Stand by Me: il ricordo di un’estate diversa da Rob Reiner a Stephen King
Dalla raccolta di novelle Stagioni Diverse di Stephen King sono stati tratti tre bellissimi adattamenti cinematografici, due dei quali sono Le ali della libertà (Darabont, 1994) e L’allievo (Singer1998).
Il terzo è stato realizzato da Rob Reiner che, ispirandosi al racconto L’autunno dell’innocenza – Il corpo, dirige nel 1986 uno dei film più significativi sull’amicizia preadolescenziale: Stand by Me – Ricordo di un’estate.
Un film capace di acute osservazioni psicologiche sull’amicizia, le incomprensioni familiari e il difficile addio all’adolescenza,
così lo descrive Massimo Bertarelli nel 2002.
L’infanzia a Castle Rock
È una pellicola delicata e struggente, senza particolari effetti speciali. Il cast è costituito prevalentemente da attori alle prime armi: John Cusack, Kiefer Sutherland, Will Wheaton (noto oggi soprattutto per essere l’acerrimo nemico di Sheldon Cooper nella sitcom The Big Bang Theory), Jerry O’Connell e l’indimenticabile River Phoenix.
Un uomo legge su un giornale di un accoltellamento e immediatamente un lungo flashback ci riporta all’estate del 1959: siamo a Castle Rock, una piccola cittadina (immaginaria) dell’Oregon (Stati Uniti).
I protagonisti sono quattro dodicenni che vivono ai margini della società, ognuno dei quali custodisce nel proprio cuore delle ferite legate a situazioni familiari poco felici. I ragazzi decidono di avventurarsi alla ricerca del cadavere e si incamminano seguendo i binari del treno.
Finita la scuola, il viaggio rappresenta per loro l’occasione di passare gli ultimi giorni insieme prima di separarsi, lasciandosi alle spalle tutte le preoccupazioni, e coincide soprattutto con un intenso percorso di formazione al termine del quale si ritroveranno inevitabilmente cambiati, più maturi e pronti ad affrontare la vita.
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
La storia è semplice e scorrevole ma, nonostante i protagonisti siano giovanissimi, assume ben presto sfumature amare e malinconiche.
Stand by Me è un film che rievoca gli ultimi anni dell’infanzia, quelli in cui si percepisce ancora un intenso profumo di libertà e spensieratezza ma si comincia anche ad aver paura di ciò che riserverà il futuro, a sentirsi improvvisamente smarriti di fronte alle nuove prove e ai nuovi ostacoli che riserva il mondo.
Il tempo delle favole e dell’innocenza lascia il posto a una presa di coscienza più concreta di se stessi che nel film viene resa in maniera emotivamente coinvolgente.
Reiner è bravo nel descrivere questa fase della vita sfruttando la focalizzazione interna, ossia il punto di vista di Gordie Lachance (ormai adulto, interpretato da Richard Dreyfuss) e regalando allo spettatore dei momenti davvero intensi.
Ritorno agli anni Cinquanta
La sceneggiatura di Raynold Gideon e Bruce Evans rispetta in modo quasi ineccepibile il racconto di King, tanto da aggiudicarsi una nomination agli Oscar del 1987.
Degna di nota è anche la colonna sonora, costituita prevalentemente da classici degli anni Cinquanta: da Everyday di Buddy Holly a Lollipop delle Cordettes, da Great Balls of Fire di Jerry Lee Lewis all’indimenticabile Stand by Me di Ben E. King.
A trent’anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, Netflix ha inserito Stand by Me nel suo catalogo. Per chi ancora non conoscesse questo straordinario cult degli anni Ottanta potrebbe essere l’occasione giusta per rimediare, rivivere e ritrovare sensazioni che troppo spesso dimentichiamo di ricordare.
Francesca Colucci
Voto: 4/5
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