Nell’occhio di Twister.
Il mago di Oz incontra il genere catastrofico, aggancia in squadra due interpreti pieni di energia e carattere e il gioco è fatto. E infatti Twister nel 1996 riuscì a polverizzare gli incassi resistendo vent’anni senza invecchiare. Gli ingredienti ci sono tutti: tenuta del ritmo, una sceneggiatura senza fronzoli – da un’idea di Michael Crichton – grandiosi effetti speciali della Industrial Light & Magic e due attori, Helen Hunt e Bill Paxton, finalmente premiati con due ruoli da protagonisti.
Hunt, sguardo sveglio, canotta indossata più per praticità che per sembrare sexy, con il ruolo della intraprendente Jo, studiosa di tornado, risollevò una carriera televisiva in stallo (con Paul Reiser era la star della serie Innamorati pazzi). È lei il tenace capo del team di cacciatori di uragani: da bambina ha visto un tornado risucchiare suo padre e, cresciuta, ha sviluppato una sorta di ossessione per il distruttivo fenomeno atmosferico. Finalmente con la sua squadra (che include anche Philip Seymour Hoffman) ha realizzato uno speciale marchingegno, Dorothy, che lanciato nell’occhio del ciclone potrebbe offrire preziose informazioni per allertare la popolazione dell’arrivo delle trombe d’aria.
Ed ecco entrare in scena Bill-Bill Paxton, il quasi ex marito di Jo. Il rapporto tra i due è naufragato, ma non la stima reciproca e infilandosi tra un tornado e un altro e schivando mucche volanti e lamiere, forse ricuciranno la liaison.
Un’ora e mezzo di adrenalina, spettacolari scene d’azione filmate da Jan De Bont (Speed) per un film che portò alla ribalta la figura degli stormchaser, gli stessi che pochi giorni dopo l’improvvisa scomparsa di Bill Paxton gli hanno regalato un emozionato omaggio scrivendo le sue iniziali attraverso le coordinate GPS sulla mappa della famosa Tornado Alley degli Stati Uniti.
Francesca Paciulli
Voto: 3/5