Knockout: Resa dei Conti (Steven Soderbergh, 2011)

di Roberto Manuel Palo.

La noia ha imperato sovrana in questi 88 minuti di Knockout: resa dei conti di Steven Soderbergh. Un thriller-action che vanta un cast stellare diretto male da Soderbergh che sceglie la via indipendente-sperimentale dai ritmi lenti e dilatati, a discapito dell’adrenalina e delle emozioni che un appassionato del genere vorrebbe ci fossero in un action. Per non parlare dei protagonisti per nulla approfonditi e della sceneggiatura di Lem Dobbs che ha dei buchi grandi quanto un precipizio.

E’ proprio la sceneggiatura, secondo me, la rovina di questo film perché la trama, nonostante non fosse nulla di originale, è interessante e poteva essere sviluppata molto meglio con una Jason Bourne/James Bond come Mallory Kane (Gina Carano), autentica macchina da guerra specializzata nella tecnica del Muay Thai che lavora come spia del governo degli Stati Uniti. In una delle sue tante missioni, qualcosa va storto. Infatti un suo collega tenta di ucciderla, ma Mallory riesce a sventare questo tentativo e scappa, scoprendo che ormai è diventata un peso per il governo e deve essere eliminata. Per risolvere la questione, Mallory lotterà con quelli che in precedenza erano i suoi colleghi e cercherà di far fuori tutti gli uomini di potere come Coblenz (Michael Douglas) e Rodrigo (Antonio Banderas).

La visione del film è molto confusa grazie a un uso incomprensibile della tecnica del flashback durante il racconto di Mallory al suo ostaggio Scott (Michael Angarano), solo per farci capire che Mallory sta scappando da Kenneth (Ewan McGregor), assoldato per farla fuori dopo aver ucciso Jiang (Anthony Brandon Wong), l’ostaggio che Mallory aveva liberato durante la sua ultima missione (almeno così mi è parso di capire). Non funzionano neanche i colpi di scena, esigui e super-prevedibili nonostante la sopra citata confusione del plot. Accadono poi molte cose strane, come gente che si picchia senza motivo oppure improvvise apparizioni di personaggi in luoghi dove non capisci come ci siano arrivati.

La domanda sorge spontanea: perché attori di questo calibro hanno accettato di recitare in un film così brutto? Ho provato a dare una risposta a questo quesito: non si aspettavano neanche loro, forse, che la sceneggiatura di Dobbs facesse così schifo. Ma anche Soderbergh ci mette del suo. Sappiamo che il regista ormai ha scandagliato quasi tutti i generi dal cinema d’autore alla commedia commerciale, dalle produzioni indipendenti fino ad arrivare al thriller apocalittico. E’ la prima volta che si cimenta nel genere thriller-action e si vede già dalla scelta della protagonista Gina Carano, inespressiva e in grado di dare solo pugni e calci. Considerata la scarsa presenza di scene di lotta, pensate a quanto sia stata infelice questa scelta. Anche il fatto che abbia scelto la via sperimentale per un genere che fa del cervello staccato il suo punto di forza fa capire il grado di inesperienza e magari di inadeguatezza del regista rispetto a questo genere.

Appurato che l’esperimento è miseramente fallito, così come lo è stato Contagion, si spera che Soderbergh ritorni al genere che può esaltare tutte le sue qualità, ovvero quello indie. Lo speriamo tutti dai tempi del suo Che, datato 2008.

See You Soon.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.