Tu méritès un amour - CineFatti

Tu mérites un amour

Hafsia Herzi in fuga da un noi oppressivo

Un paio di mesi fa Mubi fece un meraviglioso dono di San Valentino, offrendo 24 ore gratuite a chiunque. Avrei voluto poterne approfittare chiudendomi nel bunker guardando un minimo di dodici film. Purtroppo però la realtà impone certe regole e allora riuscii a vedere solo l’esordio alla regia dell’attrice Hafsia Herzi, un piccolo drama sentimentale intitolato Tu merités un amour, traducibile in “ti meriti un amore” e non nel fraintendibile titolo internazionale, “ti meriti un amante”. Comunque, il succo è questo: Hafsia Herzi attrice/osservatrice ha pieno controllo del lavoro dietro la macchina da presa.

La trama è più complessa della sua esecuzione. Lila (Herzi) è ancora legata, se non innamorata, del suo bell’ex- fidanzato Rémi (Jérémie Lahuerte) e per quanto sotto sotto lo desideri, non riesce a chiudere la relazione. L’occasione arriva quando di colpo, fatto l’ennesimo tentativo di mantenere aperta la porta con Lila, Rémi annuncia di essere in partenza per un lungo viaggio in Colombia. La distanza è solo fisica, Lila continua a sentirlo telematicamente e a perdersi nelle sue promesse d’amore, anche dopo aver scoperto tramite un’altra ex di Rémi che il bastardo fa così con tutte le sue ex, senza rispetto alcuno.

Mare in tempesta

Lila però è in un periodo fragile, desidera affetto e come da titolo merita amore. Il mondo è disposto a dargliene in gran quantità, la sua bellezza non passa inosservata e molti uomini si avvicinano a lei, c’è chi la sveste con l’unica intenzione di seguirne il corpo e chi con la speranza di avviare una relazione senza però tenere in conto che Lila è persa e in cerca di un appiglio di cui non conosce ancora senso e forma. Può essere la mera sostituzione di Rémi, può essere una pura personale soddisfazione fisica o forse, molto più semplicemente, solo il riconoscimento di sé all’interno di un noi.

In Tu mérites un amour se vogliamo essere ciechi possiamo fermarci a spiare solo i rapporti di Lila confondendoli coi reali turbamenti che la guidano silenziosa e affranta tra le strade della città. Hafsia Herzi è ottima interprete, stanca nello sguardo e vulnerabile davanti agli uomini che ne calpestano la strada senza aver chiaro il quadro, ma anche eccellente regista che con eleganza giunge al significato ultimo della sua pellicola con pochi dialoghi e una semplicità sconfinata. Lila cammina, c’è chi si avvicina e le propone di uscire, lei accetta e così si ripete, ancora e ancora, con la stessa dinamica.

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Lila in uno dei suoi casuali incontri.

Sono alte onde che rappresentano il quotidiano della ragazza, ridotta da un bastardo ex manipolatore – una delle molte forme di violenza contro le donne – a una fragile barca che altro non può che farsi trasportare da un mare in tempesta in direzioni sparse. Le forti raffiche di vento non sono guizzi registici particolari, scene madri né altro: lo sguardo di Lila è lo specchio dove Hafsia Herzi trova approdo per il senso ultimo. Quanto riesce a reggerlo mentre gli altri scrivono la loro vita su di lei? Speranze, desideri e afflizioni caricate sulle sue spalle, tanto da non renderla capace di tenere gli occhi puntati davanti a sé.

Finché non arriva la realizzazione, da non confondere con l’amore.

Tu mérites un amour serve a riportare chi ha bisogno di riconoscere un io al di fuori di un noi.

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