The Last Witch Hunter: quando Vin Diesel scese dall’auto per acchiappare una strega.
A metà fra Highlander, il Gladiatore e Ragnar dei Vikings, Vin Diesel porta panni di epoche diverse per impersonare Kaulder, the Last Witch Hunter.
Assistito nel tempo da un ordine speciale di preti, i Dolan, del cui 36° e ultimo esponente è interprete Michael Caine (una sorta di compassato Van Helsing della stregoneria), ha il compito di mantenere la pax derivata dall’accordo secolare fra i comuni mortali e le streghe. Lo scopo? Impedire che la più potente di tutte, chiamata Regina, torni a dominare il mondo infettandolo con la piaga della morte nera.
Lui, molto tempo addietro, dalla Regina ha ricevuto un dono maledetto: la vita eterna. Per questo il concilio lo definisce L’Arma, instancabile e indistruttibile.
Ma la verità è più complessa di come appare e il film di Breck Eisner intede raccontarne gli oscuri risvolti. A cominciare dal successore del Dolan/Caine, con il volto di Elijah Wood, che segue Kaulder sulle tracce di un assassino capace di far uso della magia proibita: quella nera.
Strega comanda color… rosso!
Nel cast di questo modesto film d’azione, che non brilla certo per particolari virtuosismi della macchina da presa se si escludono un paio di sequenze oniriche neanche troppo originali, anche la Ygritte de Il trono di spade: Rose Leslie, la donna dal labiale più leggibile del pianeta – vi ricordiamo di ammirarla soprattutto in questo film.
A lei spetta il ruolo di strega con la particolare abilità di camminare attraverso i sogni e i pensieri delle persone – per cui viene detta dreamwalker – e naturalmente quello di co-protagonista femminile oltre che di secondo personaggio chiave della storia.
A caccia di divertimento
Dopo il successo di Furious 7, e nonostante un paio di sue espressioni attonite abbastanza esilaranti, fa piacere rivedere Diesel in un ruolo di rilievo, lungi dall’essere profondo ma con tutte le carte in regola per divertire e rimanere impresso: The Last Witch Hunter s’impone al box office grazie a un modo di raccontare (auto)ironico, fresco e pieno zeppo di riferimenti all’attualità, anche se un po’ raffazzonati e superficiali.
Come i famosi collant, “non strappa, non stringe, non stressa”, talvolta eccedendo in mancanza di pathos e risultando troppo meccanico, piatto, privo di colpi di scena veramente sorprendenti (ce n’è uno in particolare che risulta telefonato sin dal primo frame: vi sfidiamo a indovinare quale).
Completano il quadro gli effetti speciali misti, con un uso del digitale a volte iperbolico e per questo fuori posto. E Michael Caine, che anche se leggesse l’INCI dei cosmetici sarebbe da Oscar.
Ma la nota stonata più grossa nonostante la presenza di un italiano fra i principali membri del cast tecnico (Luca Mosca, costumista) siamo noi: il doppiaggio della regina delle streghe si avvicina al concetto di Male assoluto più di quanto facciano le streghe stesse.
Francesca Fichera
Voto: 2.5/5