Con Veronica Paco Plaza torna all’horror nel segno di Netflix.
Dopo la trilogia di REC, Paco Plaza torna alla regia di un horror con Veronica, disponibile su Netflix. Ispirato a un verbale della polizia scritto nel 1991 su possibili eventi paranormali che determinarono la morte della diciottenne Estefania Gutierrez Lazaro, il film segna l’esordio assoluto per l’attrice Sandra Escacena che, se vogliamo fare un pronostico, ha la strada spianata verso un futuro radioso.
La Escacena interpreta la Veronica del titolo, quindicenne che, a causa della perdita del padre e di una madre immersa nel lavoro, si ritrova a fare da tata alle due sorelline e al piccolo fratello, gestendo anche la casa. Il vuoto affettivo spinge Veronica a usare una tavola Ouija per evocare lo spirito del papà, ottenendo però la liberazione di uno spirito che minaccerà lei e i suoi parenti.
A bassa voce
Diciamolo subito: la sceneggiatura dello stesso regista e di Fernando Navarro non aggiunge nulla di nuovo al panorama horror, in particolare al genere della possessione, ma tutto è stato orchestrato a regola d’arte e il colpo di scena finale riesce perfino a sorprendere.
Un pregio indiscutibile di Veronica è l’assenza di jump scare, o almeno quei pochi che ci sono non risultano fini a se stessi come avviene nella maggior parte dei film della categoria.
Plaza è abile nel creare tensione senza alzare il volume improvvisamente, costruendo un’ambientazione opprimente e claustrofobica, usando trovate efficaci – come la lunga e spaventosa ombra che si muove sulle pareti delle stanze – e citando un po’ l’inizio de Il giorno degli zombi di Romero quando le mani della presenza tentano di agguantare Veronica.
Notevole anche la cura dell’ambientazione temporale: nel 1991 le tecnologie digitali di oggi non erano ancora state sviluppate, quindi per Veronica diventa sempre più complicato capire come liberarsi dello spirito e proteggere i piccoli della famiglia avendo come unici aiuti una rivista di occultismo e una suora non vedente (Consuelo Trujillo) che sembra l’unica a capire cosa stia succedendo nella casa.
Empatia e speranza
Grazie all’accurata caratterizzazione di Veronica, un’adolescente costretta a responsabilità più grandi di lei quando vorrebbe solo vivere una vita normale divertendosi e uscendo con le amiche, Plaza riesce a stabilire una forte empatia tra la tragedia della protagonista e lo spettatore, che a tratti potrebbe persino commuoversi e arrivare a sperare che tutto si risolva per il meglio.
Questo però è reso possibile anche dalla stupenda prova recitativa di Sandra Escacena, che nel volto e nel corpo incide tutto il peso del cambiamento prima e dopo l’evocazione.
A Plaza va il merito di aver realizzato un film riuscito su più fronti – fra i quali si distingue anche l’ottima qualità degli effetti splatter artigianali. Il suo ritorno alla regia, dopo il discutibile Rec 3, non può che creare interesse per il suo prossimo progetto, dal titolo stuzzicante di Quien a hierro mata.
Roberto Manuel Palo
Voto: 3.5/5
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