Piuma (Roan Johnson, 2016)

Piuma, la commedia troppo leggera di Roan Johnson – di Victor Musetti.

Dopo essere diventato il grande caso della Festa del Cinema di Roma con il bellissimo Fino a qui tutto bene due anni fa, Roan Johnson approda quest’anno direttamente nel concorso di Venezia con questo Piuma, una commedia più intima e ristretta della precedente, ambientata in un mondo completamente diverso dalla Pisa universitaria.

Questa volta siamo a Roma. Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi), due diciottenni, si trovano a dover affrontare una gravidanza indesiderata. Cosa fare del bambino però lo hanno già deciso: vogliono tenerlo. Chi non è d’accordo però è la famiglia di Ferro, disperata all’idea di dover condizionare la propria vita futura sulla crescita del bambino. La famiglia di Cate, al contrario, sembra a malapena essersi accorta dell’accaduto.

I due protagonisti, giovanissimi e semi-sconosciuti, sono sicuramente un piccolo miracolo. Lei, Blu Yoshimi, l’abbiamo già vista parecchi anni fa in Caos Calmo quando era una bambina mentre il ragazzo, Luigi Fedele, esordì nel bel La Pecora Nera di Ascanio Celestini. E Roan Johnson, che ha anche co-sceneggiato il film, è così bravo a dirigerli da far spesso dubitare che si tratti effettivamente di due attori. Sono loro, infatti, il cuore del film,

L’aspetto principale da considerare è sicuramente il fatto che Piuma sia un film pensato per far ridere. E in questo senso è impossibile negare quanto riesca ad essere esilarante, tante sono le situazioni assurde e fuori dal normale scatenate dai due protagonisti e dalle loro famiglie. L’aspetto migliore è sicuramente la sua sceneggiatura, che insieme al montaggio garantisce un ritmo serratissimo che non lascia mai spazio a momenti di stanca.

Ciò che però impedisce a Piuma di andare oltre la sufficienza è proprio la mancanza di coraggio del suo soggetto, che sa spesso di compitino ben confezionato con l’obbiettivo di piacere assolutamente a chiunque. Questo comporta ovviamente il fatto di non prendersi mai alcun tipo di rischio né di prendere mai una strada veramente diversa da quella più attesa e convenzionale.

Una delle poche idee visive veramente interessanti e originali, quella in cui Johnson fa nuotare per aria i suoi protagonisti sopra alle strade di Roma, viene replicata più di tre volte all’interno del film perdendo, di fatto, la propria potenza all’interno del racconto.Nono

Nonostante questo Piuma centra sicuramente il suo obbiettivo principale, che è il grande pubblico. E’ un film che ha tutte le carte in regola per piacere tantissimo e per fare ottimi risultati al botteghino. La sua presenza nel Concorso di Venezia, però, resta un mistero.

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