Il mondo di King si ricostruisce dalle ceneri di the Stand
Abbiamo assistito alla fine del mondo in the Stand, ora è il momento di ricostruire aspettative e desideri. Sono stati due mesi di relativo silenzio dal cinema e dalla televisione, dopo un anno ricco di novità e progetti messi in cantiere, ora di Stephen King si parla sempre meno. Senza lasciarmi influenzare dal deragliamento della miniserie CBS All Access, ammetto che questa è in sé una buona notizia. Lo spettatore fedele adesso ha bisogno di prendere fiato e fare mente locale su tutto ciò che arriverà nei prossimi due anni.
Entro il successivo cineking torneremo a essere fedeli lettori con l’arrivo di Later, il nuovo romanzo negli USA pubblicato dalla Hard Case Crime – i collezionisti vorranno acquistare il boxset che lo include insieme agli altri due titoli dalla HCC, Joyland e the Colorado Kid – il prossimo marzo anche in Italia con la Sperling & Kupfer. Nel frattempo è stato annunciato anche il romanzo che lo seguirà, previsto per il prossimo 3 agosto: Billy Summers. Noi possiamo aspettarci di vederlo in Italia qualche mese dopo sotto Natale, presumo.
Il contenuto del big one di 528 pagine annunciato sarà molto “dexteriano”, un serial killer di cattivoni. Un’idea abbastanza stantia e in tutta onestà anche l’estratto pubblicato su Entertainment Weekly! non è entusiasmante. C’è però sempre tempo per ricredersi e anche se la qualità della scrittura del Re è caduta qualche gradino in basso negli ultimi anni, sperare non ha mai ucciso nessuno. In fin dei conti the Institute pur essendo la ripetizione di temi da lui già ampiamente affrontati, aveva dei passaggi davvero niente male.
Pssss, vi ricordo che c’è anche questo eh!
Quel che fu e quel che sarà
O sarà perché ho sempre immaginato Mrs. Sigsby con le fattezze di Sigourney Weaver? Vi butto così pure un briciolo di fake casting da sogno per il futuro adattamento di the Institute (ricordo che è prevista una miniserie). Chiaramente King poteva mai non annunciare già un altro romanzo ancora? A parte il famigerato the Assassin di cui ormai si parla da anni senza avere nessun annuncio fatto di carta e inchiostro, King è al lavoro su uno nuovo che a sua detta sarà uno di quelli “grossi”, in termini kinghiani traducibile in 800-1000 pagine.
Prendiamo una pausa da King stesso e domandiamoci lui cosa legge. La risposta è “di tutto”, il figlio Joe Hill ammise di non riuscire a leggere con la stessa velocità del padre, ma in questo caso quello che ci interessa sono i suoi consigli dal 2020 riportati da Amazon: Utopia Avenue di David Mitchell, Papi: My Story di David Ortiz e Michael Holley, the End of October di Lawrence Wright e the Strangler di William Landay. Un biografico e tre romanzi che il fan(atico) kinghiano potrebbe voler leggere per entrare 2 secondi nella sua testa.

Chi in quel cranio ha provato già a entrarci è stato Jonathan Schaech insieme al fedele compagno di scrittura kinghiana Richard Chizmar, quando con la produzione di Akiva Goldsman scrissero la sceneggiatura di Black House, adattamento del romanzo di Stephen King e Peter Straub. Il progetto fu cancellato, entrò in conflitto con chi deteneva i diritti de Il talismano (a memoria la Amblin Entertainment), di cui Black House è il seguito. Lo tiro in ballo perché Lilja’s Library ne annuncia l’uscita in sole 750 copie, pubblicata da Borderland Press. Uscirà il 6 marzo e per i collezionisti duri e puri è anche abbordabile, solo 30,00$.
Twisted Firestarter!
Ma insomma, quali novità dal cinema e dalla televisione? Sono davvero pochissime anche questo mese. Le principali arrivano dalla pre-produzione di Firestarter (L’incendiaria) di cui si curerà Keith Thomas, esordiente nel 2019-2020, visto in sala con l’horror the Vigil. Onestamente non mi ha impressionato – vi invito a leggere Lucia che invece gradì – ma si dimostrò comunque capace di gestire una sceneggiatura con dei punti saldi e soprattutto a creare un’ottima atmosfera. Se sarà adatto a Firestarter, lo vedremo in futuro.
Intanto King approva la sua sceneggiatura, sappiamo però che si tratta però del solito timbro d’approvazione stabilito dal contratto, anche se a leggere il non sempre affidabile We Got This Covered, lo scrittore sarebbe molto coinvolto nella produzione perché stanco della qualità cadente degli adattamenti dei suoi romanzi. Che mi preoccupa ancora di più visto che King non ha esattamente questo gran gusto, oltre al fatto che negli ultimi anni la qualità cinematografica più che calare è salita grazie a Flanagan, Muschietti e altri piccoli autori.

Thomas dichiara: “ha visto the Vigil, mi approva come regista e ha letto la sceneggiatura sin dalle prime bozze, ne è molto contento. È emozonato, è presente per tutto il percorso.” E speriamo non sia troppo emozionato, perché sappiamo cosa emoziona King in certe occasioni. Con Firestarter non finisce qui e questo non è fake: Michael Greyeyes è stato ingaggiato per interpretare l’assassino dello Shop, John Rainbird. Nel 1984 in quel ruolo ci fu addirittura George C. Scott, ma è bello vedere il ruolo di un nativo affidato a un nativo.
Piovono King, mettiti il soprabito
Henrik Bastin è uscito dal gruppo. Sì, nemmeno io sapevo chi era e poco importa, perché per dirla in parole povere è il nuovo AD della sua Fabel Entertainment e fra i progetti della neo-compagnia figura il primo racconto di Cuori in Atlantide: Uomini bassi in soprabito giallo. Se fossimo ancora in quella ormai lontana epoca fatta di universi condivisi a destra e manca, adesso sarei eccitato all’idea di un potenziale legame con La torre nera, ma figurarsi se possa mai accadere un miracolo simile, è fantascienza oscura. Non c’entra nulla con King, ma alla Fabel hanno in pre- anche una serie su Oliver Sacks. Sono curiosissimo.

È l’ultima novità, e allora quale migliore occasione di questa per un recap degli adattamenti? La lista aumenta di uno grazie all’ingresso di the Ten O’ Clock People, giacché La lunga marcia aveva messo in pari mesi fa il crollo di Revival. Lo scorso mese fra un episodio di the Stand e l’altro, riportai la “tragica” notizia, Mike Flanagan non avrebbe più lavorato all’adattamento del recente romanzo kinghiano. Poco male, l’ho già detto in apertura, perché da aspettare ne abbiamo di serie e film e c’è da chiedersi quanti varranno la pena.
- La storia di Lisey per Pablo Larraín su AppleTv+;
- Il remake “modernizzato” di Misery è in pre-produzione;
- Le notti di Salem con Gary Dauberman alla regia;
- La serie prequel Overlook in pre-produzione alla HBO;
- Adrien Brody per Chapelwaite su Epix tratto da Jerusalem’s Lot;
- Alex Ross Perry dirigerà La metà oscura;
- Buick 8 prodotto da Thomas Jane e diretto da Jim Mickle;
- David E. Kelly e Jack Bender scrivono la miniserie L’istituto;
- Il talismano siede buono alla Amblin di Spielberg;
- Owen King sta scrivendo Sleeping Beauties per la AMC;
- Keith Thomas e Scott Teems per L’incendiaria;
Revival sceneggiato da Mike Flanagan e Trevor Macy;- La bambina che amava Tom Gordon diretto da Lynne Ramsay;
- A tutto gas di Joe Hill e papà King su HBO Max;
- I figli del grano ritornano con Kurt Wimmer alla regia;
- Ratto per la regia e sceneggiatura di Ben Stiller;
- Il telefono del signor Harrigan con regia di John Lee Hancock;
- La vita di Chuck prodotto da Darren Aronofsky;
- Il piccolo dio verde del dolore alla Lionsgate;
- Uomini bassi in soprabito giallo alla Fabel Entertainment;
- La lunga marcia diretto da André Øvredal;
- Revelations in serie per il canale The CW.
Io attendo con ansia La bambina che amava Tom Gordon soprattutto dopo aver visto chi è la regista. Comunque non puoi immaginare che dolore sapere che Flanagan non farà più Revival.
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Sono emozionatissimo all’idea della Ramsay con quel romanzo per mano, è uno dei film tratti da King che attendo di più. Anzi, in effetti tolto Flanagan dal panorama mi sa che è IL film che attendo di più.
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Quanti varranno la pena… mah, bella domanda. I nomi coinvolti sono talmente diversi tra loro, e talmente particolari, che appare difficile dirlo. Certo non riesco a reprimere un brivido al pensiero di Owen King che scrive Sleeping Beauties, dopo aver firmato il terribile The Walk per The Stand (al tal proposito, credo che abbiamo speso abbastanza parole su quella serie; ho letto anche il tuo recap sull’ultimo episodio e sono d’accordo: alla fine la grande rivincita di Frannie è sfornare pargoli a spron battuto. Sono sicuro che King l’abbia intesa come una seconda Eva, ma c’erano sicuramente modi più raffinati di dare lo stesso messaggio. Infine, mi ha fatto morire dal ridere la regia del finale, con le inquadrature scelte apposta per nascondere il pipino di Flagg; ma se devi mettere un nudo e poi nasconderlo in maniera così imbarazzata piuttosto non farlo! Lascialo vestito e buona così)
Sono molto curioso per Aronofsky e Vita di Chuck, mentre leggendo The CW non so se sono pronto per sorbirmi stagioni e stagioni di teen drama; c’è un limite a tutto, anche all’affetto che nutro per Stephen King. Ben Stiller mi lascia quantomeno perplesso abbinato a Il Ratto, mentre ho un disinteresse nemmeno misurabile per il presule sull’Overlook e il remake “modernizzato” di Misery – che poi modernizzato… come? Avrà un computer al posto della macchina da scrivere?
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Sì, sembrava quella scena di Austin Powers in cui tiravano fuori la qualunque per coprire il pene a Mike Myers. A ‘sto punto potevano pure metterlo nudo e basta. Anche perché poi è pure idiota come cosa, perché diamine vestirsi “come loro” se poi parla in inglese, senza motivo? Si presenta con un nome che capirà solo lui. Proprio brutto, peccato enorme.
Io col teen drama the CW sono pronto proprio perché di solito i teen drama li fanno davvero bene. Il loro è l’unico universo condiviso funzionante dopo il MCU, hanno talento da quelle parti. Nulla da dire su Owen King, ma io ancora devo leggere Sleeping Beauties, ma Francesca mi raccontava sempre di quanto fosse brutto il romanzo. Ma lo leggerò, dopo aver riletto La storia di Lisey, perché quello è l’adattamento che attendo di più. Ben Stiller secondo me può funzionare in formato tragicomico come Walter Mitty, è un buon regista. Dei cavalli su cui scommettere però, quelli senza un nome importante dietro, c’è Chapelwaite che secondo me promette bene. Già solo perché dovrebbe essere lovecraftiano. Il remake modernizzato di Misery se non ricordo male aveva a che fare con la questione di genere, come Carrie, in cui si dice sempre che sarà rifatto con una transessuale protagonista. Che avrebbe tantissimo senso.
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