Il Perfect Sense di Max Richter.
Questo post ha una doppia destinazione: vale sia per chi ha già guardato Perfect Sense che per chi non l’ha mai fatto. La nostra recensione potrebbe convincere quest’ultima categoria a recuperarlo, chissà.
Io comunque troverò il modo di fare vedere la splendida colonna sonora di Max Richter a entrambi, e in due modi diversi.
Sto parlando naturalmente di un momento in particolare, che corrisponde al finale della pellicola di David Mackenzie risalente al già lontano 2011 (ma purtroppo ancora inedita in Italia: il tempo riuscirà a essere galantuomo anche stavolta?).
Un esempio di fantascienza che – se mi passate l’immagine all’apparenza discordante – ragiona col cuore, angosciando e commuovendo insieme.
Il suono dell’Apocalisse
Perfect Sense è un film che parla di sensi, di corpo, e che per questo affida il grosso del racconto alla fisicità umana e materiale delle persone e delle cose che lo abitano, messe momentaneamente sullo stesso piano da un evento eccezionale, un’Apocalisse più insolita che inattesa, un dramma ineluttabile.
E quando il pianoforte inizia a vibrare piano, per poi essere (in)seguito dagli archi, la storia e il suo destino son lì lì per compiersi ed essere compiuti. Così la scena, occupata da una Eva Green e uno Ewan McGregor al rallentatore, risuona, si spande, accarezza la pelle. Per quelli che non hanno ancora avuto modo di vederla, ecco il risultato [la seconda parte dell’articolo, invece, contiene il video completo, con SPOILER].
Genere e sperimentazione
Il compositore Max Richter sembra amare il genere e, in senso più ampio, dedicarsi a un cinema originale, peculiare, visionario: sue sono le musiche, per citare i casi più celebri, di Valzer con Bashir (grazie alla quale riceve numerosi riconoscimenti), Shutter Island, The Congress e anche, entrando nel merito delle serie tv, della recente (e adorata) The Leftovers.
Di origine britannica, è un compositore che sperimenta nell’accezione più larga del termine, spesso rivisitando i classici della musica moderna e avvalendosi della collaborazione di personaggi illustri e trasversali al mondo culturale, da Haruki Murakami a Tilda Swinton.
E sebbene la sua composizione per Perfect Sense non abbia destato alcun particolare interesse nella critica internazionale, qui su CineFatti occupa un posto speciale, a metà fra il nuovo e l’antico, il cuore e il cervello, in fondo al “buio tattile” nel quale Perfect Sense va a sfociare.
Chiamiamolo pure anima, per una volta.