di Francesca Fichera.
Qui su CineFatti, con l’avvicinarsi degli Oscar, è ormai tradizione parlare di OscarWave: un’onda di aggiornamenti a tema che copre tutti i giorni dalla proclamazione delle nomination fino alla fatidica consegna dei premi, in quel di Los Angeles. E anche per questi Oscar 2016 – è il caso di dirlo, dato il tema del post – la musica non cambia. Anche questo febbraio giunge, immancabile, il riepilogo delle cinque candidature nella categoria Migliore Colonna Sonora Originale (tutte le altre sono qui). Da rivedere e riascoltare insieme.
Thomas Newman per Il ponte delle spie
Fra i segreti di una buona composizione musicale per il cinema, c’è senza dubbio il saper cogliere lo spirito di un film, come se quest’ultimo fosse una persona di cui decifrare e comprendere il temperamento, il carattere. E forse è per tale ragione che Newman, anche stavolta (e pur non scrivendo la più eccellente delle sue composizioni), ha centrato l’obiettivo.
Carter Burwell per Carol
Un commento intelligente parla di questo dolce crescendo di archi, fiati e pianoforte come di “uno dei personaggi principali” del film di Todd Haynes. Niente di più vero: c’è la Blanchett, ci sono i costumi di Sandy Powell, la luce cremosa di Ed Lachman, ma c’è anche e soprattutto la malinconia in note di Burwell, tra un viaggio in macchina e l’altro.
Ennio Morricone per The Hateful Eight
Probabilmente la colonna sonora più chiacchierata non solo degli Oscar 2016, ma dell’intera storia della Academy; almeno qui in Italia. Meglio però prestare orecchio alla musica, più che alle polemiche. Perché, dal giallo al rosso sangue di tutti i generi toccati dall’opera di Tarantino, il Maestro Morricone è riuscito a restituire ogni sfumatura.
Jóhann Jóhannsson per Sicario
Si era già imposto all’attenzione mondiale con le struggentissime musiche de La teoria del tutto. Per l’avvincente thriller di Villeneuve, Jóhannsson ha dovuto decisamente cambiare registro, ma il risultato è comunque egregio e, in un’annata meno difficile, a buon diritto meritevole della statuetta.
John Williams per Star Wars VII: Il Risveglio della Forza
Rinnovare il mito: per una prova cinematografica del genere (secondo noi riuscita) ci voleva qualcuno in grado di farlo. All’altezza. E Williams, viaggiando tanto sull’onda della memoria dei grandi quanto su quella dell’immaginazione dei più piccoli, ha dimostrato di esserlo, guadagnandosi un posto agli Oscar 2016 in una cinquina di tutto rispetto.
E voi?
Pensate ci sia invece qualche grande escluso da questa categoria? Scrivetecelo nei commenti (assieme ai vostri pronostici)!