Scontro tra titani nel nuovo film del Legendary monsterverse
Capiamoci subito ed evitiamo fraintendimenti, la nuova puntata del monsterverse (insieme al conjurverse rappresenta uno dei due shared universe sopravvissuti dopo il MCU) mi è piaciuta abbastanza. Sono certo l’avrei gradita ancor di più se l’avessi vista sul grande schermo e chissà se non avrò occasione, in un futuro non troppo remoto, di farmi sovrastare dai giganti della Legendary Pictures in una delle tante sale abbandonate a se stesse. Mi rimarrà impressa per sempre l’immagine del cinema di proprietà della chiesa, adibito a estensione della stessa. Tristezza.
Torniamo al monsterverse e diciamoci queste due parole su Godzilla vs Kong, ritorno di Adam Wingard mai così lontano da quello che fu il suo elemento naturale. Ricordo quando il fu Twitch lo presentava come il pioniere di una nuova ondata di horror d’autore dopo l’uscita di You’re Next, esagerando non tanto sull’autore (comunque sì), quanto sulla necessità di un rinnovamento di cui il genere non sentiva affatto il bisogno né all’epoca né oggi. Godzilla vs Kong non ha nulla con sé di quel Wingard, per fortuna nemmeno dell’atroce Death Note di pochi anni fa.
Sulle spalle dei giganti
Seguendo le orme dei suoi predecessori, Wingard ha continuato raccontando le storie di umani senza valore il cui triste destino è commentare gesti e intenzioni dei kaiju in avvicinamento. In teoria Godzilla vs Kong come gli altri soffre di un male che possiamo rappresentare come l’esatto opposto della sacra regola dello show, don’t tell. Non è forse lo spettatore capace benissimo di capire che Godzilla sta arrivando senza che glielo dica qualcuno? Il 90% del film è occupato da Rebecca Hall che spiega come se Godzilla incontrerà Kong, i due si malmeneranno.
Perché? Boh, però c’è un’antica rivalità e tanto basta. Tanto basterebbe davvero, sono onesto, ai miei kaiju non chiedo eccessive motivazioni a meno che non saltino fuori dalla breccia nell’oceano Pacifico e siano divisi in categorie. Il problema del monsterverse è volere ad ogni costo infilarci degli umani di mezzo senza dare loro una dignità – ma sicuramente una bella paghetta, trattandosi spesso di attori di un discreto rilievo – né uno scopo tangibile. Godzilla vs Kong esagera seguendo tre gruppi diversi: uno per Kong, uno per Godzilla e un altro per Mecha-Godzilla.

Piccoli, sporchi e inutili
La banalità affligge ciascuno di loro, azzera le sorprese e… perché mi è piaciuto allora Godzilla vs Kong? Domanda che richiede una risposta tanto semplice quanto vorrei fosse stato il film: perché i kaiju si menano parecchio e con somma gioia della PRC – come giustamente notano gli Honest Trailers – distruggono Hong Kong. Con somma gioia anche del partito democratico USA l’amico Gojira spiana anche un pezzetto del nord della Florida. Quindi mazzate, Godzilla pesta duro Kong in un paio di occasioni, Kong pesta duro qualsiasi altra cosa non sia Godzilla.
Mecha-Godzilla? Meh, avrei voluto ci fosse più a lungo, però è valsa la pena vederlo in lotta contro i protagonisti. Scene d’animazione ben dirette, spettacolari quanto basta e senza troppo impegno. Il difetto numero uno, escluse le interruzioni nonsense per seguire gli umani che commentano le battaglie, è la mancanza di fantasia nel mostrare la scala dei gladiatori: inquadrature dal basso di umani in fuga per le strade e kaiju in arrivo. La grandezza – pun intended – di Pacific Rim stava anche nell’infinità di trucchetti individuati per mostrare le dimensioni di jaeger e kaiju.

L’umanità che non voglio
Persino quella sciocchezza del pendolo di Newton aveva lo scopo di mettere in rapporto il nostro mondo con lo jaeger, Godzilla vs Kong invece non se ne cura. I titani sono bambini che rotolano e vomitano energia atomica – come ogni bambino serio e utile alla società dovrebbe saper fare, ammettiamolo – in mezzo a dei birilli dove sì, chissà, magari ci abita qualche hongkonghese. Questo sprezzo della vita umana messo a confronto con la concentrazione sulle storyline guidate dagli umani, è un controsenso che dovrebbe essere orientato da una parte e dall’altra.
Io opto per meno umani e più kaiju e se proprio noi tappi dobbiamo timbrare il cartellino pronunciando tante battute, a questo punto propongo un kaiju brawl in cui ci sia dato un solo ruolo: commentatori sportivi. Non sarebbe stupendo seguire i combattimenti con un accompagnamento degno dei migliori cronisti? Io da agnostico del calcio conosco la leggenda di Raffaele Auriemma, trovo magnifica l’idea di avere la sua foga da si gonfia la rete applicata alle lotte tra kaiju? Chi non vorrebbe urlare di voler scendere ad asciugare il sudore dalla fronte di Godzilla.
Ora cos’altro dovrei dire? Ah, sì la stessa cosa che nella mia testa risuona dopo ogni film del monsterverse: speriamo che nel prossimo ci sia più Mothra. Infatti, sono parecchio dispiaciuto della sua assenza, soprattutto dopo averla incontrata così bella in Godzilla: King of Monsters. Comunque, il mondo ha bisogno di kaiju, mostri giganti da ammirare e temere per sentirsi piccoli servitori dell’incomprensibile, lo dimostrano anche i dati del box office, mai così alti da oltre un anno. Prego te, Gojira, riapri i nostri cinema non appena sarà possibile, fatemi tornare a casa.
