Con La Bella e la Bestia l’infanzia ritorna in 3D
Noi cresciuti a pane e VHS, gli originali col marchio Walt Disney Home Video ad ammiccare dal dorso delle custodie, quelle canzoni ce le ricordiamo allo stesso modo in cui ricordiamo come allacciarci le scarpe. Il 3D, fra i tanti miracoli, ci ha fatto il dono di una possibilità: quella di ricantarle nella penombra di una sala e, soprattutto, di farlo diversamente.
Il miracolo in questione – piccolo, ma non per questo meno importante – ha un nome, ed è La Bella e La Bestia. L’emozionante riproposizione di un capolavoro Disney in 3D, già testata con Il Re Leone, lascia sugli occhi un velo magico, impregnato di passato e futuro insieme.
Uguale e diverso
Gli austeri indimenticabili titoli di testa, emergenti dal nero, riportano lo spettatore al limitare del bosco dove, fra gli alberi, s’intravede il leggendario castello del principe disamorato, costretto a una vita dannata dalla maledizione di una fata sotto mentite spoglie.
Lì accade che, pur conservando la storia e il suo sfondo nella loro forma d’origine, il viaggio della visione muta, trascinando lo sguardo in un tuffo rallentato attraverso scene in tutto e per tutto assimilabili alle scenografie teatrali di rinascimentale memoria. Come se davvero si fosse un po’ bambini – di nuovo, per forza – e si giocasse a svelare i trucchi del teatro di corte, divertendosi a nascondersi fra i pannelli, addentrandosi fino in fondo per scoprire sin dove si spinge il corridoio dell’illusione.
La Bella e la Bestia 3D è questo, sopra ogni cosa, oltre che la leggera messinscena di quel meccanismo di (piacevole) ritrovamento che, da qualche tempo a questa parte, riesce a riscuotere un degno successo di pubblico – a tal proposito si può citare Titanic, giusto per restare in tema di 3D, ma è doveroso anche un riferimento a Le Iene di Quentin Tarantino, riapprodato alle sale cinematografiche “così come papà suo l’ha fatto”.
Sogni tecnologici
In questo caso particolare la tecnologia, checché se ne dica in giro, realizza un doppio sogno soddisfacendo, da un lato, lo spettatore e il suo desiderio di rivivere/rivedere i personaggi della sua infanzia – o, ad ogni modo, i protagonisti di uno dei film disneyani più belli; e, d’altro canto, dando ai suoi eccellenti genitori, i registi Gary Trousdale e Kirk Wise, l’opportunità di concretizzare un’antica aspirazione: rendere in 3D la scena cult della pellicola, quella del ballo, concepita come se le lenti bicolore fossero già certezza.
Il risultato? Perfetto.
A completare il quadro i credits, significativo e ulteriore esempio di svelamento dei segreti del mestiere, messi letteralmente bianco (ancora) su nero. Ce ne aspettiamo e ne vogliamo ancora di cose così.
Francesca Fichera
Voto: 4.5/5
2 pensieri su “La Bella e la Bestia 3D (Gary Trousdale & Kirk Wise, 1991/2012)”