Quella casa nel bosco, la parodia horror perfetta – di Roberto Manuel Palo.
La frase con cui iniziare e finire la recensione di Quella casa nel bosco di Drew Goddard è: “Questo film è geniale!” Non ci sarebbe altro da dire. Orgasmica per tutti gli appassionati di horror che si divertiranno a cogliere le infinite citazioni, da La casa a Non aprite quella porta fino ad arrivare a Venerdì 13, con un campionario di mostri che va dagli zombie ai lupi mannari, dalle bambole ai cenobiti, dai mostri creati dalla mente di Clive Barker nel suo fantastico gioco Clive Barker’s Undying ai pagliacci assassini.
Quella casa nel bosco non mancherà di intrattenere anche il resto del pubblico, perché siamo di fronte a un film divertente (e non vuol dire comico) che incanta per la sua ora e mezza di durata con quei dialoghi e l’ironia tipici delle sceneggiature di Joss Whedon. Questo film, poi, mi ha regalato uno dei finali più belli, splatter e non scontati che abbia mai visto, una vera delizia: prima di tutto per i miei occhi, poi per le mie orecchie e infine per la mia voglia di ridere. Sottolineo molto il fatto che si ride perché ci tengo a convincere anche i non amanti del genere a recuperare Quella casa nel bosco, senza dimenticare che molti (e ottimi) sono i momenti veramente suggestivi e carichi di tensione che non mancheranno di provocarvi una certa ansia. Insomma, uno dei migliori horror degli ultimi anni e, a mio avviso, il migliore della stagione.
Raccontare la trama del film sarebbe quasi un sacrilegio in quanto gioca sugli infiniti colpi di scena e sulla decostruzione di una situazione per crearne un’altra del tutto differente. Si parte con il classico viaggio di cinque ragazzi che vanno in una baita sperduta nei boschi. Fin qui ci sono tutti i cliché del genere: c’è la bionda scema Jules (Anna Hutchinson), il palestrato Curt (Chris ‘Thor’ Hemsworth), l’intellettuale Holden (Jesse Williams), la vergine Dana (Kristen Connolly) e lo sballato Marty, il migliore di tutti (Fran Kranz). Ma subito cambiano le carte in tavola quando scopriremo che sia i cinque protagonisti che l’intero scenario che li circonda sono manovrati da una sala di controllo che aziona meccanicamente tutti gli eventi e anche le azioni dei ragazzi. I due supervisori di questa sorta di reality sono due magnifici caratteristi, Richard Jenkins che interpreta Sitterson e Brian White che interpreta Truman con la collaborazione della Lin interpretata da Amy Acker, che gli appassionati di serie televisive sanno essere un’attrice molto cara a Whedon (Angel).
Se pensate che quanto ho appena detto potrebbe sembrare spoileraggio a manetta sappiate che racchiude solo i primi dieci minuti di film. Capirete che aggiungere altro sarebbe come dirvi tutto e negarvi il piacere della visione. Io vi invito caldamente a farlo. Troverete spunti di riflessione, troverete sorrisi, troverete paura, troverete sangue, troverete ironia e non troverete i soliti dialoghi idioti da film slasher. Quella casa nel bosco è sì pregno dei cliché di un qualsiasi slasher, gli stessi della “sala controllo” provvederanno a crearli e, nonostante questo, risulta originale e pieno di colpi di scena perché Whedon e Goddard giocano con queste convenzioni e si divertono cambiando in continuazione i vari punti di vista. Forse la fotografia di Peter Deming è troppo scura creando una difficoltà visiva a volte eccessiva, ma questo è il pelo nell’uovo, anche se non del tutto marginale.
Simpatico, infine, il piccolo cammeo di Sigourney Weaver nei panni di “The Director”.
Andate al cinema quando potete, non ve ne pentirete.
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