Elba in the Stephen King's Dark Tower

CineKing #15: il cinema e Stephen King oggi [Dicembre 2015]

di Francesca Fichera.

Idris ElbaLa Torre Nera. (“E parte il pornazzo”, ha detto qualcuno… Che il Ka lo benedica).

Qualche giorno fa, su questi schermi, non si parlava d’altro, al punto che il nome dell’attore, protagonista della serie Luther, è finito fra gli hashtag di tendenza. E molti di voi già sanno che non ha ricevuto esattamente dei complimenti ma, al contrario, una valanga di rabbia da parte dei fan cosiddetti “puristi”, i quali, ben memori della descrizione di Roland Deschain fatta da Stephen King medesimo in apertura ai libri della saga, tutto si sarebbero aspettati fuorché un pistolero dagli occhi e dalla pelle scura. Perché, c’è poco da fare, poco o nulla del Clint Eastwood sergioleonino rivivrebbe fra quei panni.

Eppure – come abbiamo già avuto modo di accennare altrove – a noi di CineFatti sapere Idris Elba in trattative (come riportato, fra gli altri, anche dal Guardian) per il ruolo del protagonista della Torre non dispiace. Soprattutto se – e non è da escludere – in coppia con il papabile villain Matthew McConaughey; due big così a confronto non si trovano tutti i giorni.  Ma, discorsi “produttivi” a parte, il punto è un altro: se si parte dal presupposto che un film non potrà mai eguagliare il libro da cui è tratto (e stesso dicasi del reciproco, quando accade), come a noi piace fare ma senza dare al libro (o al film) qualcosa in più o qualcosa in meno rispetto alla sua controparte, tutto verrà da sé.

In soldoni: senza aprire un infinito dibattito (peraltro inadatto a questa sede) sull’autonomia delle arti o di qualsivoglia produzione di senso, ci sembra indiscutibile il dato che un testo cinematografico e un testo letterario siano, per natura e struttura, due cose assai diverse e, di conseguenza, difficilmente accostabili in modo diretto. Il loro incontro/scontro avviene, o può avvenire, sul piano della trama ma, come dimostrano decine di film fedelissimi alle loro fonti ma assai mediocri in sé, perché traditori del mezzo cinematografico, non necessariamente. Di sicuro sostituire il pistolero dagli occhi di ghiaccio con un uomo dallo sguardo color cioccolato elide tutta una serie di aspetti che hanno caratterizzato la Torre Nera nel suo intimo, in primis la maniera in cui King affronta al suo interno il discorso delle persecuzioni razziali – quella Detta che non potrà più dare dello “stinto cazzuto” a Roland… Però dove sta scritto che non si possa approdare allo stesso molo passando per altre vie?

È evidente, la Torre Nera di Nikolaj Arcel opererà una liberissima riscrittura delle sue origini; riscrittura che scombinerebbe le carte a cominciare dal suo (non ancora confermato) attore principale fino a chissà quali altri elementi formali della saga. E che, tuttavia, mai potrebbe cancellare completamente, finanche nel peggiore dei casi, la traccia di partenza. Forse c’è scritto questo fra le righe di quel tweet di King che recita:

Per me, il colore della pelle del pistolero non ha importanza. Ciò di cui m’importa è che sia veloce a estrarre la pistola… e si prenda cura del ka-tet;

e a chi gli scrive “Quelli per i quali conta il colore della pelle hanno dimenticato i volti dei loro padri” ribatte anche “Ci puoi scommettere”. Quasi che il pistolero fosse lui.

Ma, a proposito di cinguettii kinghiani, ce n’è un altro che pure ha attratto molto la nostra attenzione. Risale allo scorso 7 dicembre, e dice:

22/11/63 is going to blow your minds.

Dati questi teaser che facciamo, gli crediamo un po’ di più?

 

J. J. Abrams ci mette lo zampino – dopo averlo messo su Star Wars, ormai lo sapete più che bene – e realizza, per il network Hulu, l’adattamento televisivo del romanzo “fantastorico” di King del 2011, pronto ad andare in onda dal 15 febbraio 2016, in barba a tutti i sanvalentini e i sanfaustini del mondo. Le prime immagini sono più che incoraggianti, e si uniscono alla rassicurante presenza di James Franco nel cast… Aspettative alte.

Lo saranno anche per la nuova versione di IT a cura di Andy Muschietti? Ce ne dà qualche anticipazione il regista stesso, sulla sua pagina Facebook, in risposta alle domande di alcuni fan: niente da dire della precedente riscrittura realizzata da Cary Fukunaga, auto-esclusosi dal progetto, mentre della sua idea dell’odissea di Pennywise lascia trapelare che sarà “un viaggio nel [suo] mondo, attraverso un’esperienza disturbante, surreale e tossica”.

Speriamo non siano solo buoni propositi per l’anno che viene.

p.s.: giovedì scorso è andato in onda l’ultimissimo episodio di Haven, la serie tv liberamente ispirata a Colorado KidCineFatti vi invita a cliccare qui per trovare delle buone ragioni che vi spingano a recuperarla, e resta in attesa dei vostri commenti!

 

 

 

2 pensieri su “CineKing #15: il cinema e Stephen King oggi [Dicembre 2015]

  1. Sono più interessato a 22/11/63. E, una volta tanto, il volto di Franco mi pare azzeccato. Di Abrams sono più le cose che mi sono piaciute che non quelle che non mi sono piaciute (e ce ne sono, eh), quindi che dire?, sono moderatamente ottimista.
    Quanto a It, è una grossa sfida mettere in scena un’opera tanto monumentale (e, secondo me, neanche una delle più riuscite) del Re. Incrocio le dita.

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    1. Sei uno dei pochi (o dei primi) a dire che IT non è fra le cose più riuscite del Re, sai? Io non sono fra questi, ma in compenso gli preferisco di gran lunga La Torre Nera, Duma Key e il Miglio Verde – e la prima, al cinema, la aspetto tanto.
      Concordo con te su Franco, azzeccato sia nella fisionomia che per quanto riguarda il talento; meno appropriata la scelta della Gadon, troppo perfetta per la Sadie descritta nel libro. Comunque è bello sapere che non poche di queste attese saranno presto soddisfatte :)

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