L’immagine della perfezione, la vita di Turner secondo Mike Leigh.
La vita di Joseph Mallard William Turner la si evince dai suoi dipinti, un uomo che ha visto il mondo passato e presente con i suoi occhi e con le parole degli altri. Le sue avventure sono già indietro nel tempo nel biopic Mr. Turner di Mike Leigh.
Regna la quiete, la mondanità e il mantra Mr. Turner, il saluto ripetuto con costanza attraverso una pletora di sentimenti di ogni origine, il vero segno di una vita vissuta.
Non c’è la necessità di raccontare una vita dissoluta, perché non lo era, di esibire la sua eccessiva fame sessuale, se non che nei limiti della sua verità e umanità, di mostrarlo più burbero di quanto poteva essere stato.
Timothy Spall veste il fascino dell’uomo che amava vivere i propri quadri prima di metterli su tela, che non cedeva al compromesso e dipingeva per l’amata British Nation anche quando la famiglia reale non approvava le sue destrezze.
Mugugna, grugnisce e comunica con la gola più che con la bocca, deambula lontano da sua moglie e le due figlie, vicino al padre William (Paul Jesson) un anziano barbiere divenuto il suo fedele aiutante, e verso la dolcezza di Sophia Booth (Marion Bailey) la donna che gli starà accanto non solo fino alla morte, ma anche fino alla verità, scoperta l’inutile menzogna.
Mr. Turner è guidato dalle magnifiche interpretazioni dei suoi protagonisti, Spall può esibire con orgoglio la Palma d’oro ottenuta allo scorso Festival di Cannes, straordinario nel vero senso della parola.
Ma questo è quanto emerge in superficie, la classica punta dell’iceberg sotto cui si cela un lavoro mastodontico di regia, con un Leigh che come suo solito gira tutto in ordine cronologico, costruendo un sali e scendi di stupefacenti paesaggi, di cascate di luce palpabile create da un Dick Pope in gran forma. Mr. Turner è ben più dei suoi attori, la composizione dell’opera mostra un rispetto sconfinato sia per l’uomo che per la sua carriera artistica, incentrandosi sul carattere e non sugli eventi.
Tuttavia essi stessi giocano un ruolo fondamentale, punti chiave per lo sviluppo del personaggio. Scene di grande impatto emotivo come la morte del padre William (toccante l’ultimo affettuoso scambio di battute tra i due) e le tante mostre estive alla Royal Academy of Art, dove Turner era sempre meno gradito, relegato all’anticamera mentre nella principale l’indifferente e ostile John Constable la faceva da padrone insieme ad altri mediocri e/o eccezionali, come lui, pittori del suo tempo.
Mr. Turner rende piena giustizia a uno degli artisti più amati nell’odierno Regno Unito e Mike Leigh è riuscito nell’intento di rendersi presente, senza nascondersi dietro l’importante figura storica.
Non c’è dubbio che Mr. Turner sia uno dei migliori film di quest’anno e uno dei migliori titoli della kermesse londinese, uno spettacolo per gli occhi da vedere solo e unicamente sul grande schermo, per godersi al massimo la fotografia di Pope e la regia di Leigh, nonché il sorriso della Bailey, la Sophia che rimarrà nel cuore di ogni spettatore.
A esser sinceri è difficile trovare qualcosa in Mr. Turner che non rimanga impresso nella memoria. Gli applausi dovrebbero andare avanti per ore e ore. Se mai qualcuno ne comprerà i diritti per distribuirlo in Italia, non lasciatevelo scappare e non badate a spese.
Fausto Vernazzani
Non avevo dubbi e lo aspetto con trepidazione. Leigh non mi ha mai delusa e Spall è da sempre uno dei miei attori preferiti.
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Sono una coppia immortale, tra quelle meno conosciute, ma tra le più efficaci. In questo film non voglio dire che danno il meglio, perché equivarrebbe a sminuire l’eccezionale lavoro svolto anche in passato, però ci siamo vicini. Un film straordinario!
Fausto
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