: sembra davvero una Terminatrix :-D
        Pensa che pochi anni fa J. Michael Straczynski è riuscito a scrivere l’unica saga a fumetti davvero spettacolare di Terminator, dodici numeri da applauso che ricompensano di trent’anni di fumetti claudicanti. La sfida finale fra John Connor e Skynet, ma davvero finale, con trovate geniali! (E intanto in Italia si ristampa ancora la trilogia monca del 1990, tanto per dire quanto siamo aggiornati)
        Comunque nessuna Sarah Connor, né “fisica” né a fumetti, è riuscita ad avvicinarsi a Linda Hamilton, con quel misto di fragilità e forza…

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