Quanto King c’è in Stranger Things?
Stephen King ha detto: “dovreste guardarla”. E poi ha aggiunto “è un po’ come il mio greatest hits”. Il suo voto? A+.
Stiamo parlando dell’ultima serie targata Netflix, ideata dai fratelli Duffer: Stranger Things. Troppe le emozioni, troppe le cose da dire dopo avere gustato tutti e otto gli episodi della sua prima stagione.
Al punto che abbiamo pensato di condensare tutto in questa breve lista contenente i 5 principali motivi per cui dovreste unirvi al pubblico delle cose estranee, magari finendo per innamorarvene com’è capitato a chi vi sta scrivendo.
Gli anni Ottanta
Ogni cosa, in Stranger Things, dal font dei titoli di testa (stampatello bello grosso, rosso, su sfondo nero) alla colonna sonora synth, passando per l’ambientazione e tutto quello che si porta dietro, abiti e chiome cotonate incluse, rimanda al più variopinto dei decenni del secolo scorso. E stiamo escludendo film e libri, per il momento…
Le citazioni
Ma è praticamente impossibile non notare i riferimenti, impliciti ed espliciti, raccolti in questo incredibile show televisivo: l’altrove di Lovecraft, le storie di Stephen King, il cinema di Steven Spielberg (dai Goonies a E.T.) e quello di genere horror fantascientifico, con La cosa di John Carpenter e Alien di Ridley Scott. Scovarli tutti fa parte del gioco, ed è bellissimo.
Stephen King… per l’appunto
Chi ama il Re si sarà subito accorto della somiglianza fra la vicenda dei “perdenti” di Stranger Things e quella, per nome e dinamiche, del Losers Club di IT. Ma abbiamo pure e soprattutto Stand By Me, con le avventure nel bosco e le passeggiate lungo i binari abbandonati, e L’incendiaria, e La nebbia… King è così presente da meritare anche una menzione diretta all’interno di un episodio.
La colonna sonora
Per rientrare nell’atmosfera dei magici Ottanta, non esiste porta migliore della musica. E la serie dei fratelli Duffer quella porta la spalanca, liberando tutta la potenza delle canzoni dei Clash, delle Bangles, dei Toto, dei Joy Division; perfino di qualche rivisitazione recente di un grande classico del tempo, come questa “davidbowiana” Heroes riletta da Peter Gabriel.
Si beve tutta d’un fiato
Una metafora che sta bene con l’estate quanto con il concetto d’intrattenimento: Stranger Things rientra fra quei prodotti televisivi capaci di tenervi con gli occhi incollati allo schermo. Grazie al suo avvincente mistero, alla commovente storia di amicizia e amore tra figli e genitori che lo circonda, al gioco di omaggi condotto sopra e sotto la superficie.
…e in più, una curiosità sul cast.
Tanto giovane quanto ben orchestrato, con i riconoscibilissimi volti di Winona Ryder e Matthew Modine nei ruoli adulti più importanti accanto all’intenso David Harbour, costituisce l’ennesimo link ai mille e uno mondi di Stephen King: Mike (Finn Wolfhard), il più sensibile tra i losers protagonisti, entrerà anche nei panni del loser di Derry Richie Tozier, nel venturo rifacimento di IT a cura di Andy Muschietti.
Volete saperne di più? Seguite il nostro CineKing! Mentre, in quanto a Stranger Things, vi consigliamo vivamente di leggere l’articolo di Lucia Patrizi.
Francesca Fichera
Un pensiero su “5 motivi per guardare Stranger Things”