Perfectos Desconocidos trasforma il dramma in farsa.
Domanda retorica: sapete qual è il film drammatico italiano di maggior successo della storia? Ebbene sì, coi suoi oltre 17 milioni di euro Perfetti sconosciuti è entrato nel nostro personalissimo Guinness dei Primati, Paolo Genovese ha toccato le stelle e raggiunto l’olimpo insieme a Checco Zalone, cinepanettoni e Leonardo Pieraccioni.
La regola del mercato (non sbaglia mai) vuole qualsiasi cosa raggiunga un certo risultato economico sia imitata. Perfetti sconosciuti a distanza di qualche settimana dal suo inatteso exploit al botteghino fu acquistato per una marea di remake in giro per il mondo. Gli USA ci stanno lavorando, la Sud Corea è in pre-produzione.
Stando alla pagina wikipedia in Grecia è già uscito il primo remake e in Turchia la buona Serra Yilmaz, attrice feticcio di Ferzan Ozpetek, ha debuttato alla regia proprio quest’anno col testo di Genovese mentre in Argentina il mitico Guillermo Francella ne guida la versione teatrale.
Che dire invece della Spagna?
In un’intervista Álex de la Iglesia mi ha sorpreso: il suo Perfectos desconocidos uscito il primo dicembre del 2017 a quanto pare non va annoverato in toto tra i remake del film di Paolo Genovese. Ne è un secondo adattamento e per una semplice ragione.
Il regno della Medusa
Saprete tutti il braccio di Silvio si estende oltre il confine italiano e possiede in Spagna un canale televisivo che in quelle terre mi fu descritto come una sequela di donne in abiti succinti esposte come soprammobili in vari orari.
Vi ricorderà qualcosa questa Telecinco, proprietà dell’impero mediatico di Berlusconi e collegato alla Medusa Film che ormai qualche anno fa opzionò un soggetto e una sceneggiatura e la inviò a due diversi autori.
Paolo Genovese fu il più svelto dei due ma prima di esordire nelle sale italiane e farsi notare nei sette mari, De la Iglesia aveva già letto lo script in attesa di poterlo girare. Sarebbe ipocrita a questo punto immaginare l’amato Álex non abbia mai guardato il capostipite, tuttavia Perfectos Desconocidos si presenta come suo al 100%.
La comunidad di sconosciuti
Così come Genovese in Italia con le sue storielle realistiche strozzate da un momento di irrealtà era l’uomo giusto per dirigere Perfetti sconosciuti – possiamo dire altrimenti visti gli incassi? – il caro De la Iglesia di cui su CineFatti siamo fan è l’ideale regista per Perfectos Desconocidos col suo curriculum fatto di comunità marce e fasulle.
Protagoniste tre coppie e un solitario: il duo giovanile e appassionato (Eduardo Noriega e Dafne Fernández) contrapposto ai freddi coniugi con problemi familiari (Ernesto Alterio e Juana Acosta), sotto gli occhi degli ospiti affogati nell’ incomunicabilità (Bélen Rueda e Eduard Fernández) e il non accompagnato (Pepón Nieto).
Il gioco lo conoscono pure nella tundra siberiana, per una sciagurata idea della new entry Blanca (Fernández) il gruppo accetta di condividere davanti ai commensali qualsiasi messaggio o telefonata ricevuta col proprio smartphone. Perché? Per paura di rifiutarsi e dunque ammettere di avere qualcosa da nascondere al partner.
Un dramma?
Genovese fece una scelta evidente, Perfetti sconosciuti per lui era un dramma dell’ipocrisia borghese – nel cinema italiano sono sempre tutti borghesi – di stampo anche un filino tecnofobico. A parer del sottoscritto il risultato fu un eccesso di cinismo con un finale spuntato fuori dal nulla senza un minimo di background.
Se siete contrari alla mia lettura vi consiglio invece le visioni positive descritte nella nostra recensione e nella riflessione indisciplinata del nostro amico David Viganò.
Álex de la Iglesia sfrutta invece al massimo due elementi portanti della sceneggiatura: trasforma gli eccessi in farsa e a partire dalla colonna sonora di Víctor Reyes dà al suo film lo schema di una commedia nera. Stimola una escalation bizzarra sullo sfondo di un elemento fantastico a malapena accennato in Perfetti sconosciuti.
L’eclissi di sangue
La ragione dell’invito a cena è la bella terrazza degli ospiti da cui osservare un raro evento astronomico, una eclisse che darà alla Luna una particolare tonalità di rosso. Una circostanza considerata un cattivo presagio in antichità e in Perfectos Desconocidos infiltratasi nelle scene chiave per mostrare un cambiamento nelle persone.
Aumenta l’aggressività e si moltiplicano le fughe dalla norma tra le strade, mentre i Perfectos Desconocidos si preparano alla loro notte di rivelazioni sconvolgenti. Le stesse identiche già vissute in Perfetti sconosciuti ma rese sempre con quella nota musicale a sfottò e la macchina da presa curiosa a seguire occhi e stranezze del gruppo.
Introduzione a catena
Spazio a vizi e virtù dai primi minuti a seguire e sparsi nelle scene antecedenti l’inondazione di suonerie e messaggi istantanei. Delle inclinazioni di uno o dell’altra possiamo intuire qualcosa da piccole innovazioni portate da De la Iglesia nel cast, Dafne Fernández e Bélen Rueda in particolare sono la novità.
Entrambe hanno un ruolo e uno stile di recitazione diverso da affrontare, a tal punto da introdurre un finale alternativo all’originale di Paolo Genovese e lasciare gli spettatori in una conclusione dolce-amara che certo non starò qui a svelarvi. Peraltro da rivedere per comprendere forza ed estensione della sottotrama “fantasy”.
In un ideale confronto artistico De la Iglesia vince a man basse contro Genovese. La farsa era senz’altro la strada migliore per la sceneggiatura ricevuta e la capacità di dirigere gli attori vola in alto rispetto alla versione italiana dove la regia muta e senza personalità viveva della fortuna di lavorare con attori straordinari pieni di carisma.
Fausto Vernazzani
Voto: 3/5
Interessante leggere delle differenze con il film italiano (che non ho visto)! Grazie della recensione!
https://vengonofuoridallefottutepareti.wordpress.com/2018/01/11/perfectos-desconocidos-si-ride/
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Al contrario tuo sono un fan sfegatato di De la Iglesias, quindi il merito del successo di questo film ti assicuro che è tutto suo :P come Genovese rese la sceneggiatura non mi è mai piaciuto, troppo drammatica e senza un minimo di spirito, al contrario di quanto ha saputo fare il buon Alex!
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Ma alla fine lo guardo sempre volentieri De la Iglesia, però sì, ammetto che raramente riesce ad entusiasmarmi senza se e senza ma! :–)
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Io sono assai lontano dallo stile e dalla visione cinematografica di De La Iglesias, anche se ho visto molti suoi film. Sono curioso di visionare questo rielaborazione del bellissimo film di Genovese- il quale si sta mostrando un regista im crescita visto anche l’ultimo splendido The Place.
Mi fa piacere che un film italiano oltre al grande incasso sia fonte di remake in ogni angolo del mondo. Ti dirò fosse pure il remake di quo vado, sarei felicissimo per il risultato. No, forse quo vado no.. ^_^
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Ah se il cinema italiano ha successo fa piacere anche a me se poi porta a dei bei risultati :P il remake di Quo vado direi però non lo faranno!
Questi di Perfetti sconosciuti mi piacerebbe vederli tutti!
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Anche a me!
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