Florence - CineFatti

Florence (Stephen Frears, 2016)

Florence Foster Jenkins e l’incredibile fama degli incapaci.

Il presupposto della vita di Florence Foster Jenkins, almeno per come ce la presenta Stephen Frears nel suo filmsembra suggerire: bando alle stroncature! La verità fa troppo male, anche quando ha le proporzioni di un elefante in una stanza. Perché, sì, ci sarà sempre qualche cieco, non ha importanza se vero o finto, a cui bisognerà spiegarla. O all’occorrenza nasconderla.

Florence Foster Jenkins (Meryl Streep) rientra in questa seconda categoria. L’ennesimo biopic di Frears ne avvolge il personaggio in un bandolo di ostinazione e ingenuità infantile che, paradossalmente, si astiene da qualsiasi tentativo di arroganza. Il soprano a capo del Club Verdi ha tanti soldi quanta convinzione: se vuole cantare lo farà, ma studiando. Aspettando il beneplacito dei maestri, le fatidiche parole: sei pronta per il palcoscenico.

E visto che i denari, come e più delle altre cose, sono croce e delizia degli uomini, il tintinnio dell’approvazione fa presto a risuonare alle sue orecchie. D’altra parte, come scontentare uno dei più facoltosi imprenditori musicali della Grande Mela? Lo pensa perfino il marito e fiancheggiatore St. Clair Bayfield (Hugh Grant), costantemente impegnato ad abbellire l’illusoria messinscena dell’esistenza della moglie. Fin quasi a convincersene in prima persona.

Ma non si può arginare il “mare” del pubblico.

Dopo anni di paesaggi familiari e fondali lisci come l’olio, l’onda dell’ambizione di Florence, cresciuta in altezza, rischia di infrangersi senza alcuna pietà. Che è quella che manca, appunto, ad un pubblico non selezionato, di massa, capace di trasformare il tanto agognato concerto alla Carnegie Hall in un enorme freak-show.

Ma il senso di tutto (o, almeno, della presa di posizione sia del regista che dello sceneggiatore Nicholas Martin) sembra stare tutto in quel

Potranno dire che non so cantare, ma non potranno mai dire che non ho cantato.

Terribile quanto vero, Florence Foster Jenkins apre a tutta una serie di riflessioni sulla capacità dell’incapacità. E sul potere dell’involontaria verve comica della mancanza di talento. Che per dirla (una volta tanto a buon rendere) con MyMovies, sa colpire al cuore allo stesso modo del genio. Bianco o nero, bene o male, l’importante è che spinga a parlare di sé.

Dacci anche oggi Meryl Streep agli Oscar

Nei panni dell’eccentrica cantante troviamo una Streep istrionica, alla sua meritata ventesima candidatura agli Oscar, in compagnia di un Grant sorprendentemente maturo ed elegante, che recitando Shakespeare – con occhi grandi e parlanti – per un filo non le ruba la scena.

Il resto lo dobbiamo a Frears, regista di mestiere cui quest’ultimo biografico, frizzante e luminoso (fotografia di Danny Cohen, quello de Il discorso del Re), restituisce la quota di prestigio persa con film del calibro di The Program. Note stonate di una melodia, tutto sommato, orecchiabile e gradevole da riascoltare.

Francesca Fichera

5 pensieri su “Florence (Stephen Frears, 2016)

  1. Ciao Francesca, bella recensione, come sempre del resto.
    Ho visto Florence e mi è piaciuto moltissimo, Meryl Streep è bravissima, è sempre una certezza.
    Sono d’accordo con te su Hugh Grant, finalmente lo rivediamo in una prova attoriale matura e credibile, eccezionale il giovane pianista…un vero mito!
    La regia è ottima, che dire bel film.
    Meryl Streep rende tutto quanto speciale, riesce a valorizzare la storia rendendola speciale. Attrice talentuosa, dolcissima, nella sua interpretazione quasi infantile si colgono dei momenti di profonda tristezza. Nella recitazione della Streep c’è un fondo di amarezza, di rassegnazione, una donna trattata ingiustamente dalla vita e che nonostante tutto mantiene l’entusiasmo per la vita, per il canto che è la sua vita!
    Brava….come sempre!

    "Mi piace"

    1. Grazie mille, Simona! Concordo con tutto ciò che dici, anche con la menzione al pianista, Simon Helberg, molto caratteristico ;) Per quanto non sempre a livelli eccelsi, Stephen Frears resta un regista capace in ogni caso (e salvo alcune eccezioni) di regalare visioni assai gradevoli!

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