Okkupert - CineFatti

Okkupert: L'incubo euroscettico

Scenario distopico dalla Norvegia col nuovo serial Okkupert

L’’equilibrio mondiale è sconvolto: gli Stati Uniti d’’America hanno raggiunto l’’indipendenza energetica. La decisione successiva degli USA è abbandonare la NATO, stracciare il patto atlantico e lasciare che il Nord America e l’’Europa siano uniti da un debole filo su cui è poggiata una “storica quanto ormai inutile amicizia”.

Il panorama geo-politico subisce variazioni mastodontiche e trasforma la Norvegia, nazione al di fuori dell’’Unione Europea, in un colosso energetico da cui dipendono tutte le nazioni del vecchio continente. Finché non esplode una bomba: alle ultime elezioni in Norvegia vince il partito ambientalista di Jesper Berg.

L’’intera campagna elettorale di Berg si è fondata su una sola linea programmatica: l’’abbandono dei combustibili fossili per una nuova risorsa energetica rinnovabile, estraibile dal Thorium, un elemento da cui è possibile ottenere energia nucleare pulita.

La prima mossa di Berg è così quella di chiudere gli stabilimenti di estrazione di gas e petrolio per concentrarsi sull’’apertura della prima centrale energetica alimentata col Thorium (elemento peraltro scoperto proprio in quelle terre).

Una scelta con drastiche conseguenze: subito dopo la prima conferenza stampa, Jesper Berg è rapito.

Dall’’UE.

La distopia antieuropeista

Così inizia Okkupert, con l’’apertura di un’’utopia al termine di una colossale mutazione il cui destino è un pianeta distrutto da cambiamenti climatici devastanti e scontri tra nazioni.

Il presidente della Commissione Europea annuncia a Berg quanto tutti i paesi del continente hanno deciso: il governo norvegese dovrà riattivare le centrali chiuse e distribuire i combustibili all’’Europa e per controllare che tutto ciò avvenga la Norvegia sarà sorvegliata politicamente e militarmente dalla Russia.

Una nazione Occupata oppure controllata? La serie creata dal celebre scrittore Jo Nesbo è un’opera magistrale del genere distopico.

Okkupert è una serie corale, protagonisti sono personaggi appartenenti ai principali centri coinvolti da un evento simile: il Primo Ministro Jesper Berg/Henrik Mestad, il giornalista Thomas Eriksen/Vegar Hoel, la bodyguard Hans Martin Djupvik/Eldar Skar, la direttrice della polizia Wenche Arnesen/Ragnhild Gudbrandsen e, ovviamente, l’’ambasciatrice russa Irina Sidorva/Ingeborga Dapkunaite. Non ne mancano ovviamente di secondari, in particolare le famiglie di Eriksen e Djupvik e lo staff dell’’ambasciata, ma ognuno di essi guadagnerà importanza col passare degli episodi.

Al contrario di quanto ci si aspetterebbe, Okkupert non si sviluppa nell’immediato seguendo il modello Alba rossa, dall’’inizio alla fine concentrata sulla resistenza alla potenza militare sul proprio territorio, piuttosto Nesbo pone l’’accento su come un simile evento potrebbe prender piede nella moderna e pacifica Europa.

Se sia plausibile o meno, non vi è necessità di domandarselo, la Russia non perderebbe occasione per fornire essa stessa carburante all’’Europa se la Norvegia abbandonasse i propri “doveri”, ma la fantascienza è anche questo, un campo aperto dove supposizioni, paure e speranze d’i ogni tipo possono entrare.

Bisogna ammetterlo: Okkupert nei primi episodi è un bagno di ’angoscia. Il realismo con cui la serie in onda in Norvegia sul canale TV2 cerca di avvicinarsi allo spettatore è un colpo dritto allo stomaco, a cui fa da cassa di risonanza lo stupore dei protagonisti, in particolare quello del Primo Ministro, un vero idealista.

La produzione Yellowbird –- divenuta famosa con la trilogia svedese tratta dai romanzi di Stieg Larsson -– scommette sulle paure odierne, sui risentimenti coltivati su un terreno la cui storia è cosparsa di sangue: la paura della fuga degli USA, di essere invasi dalla Russia, di restare legati per sempre ai combustibili fossili.

Riflette il clima euroscettico dilagante in Europa, di cui la Norvegia fa parte solo attraverso alcuni trattati di stampo economico, e sostiene, in un certo senso, le politiche conservatrici di molti partiti dell’’UE– proprio nel paese protagonista governa una coalizione di centro-destra guidata da Erna Solberg – a detta di molti retta da fragili patti basati più sull’economia che sulla politica e una reale voglia di unirsi “sotto un unico cielo” (questa la rubiamo a Hero).

Sono discorsi politici su cui è difficile confrontarci, ma è giusto notare come Okkupert sia forse una delle prime serie europee ad affrontare direttamente il tema, di petto, anche se con pessimismo.

Dal più semplice punto di vista dell’’intrattenimento Okkupert funziona. Gli attori, anche se non tutti dotati di un grande talento (in particolare Eldar Skar), reggono sulle proprie spalle il ritmo serrato della trama, l’’assenza totale di una tregua tra una crisi e l’’altra che porta sempre più vicini al’l’ufficializzazione, all’’interno del plot, dello status di nazione occupata.

Guardarla da norvegesi avrà un effetto diverso, da europei la leggiamo dal lato dei villain: potremmo davvero esser colpevoli o vittime di una politica simile? E per quanto la Russia sia il nemico più visibile, gli Stati Uniti non sono rappresentati come meno colpevoli.

Si tratta insomma di un ritorno al terrore della Guerra Fredda e della Seconda Guerra Mondiale. Cosa accadrebbe se i due blocchi cessassero le ostilità e l’’Europa dovesse scegliere di allearsi con una delle parti per continuare ad affermarsi come potenza?

Le risposte non sono garantite da Okkupert, insicuro nell’esplorazione del racconto politico di fondo, ma del resto concentrato a seguire il punto di vista dell’uomo comune oltre quello del dirigente.

Lo abbiamo scritto nella nostra recente pagella delle serie di fantascienza viste nel 2015, Okkupert è senza ombra di dubbio una delle migliori nel genere, ma non se ne conosce il futuro. TV2 ha annunciato che porterà avanti il progetto Frikjent con una seconda stagione, ma i numeri di Okkupert non sono incoraggianti.

Sarà la distribuzione internazionale a decidere il suo destino. Andrà nei prossimi mesi in onda in Francia (paese co-produttore) e Germania, ma chi davvero avrà potere di stabilire se andrà avanti o meno sarà il Regno Unito. Sperando anche loro gradiscano.

Intanto non possiamo non constatare come il resto del vecchio continente si sia attrezzato sul fronte televisivo con produzione di drammi capaci di contendersi uno spazio nel mercato continentale e internazionale. La Norvegia con Okkupert e Frikjent è sulla strada giusta; la Svezia con Akta Manniker e Wallander si è già guadagnata un remake negli USA e in UK; la Francia ha Les Revenants che ha conquistato persino Stephen King; la Germania ha tirato fuori dal cappello Deutschland ’83 e la Danimarca sono tre anni che riceve applausi per Borgen. In ’Italia è appena iniziata Gomorra -– La serie, ma il principale sforzo nell’industria televisiva dopo di essa è stata Tutto può succedere, il remake di Parenthood prodotto dalla Rai. Qual è il nostro futuro in un panorama sempre più competitivo?

Fausto Vernazzani

 

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