Penny Dreadful: le tristi melodie del Demimonde
Una serie televisiva che potrebbe essere un film e che è anche, e soprattutto, Letteratura: Penny Dreadful. Su CineFatti se ne continua a parlare – nonostante la sua tristissima e recente conclusione – perché proprio non riusciamo a stancarcene.
Inutile quindi stare a ripetere quanto l’estrema cura con cui John Logan e l’intera crew hanno lavorato allo show abbia costituito, e rappresenti tuttora, una delle ragioni fondamentali alla base della sua bellezza e del suo successo.
Qui è il caso però di mettere l’accento su uno degli elementi meno citati, frutto di quell’attenzione e del talento artistico che hanno contribuito a fare di Penny Dreadful una serie speciale: la colonna sonora.
Ne è l’autore Abel Korzeniowski,
compositore polacco cui dobbiamo, fra le tante, anche le musiche del film A Serious Man e della riedizione di Metropolis del 2004. La sua è senz’altro un’immersione consapevole nella tensione e nel mistero del genere cui la serie di Logan si ascrive. E tuttavia, l’inflessione romantica e tragica della scrittura di Penny Dreadful viene da lui colta e restituita attraverso una rosa di brani capaci di toccare gli spettatori sin dentro i loro cuori.
Uno di questi è lo struggente I was never going to go to Africa, che molti dreadfuls ricorderanno per via dello straordinario finale della seconda stagione, mentre altri – quelli a cui il lutto dell’ultimo episodio della serie pesa ancora sullo stomaco – grazie alla sua splendida riproposizione conclusiva.
Il film nel film
Ed è proprio nella storica 3×09, la puntata di Penny Dreadful che ha piegato l’anima di tutti i suoi fan, l’apice raggiunto dalle composizioni di Korzeniowski in cui gli archi dominano con un unico lamento di violini, una crescente carica epica di corde che vibrano.
Ma a noi va di menzionare anche le canzoni non originali, il lato più dichiaratamente popolare dello show, con cui il musicista polacco ha inteso avvicinare il suo pubblico al Demimonde rendendoglielo più familiare.
Così facciamo qualche passo indietro, fino a quel Fresh Hell (seconda stagione) durante il quale la strega Hellen McCrory intona la vecchia ballata folk inglese The Unquiet Grave a bagno nel sangue di una delle sue vittime, iniettando brividi di terrore e di emozione perfino nella pelle dei più insensibili.
E poi torniamo al gran finale: The Blessed Dark. Quel piccolo film nel film a episodi che Penny Dreadful ha realizzato per far calare il sipario, variando sia i titoli di testa che quelli di coda, e dove ai primi si accompagna la bella musica di Tom Kitt interpretata dalla voce di cristallo di Sophie Meade.
Ma se invece desiderate riascoltare I was never going to go to Africa assieme alle tremende, ultime immagini dell’avventura di Vanessa Ives, potete farlo (a vostro rischio e pericolo) dopo il punto di questa frase; la sola cosa che vi chiediamo è di fare caso a come Rory Kinnear sembri cantare l’Ode all’immortalità di William Wordsworth, quasi a voler ritornare alle origini, oltre che della vita, anche della poesia.
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