Il no.1 della sceneggiatura danese in una commedia genetica, Men and Chicken.
Alla voce weird sul vocabolario troverete come sinonimo Danimarca. La xenofobia è ancora lungi da noi, si tratta di una constatazione di fatto, il cinema danese in alcuni casi tocca vette di assurdità tali da rasentare la genialità.
Non stupisce il fatto che in seno alla penisola del Nord Europa sia nato il genio disturbato di Lars Von Trier e che proprio da lì sia uscito fuori un movimento come il Dogma 95 o un’artista versatile quale il regista e sceneggiatore Anders Thomas Jensen, oggi nostro protagonista con la sua ultima magica specialità: Men and Chicken.
Una famiglia di bestie
Docente di filosofia, Gabriel (David Dencik) è in ospedale, affianco al padre morente, anzi, morto. Sua ultima volontà era che lui e il rozzo fratello Elias (Mads Mikkelsen) guardassero una VHS lasciata loro in eredità: con sgangherata nonchalance il defunto confessa ai due di non essere il padre biologico, idem la madre, il loro padre è un tale Evelio Thanatos, scienziato centenario ancora in vita su un isolotto di 42 abitanti.
Gabriel si imbarca in questo viaggio curioso di scoprire la verità sulla sua famiglia, trascinandosi a malincuore il bestiale fratello Elias. Lì la folle verità li attende.
Verità sono tre fratelli: Franz (Søren Malling), Josef (Nicolas Bro) e Gregor (Nikolaj Lie Kaas), tutti col viso deturpato da un labbro leporino e nasi smisurati come Gabriel ed Elias, ma più simili nel carattere al secondo.
Animaleschi, stupidi, inadatti alla società e non cè da stupirsi giacché vivono circondati da animali da fattoria di ogni tipo, dentro quel loro manicomio abbandonato dove Evelio pare viva, nascosto al piano superiore.
Tra galline, tori, maiali e altre bestie, Jensen nasconde un pugno di sorprese ben distribuite e congegniate, poco importa se alcune son prevedibili perché l’esecuzione è impeccabile dal primo all’ultimo secondo di Men and Chicken.
Barzelette danesi
È una commedia in puro stile danese: scatologica. Basa il proprio umorismo sul corpo con una discreta intelligenza, ma al contrario di altri titoli di successo come Klovn, non si eccede mai, se non in rarissimi casi, nel volgare.
Si sorride e ride apertamente, merito della sceneggiatura e dei suoi incroci con la regia, seria nella scelta dei tempi e della forma, appoggiata sull’incredibile talento comico di un cast sfigurato, trasformato. Mikkelsen sorprende al di fuori dei panni drammatici, spiazza, perfetto nella parte, in quell’ottimo duo insieme a Dencik, l’interprete dell’unico normale e intelligente dei cinque fratelli.
Commedia genetica
A contribuire a tenere tutto in piedi, quella che potremmo definire la trama orizzontale di una sit-com su cinque fratelli disfunzionali che risolvono ogni conflitto colpendosi alla testa con qualsiasi cosa abbiano a portata di mano, è il sottofondo fantascientifico.
Tutt’altro che inaspettato, la bizzarria scientifica è dietro langolo, forse ispirata a un caposaldo della letteratura di genere firmato da H.G. Wells - rivelarne il titolo sarebbe uno spoiler capovolto. Via il dramma, benvenuta la commedia coi suoi stereotipi utili per addolcire e rendere apprezzabile il colpo di scena conclusivo.
Un segno +
La vita è vita, l’alternativa non è certo preferibile.
Su questa nota Men and Chicken si conclude, il film più strano che vedrete quest’anno, col Mikkelsen più particolare. Un ultimo segno positivo va chiamato in causa, perché Anders Thomas Jensen, già apprezzato nel più recente dramma di Susanne Bier A Second Chance, come sapranno gli abituali lettori della nostra rubrica il CineKing, è al lavoro sull’adattamento de La Torre Nera, celeberrima saga dark-fantasy di Stephen King. Men and Chicken si piazza dinanzi a noi come la conferma che Jensen è certamente il più adatto in circolazione per il lavoro.
Fausto Vernazzani
Voto: 4/5