Promising Young Woman - CineFatti

Promising Young Woman

Emerald Fennell propone una variante al rape and revenge: la rape culture and revenge

Esiste lo stupro e poi c’è la cultura dello stupro. Il cinema sul primo ci ha marciato senza alcuna considerazione, sfruttandolo alla pari di una qualunque scena di sesso; sulla seconda si sta svegliando a dovere solamente ora e possiamo annunciarci fra noi spettatori l’avvento del Messia: Promising Young Woman. È il film perfetto diviso equamente fra dramma personale e rape and revenge, senza essere davvero nessuno dei due. Appartiene a quella categoria di prodotti ibridi ch’è meglio lasciare senza etichetta, conta solamente il messaggio.

Sulla trama dell’esordio alla regia di Emerald Fennell voglio scrivere il meno possibile per non abboffarvi di spoiler. Vi basti sapere che Cassandra (Carey Mulligan) è una donna sui trent’anni rimasta ferita dalla morte della sua amica Nina, vittima di uno stupro di gruppo durante una festa al college. Sopravvisse quanto basta per sottoporre il suo corpo all’esame degli avvocati e degli amministratori della facoltà di medicina. Smembrata dallo stupro prima, uccisa dalla cultura omertosa poi, quel mostro strisciante annidato dentro uno dei reati più disgustosi.

Nina non vide mai il tribunale, noi spettatori non vedremo mai Nina, lo stupro né il suicidio sottinteso. Quella vita sfasciata e gettata via la osserviamo solo attraverso la vendetta di Cassandra. Ma vendetta è la parola giusta? Io sono convinto lo sia solo fino a un certo punto, è un termine che ci viene in aiuto perché abituati a considerare le azioni di una donna susseguenti a uno stupro come alla ricerca dell’applicazione della legge del taglione. Promising Young Woman però non è così semplice: la reazione di Cassandra è un caleidoscopio di reazioni esplosive.

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Crocefissa all’altare dell’uomo

Addestrando la bestia

La parola che ritengo adatta è educazione. Incontriamo Cassandra ubriaca fradicia in un locale, adescata dal classico bravo ragazzo che vuole solo metterla in salvo da chi potrebbe approfittarsene – lui stesso! – finché non svela di essere pienamente lucida e… non voglio raccontare altro. Promising Young Woman svela man mano il modus operandi di Cassandra, niente affatto scontato come potrebbe apparire. Attaccherà le persone colpevoli della morte di Nina solo in un secondo momento, il obiettivo a latere è addestrare gli uomini a mo’ di bestie incontrollabili.

Instaura una sorta di regime di terrore dopo aver testato la moralità degli uomini adescati seguendo letteralmente uno script. Se proni allo stupro allora agisce di conseguenza. Promising Young Woman lascia intendere che finora ha incontrato solo predatori, con l’eccezione del dr. Ryan di Bo Burnham – lui alla regia esordì tre anni fa con Eighth Grade – destinato a rappresentare entrambe le anime di Cassandra: la ferita e la Promising Young Woman del titolo. Ferita è un altro termine che preferisco utilizzare rispetto a vendicativa, calza a pennello.

Lo spettatore è invitato a fare una scelta giunto a questo bivio etico: considerarla vendetta perché propone una punizione per il genere e le persone macchiatesi di un reato oppure ferita perché in realtà procede a tentoni, mostrando le ragioni del suo dolore nella speranza che il mondo si accorga di quanto il taglio sia profondo. La seconda opzione è a mio giudizio la via corretta, perché sostenuta dalla totale assenza di competenze specifiche in Cassandra che le possano consentire di sopravvivere a una eventuale rappresaglia delle sue vittime.

Nicchie culturali

È fantastico come Promising Young Woman riesca a ribaltare lo stesso glossario della cultura dello stupro. A scavare nella terminologia rigirata come una frittata contro chi davvero ha subito violenza. Me ne accorgo scrivendo e dunque lo stesso parlare di vittime perde di senso, vediamo in atto molteplici tentativi di victim blaming quando ben sappiamo cosa davvero stava accadendo, Emerald Fennell è chirurgica nello smantellare le costruzioni culturali innalzate dai colpevoli. In una scenetta con Christopher Mintz-Plasse è demolito anche il not all men.

C’è una scena in particolare però dove ho visto uscirmi il cuore dal petto, una frazione di secondo. Cassandra è impiegata in un bar dalla sua amica interpretata da Laverne Cox – lavora sempre troppo poco. Su una delle pareti vi è un bassorilievo a mo’ di cammeo rappresentante un profilo di donna. La donna classica, la donna compagna fedele, la donna moglie, la donna com’è stata concepita per… sempre? Esattamente lo stereotipo da cui Cassie è stata strappata via dalla consapevolezza di essere solo carne e sangue e non una promettente dottoressa.

La relazione instaurata col dr. Ryan le restituisce quel tanto di fiducia e voglia di vivere che la riporta dentro quello schema e in un istante Fennell inquadra Carey Mulligan in sovrapposizione a quel profilo. Cassie ritorna in sé oppure ritorna in loro? È la domanda che mi ha fatto innamorare di Promising Young Woman. È una ferita ricucita dall’aver incontrato una persona lontana da quel mondo di uomini stupratori propensi alla goliardata – le chiamano così, so’ ragazzi, boys will be boys. Non è forse che la società trova il modo di costringerti a tornare al tuo posto?

L’iconografia della donna immacolata

La giustizia universale

La soluzione finale di Promising Young Woman è soddisfacente a metà. Il messaggio lo interpreto con durezza: il cambiamento è impossibile avvicinarlo senza sacrificio, è irraggiungibile senza colpire con mano ferma. Ma è davvero cambiamento quello che Emerald Fennell mostra in coda al film oppure è solo giustizia? La pervasività della cultura dello stupro è il focus di Promising Young Woman e va ben oltre la semplice vendetta personale proprio perché sullo schermo osserviamo una disanima che non mostrando lo stupro è come se non lo considerasse.

È ovvio che c’è stato, è ovvio che è esistito. È ovvio che tutti donne e uomini condanniamo lo stupro in forma ideale: violenza fisica non consensuale, una barbarie. Il concetto però è ridotto all’osso perché su quello striminzito ammasso di carne maciullata da un uomo viene riversata una discarica di attenuanti e una delle più orrende è pronunciata in vista della fine dal villain principale: è l’incubo peggiore di ogni uomo essere accusato di stupro. Ogni uomo in Promising Young Woman è colpevole e ognuno è assolutamente pronto a condannare la violenza sessuale.

Un po’ come ognuno di loro è pronto a commetterla.

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Adam Brooks, uno dei bravi ragazzi

Se qualcuno trova opinabile la radicalità di Fennell nella rappresentazione del genere maschile, rispondo ricordando che essere di parte va bene. Mostrare ogni cosa da entrambi i punti di vista non è sempre un sostegno positivo in qualsiasi dibattito, specialmente perché l’opposto (tradotto significa “maschile”) è stato l’unico sul mercato. Se hai la tua ragione da difendere, interrompere il discorso per dire “ci sono anche quelli buoni” mina la tua argomentazione e devia lo sguardo dall’obiettivo. Chi vuole un personaggio maschile positivo può guardare al padre di Cassandra, Clancy Brown. Lui è sempre positivo, qualsiasi cosa faccia, per il solo fatto di essere Clancy Brown.

Il resto è morte e pestilenza in cui Cassie si getta col terrore negli occhi. Raccoglie il coraggio datole dall’amore per l’amica uccisa – un suicidio in seguito a un abuso sessuale ai miei occhi è un omicidio a scoppio ritardato – e col sangue gelido nelle vene mostra denti e artigli al nemico. Emerald Fennell non ha una vera eroina protagonista: ha una donna fragile, spaventata, vittima a sua volta dello stupro. Come puoi sentirti sicura vivendo nel mondo che da un giorno all’altro ha frantumato una promising young woman come Nina? O meglio, che ha rischiato di distruggere la vita ai promising young men che lei accusò di averla violentata. Oh, è il loro peggiore incubo.

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8 pensieri su “Promising Young Woman

    1. Sì, ne hanno fatti di orrori in questo genere, ma è già qualche anno che si stanno vedendo dei grandissimi film. The Nightingale di Jennifer Kent è un capolavoro senza se e senza ma, Revenge di Coralie Fargeat è un ottimo prodotto pure e so che devo proprio sbrigarmi a vedere M.F.A. di cui si è sempre detto un gran bene.

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      1. Sì, che il problema è quello. Uso sempre Bombshell di Jay Roach come esempio di film che marcia molto sul voyeurismo per raccontare la violenza sessuale. Il potenziale invece c’è eccome e questo Promising Young Woman secondo me lo usa tutto, uscendo pure dal genere in cui era incastrato, l’horror.

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  1. Anche tu poni l’accento sull’inutilità di sottolineare quel “not all men” che poi è talmente scontato che non serve sottolinearlo. Il film sembra molto interessante, ma soprattutto coinvolgente sia dal punto di vista emotivo che intellettivo, quindi non vedo l’ora di riuscire a vederlo anche io.

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    1. Scontato è un eufemismo, definiamolo pure una paraculata egocentrica. Sottolineare come “non tutti” siano parte del problema fa automaticamente di te parte del problema, perché non stai a sentire, indica che la tua sola preoccupazione è essere visto in una luce positiva, sotto al faro sul palcoscenico. In nessuna situazione specificare “io però no” è considerato un contributo intelligente alla conversazione, diciamocelo, men che meno in discussioni fondamentali come questa.
      Il film è veramente bello, spero abbia la giusta diffusione, nonostante il periodo. Avrebbe meritato persino una puntatina agli Oscar, ma dubito possa accadere proprio per questa presa di posizione radicale e il suo non volere chinare il caso al “not all men”.

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