Orange is the New Black: tutte le sfumature della rivolta

Orange is the New Black (and it’s really black)

Inizia come una commedia sboccata e un po’ osé (anche se il termine è demodé) per sfociare nel dramma: Orange is the New Black ha tante sfumature quante sono le sue protagoniste. Perché non è mai stata solo e soltanto Piper Chapman, alias dell’autrice Piper Kerman con il volto di Taylor Schilling.

Tra un flashback e l’altro le abbiamo conosciute tutte, le prigioniere di Litchfield, the animals trapped trapped trapped ‘til the cage is full. E le abbiamo amate, chi più chi meno. Fino alla svolta tragica della quarta stagione, alla malinconia di un sorriso interrotto e alla polveriera di rabbia che nascondeva.

Così la quinta stagione non poteva far altro che soffiare sulla miccia e lasciare esplodere il disastro. Un disastro fatto (come in precedenza) di piccoli ma rumorosi effetti domino, fra pezzi unici nel loro genere e insieme ugualmente capaci di decidere le sorti del gioco, influenzare la struttura.

Spara, amore, dritto qui

Cliffhanger e flashback restano il vizio principale dello show di Jenji Kohan, che riprende esattamente dal punto in cui aveva stoppato di colpo la storia. Un vero colpo. Cosa succederà d’ora in avanti, quali saranno le conseguenze dell’escalation di ingiustizie e violenza culminata nello scorso finale di stagione, sono solo alcune delle domande che mettono in moto la macchina narrativa del quinto capitolo di Orange is the New Black.

Rapporti, nessi, azioni e relazioni: una volta descritta ogni pedina in gioco ed escludendo quelle scese in campo relativamente da poco, non rimane che rappresentare la scacchiera. Dalla parte al tutto. Un passaggio difficile, insolito, forzatamente graduale, pagato da OitNB in termini di ritmo, con un incipit che arriva a rendere stancante perfino un personaggio straordinario come la Red di Kate Mulgrew.

Ma dal quarto episodio in poi la parola d’ordine diventa capovolgimento e le chiacchiere si azzerano – o almeno smettono di girare a vuoto. La scena va di nuovo alla Mulgrew, agli splendidi Occhi Pazzi di Uzo Aduba, allo sguardo e all’ugola vibrante di Danielle Brooks – la leading actress morale della stagione.

Danielle/Taystee - Orange is the New Black 5

La banale complessità del Male

C’è Piscatella (da leggersi con l’accento russo di Red o non vale) e c’è la sua storia, che chi ha avuto modo di seguire Orange is the New Black con costanza sarà ben sorpreso di scoprire ne Il tocco di Re Mida al contrario, uno degli episodi più emotivamente insostenibili mai visti sul piccolo schermo.

Contro il muro delle sue spalle nulla possono i tocchi di colore delle giovani latine o della coppia di tossiche stupide e sdentate: ancora una volta vince la tragedia. Vince la visione di un sistema insanabile di sorvegliati e puniti che si alternano grottescamente nell’esercizio del potere, dove l’utopia di una comunità autogestita finisce con l’assomigliare al peggiore dei mondi possibili.

 Suzanne takes your hand

Ma nonostante lo sporco delle cose OitNB mantiene anche stavolta una promessa di speranza. Nelle telefonate materne di Mendoza (Selenis Leyva) come nei monologhi di Taystee (Brooks). Tra i festoni di libri inventati da Brook Soso (Kimiko Glenn) come nell’amore di Nicky (Natasha Lyonne) per Lorna (Yael Stone) o di Piper per Alex (Laura Prepon).

E, sopra tutte le altre, nell’anima bella di Suzanne. Nuda e spaventata e semplice come la bambina che non ha mai smesso di essere e che del cielo sa dire soltanto che è azzurro

anche quando ci sono le nuvole grigie a coprirlo.

Dopo l’ennesimo e letterale colpo di scena conclusivo, guardare il nuovo orizzonte di Orange is the New Black in questa prospettiva fa un po’ meno paura.

Francesca Fichera

 

4 pensieri su “Orange is the New Black: tutte le sfumature della rivolta

  1. Da quando un amico blogger (Cassidy) me l’ha fatta conoscere, a metà terza stagione, sono diventato un OITNB addicted ^_^
    Ho appena divorato questa nuova stagione, che purtroppo considero “di transizione”: il pensiero di aspettare un altro anno per avere “carne al fuoco” mi fa andare fuori di testa…
    Non l’ho trovata incisiva come le altre, ma per carità: è sempre un prodotto di altissimo livello e me lo guardo come fosse oro! Ormai è impegnata a fare piccoli ruoli in grandi film, ma spero che torni a fare capolino nella serie Ruby “Don’t Trust Bitches” Rose :-P

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    1. Grande! Diciamo che per quanto mi riguarda si è fatta strada la sensazione che OitNB, a parte l’inizio, abbia qualche difficoltà con le stagioni di numero dispari. Concordo con te sul fatto che questa quinta sia prettamente di transizione, mentre (almeno per me) la terza dava troppo l’idea di essere di riempimento… Ma, ecco, anche il peggio di OitNB è molto meglio di tantissime altre cose! Fermo restando che il climax ascendente del quinto capitolo mi ha davvero stregata, Aduba e Mulgrew uber alles. Un ritorno di Ruby Rose? Visti gli sviluppi conclusivi, non lo escluderei :D

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      1. Spettacolare poi la graffiante critica del fenomeno degli youtubers: i dialoghi fra le due latine sono davvero ben scritti, e testimoniano un “mondo di sotto” che dimostra quanto la serie sia dannatamente buona. Non ci sono dialoghi a caso, sono sempre impregnati di critica sociale se non proprio di tagliente satira.
        Ci possono essere episodi più o meno ispirati, ma rimane sempre una serie di altissima qualità. E Boo in giacca e cravatta è da applauso a scena aperta :-D

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