I freaks sono con noi, noi siamo uno di loro
Stephen King ha detto:
Non appena un libro o un film vengono proibiti, correte al vostro cinema più vicino, andate in biblioteca, cercate di trovarli, di guardarli, di leggerli: quello che non vogliono farvi sapere è quello che dovete sapere.
Può valere anche per un’opera come Freaks? A suo tempo e a suo modo tantissimo.
Oltre il muro della censura
Devastato dalla censura, proibito in decine di paesi (fra cui la Germania nazista e l’Italia di Mussolini) il film che ha rappresentato l’apice e la caduta della carriera di Tod Browning è riuscito comunque a superare le onde alte del tempo, giungendo sino a noi in tutta la sua inquietante e universale potenza.
Quello dei freaks di questa storia, veri fenomeni da baraccone capitanati dal nano ipofisario Hans (Harry Earles) è un mondo escluso che esclude a sua volta; o che include, volendo, se dalla parte degli esseri di bell’aspetto provengono buone intenzioni (o qualcosa che ne dà l’idea).
Così quando la trapezista Cleopatra (Olga Baclanova) pare ricambiare l’interesse del ricco quanto piccolo Hans, tutta la bizzarra comunità del suo circo, dall’uomo/bruco alle teste a punta, innalza i boccali al grido di Gabba Gabba Hey! (tradotto come Gobble Gobble, una di noi!) per accoglierla; unita nella buona come nella cattiva sorte.
Mostruosa ribellione
Con una violenza e una sincerità visive più che rivoluzionare per l’epoca, Browning si mette contro il pubblico del suo tempo accaparrandosi (inconsapevolmente?) quello di tutti gli altri.
Le bizzarrie le mostra come sono, nude e crude, in primo piano e secondo giustizia; perché è giustizia quella che meritano, è ribellione pura e legittima quella che passa attraverso le immagini di Freaks. Fino al terrificante finale, che preme sugli stomaci anche degli spettatori più ferrati.
Ed è il trionfo della morte sull’amore, in questa American Horror Story che racconta un po’ tutte le storie di tutta l’umanità. Le più crudeli, quelle che valgono sempre.
Francesca Fichera
Voto: 5/5
il finale sotto la pioggia è stupendo. Peccato molte scene siano andate perdute per sempre. Un classico. Cosa ci insegna? Browining ha perso contro i bigotti del suo tempo,ma ha vinto la gloria eterna
Rischiate sempre! Il cinema è rivoluzionario <3
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Che bel commento, Davide, grazie! Vero, il destino comune a molti geni rivoluzionari è quello di non essere capiti dal proprio tempo. Come dire che “nessuno è profeta in patria”. (Con questo, e lo sai amico occhialuto, non voglio assolutamente salvare tutti gli incompresi che si sentono anche geni, eh ;) Di Browning ne nascono pochi! E il tempo con loro è sempre galantuomo, per fortuna)
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infatti: perché alcuni incompresi erano in quanto tali. Molti son convinti che basti definirsi genio e sregolatezza, scrivere in modo strano, pubblicare ogni giorno libri su libri, per sentirsi un genio al pari di Murakami o Mo Yan.. Detto questo altri erano davvero geniali e rivoluzionari. E hanno anche pagato duramente in vita,ma alla fine se vali, non preoccuparti, i tuoi prodotti saranno amati e considerati
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Proprio così. :)
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