The Amazing Spider-Man 2

The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro (Marc Webb, 2014)

The Amazing Spider-Man 2: Peter Parker ci riprova!

Dopo il discutibile The Amazing Spider-Man del 2012, reboot della saga di Sam Raimi sulla figura dell’Uomo Ragno, il regista Marc Webb, dato l’enorme successo al botteghino, ha avuto l’incarico di completare una nuova trilogia il cui secondo capitolo è uscito in questi giorni: The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro.

Per questo sequel Webb ha al servizio un diverso personale alla sceneggiatura chiamando Alexz Kurtzman, Roberto OrciJeff Pinkner al posto di James Vanderbilt (solo soggettista) Sargent e Kloves.

The Amazing Spider-Man 2 comincia laddove è finito il primo, con Peter Parker/Spider-Man (Andrew Garfield) che lancia ragnatele in giro per la città per saggiare le qualità del suo potere facendoci godere sia del meraviglioso costume del nostro eroe che dei magnifici esterni. Poi appare Paul Giamatti in una specie di monster truck, doppiato in modo discutibile mentre schiaccia auto della polizia, scena della durata di dieci minuti in cui capiamo che la specialità di Marc Webb non è certo l’azione e, purtroppo, anche che la presenza Paul Giamatti si conclude qui.

Del fatto che la specialità di Webb sia la commedia romantica lo intuiamo anche dalla pessima scena introduttiva che, più che un inizio, sembra un episodio di Guinea Pig con riprese che ti fanno venire il mal di mare.

Per fortuna The Amazing Spider-Man 2 si sofferma non sui nemici di Spider-Man ma sulla storia d’amore tra Peter Parker e Gwen Stacy (Emma Stone). I nemici Electro (Jamie Foxx) Green Goblin (Dane DeHaan, per gli amici detto anche Emo-Goblin) e Rhino (Giamatti) non sono altro che alcuni degli ostacoli che i due incontrano nel loro idillio d’amore.

La love story, per quanto la Stone s’impegni a dimostrare un’espressività assente e a non essere una Nadia Toffa con i capelli lunghi, non coinvolge. Non solo per colpa di Andrew faccia da schiaffi Garfield, ma anche perché nel mezzo dell’evoluzione ci son fin troppe scene inutili e prolisse portatrici di noia che spingono Webb a cedere a dei salti temporali gravissimi nel finale.

Una delusione dopo la spettacolare scena che renderà felici i fan del fumetto di Stan Lee, facendo passare mesi fondamentali della crescita del supereroe in rapide sequenze in qualche misura simili alla chiusura de Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re.

La durata di 142 minuti è eccessiva proprio per i motivi succitati e sono solo i combattimenti tra Spider-Man ed Electro a fornire intrattenimento allo spettatore, soprattutto grazie alla stupenda colonna sonora d’accompagnamento realizzata da Pharrell Williams e Hans Zimmer.

Nell’ultimo combattimento le musiche diventano diegetiche con Peter Parker che reinterpreta, a modo suo, il motivetto di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Se poi consideriamo che Harry Osborn, migliore amico di Peter Parker, è uno dei personaggi peggio caratterizzati che abbia mai visto e che Emo-Goblin ha un’apparizione di trenta secondi posso sicuramente affermare che Marc Webb abbia voluto mettere troppa carne al fuoco.

In questa nuova saga di The Amazing Spider-Man Peter Parker ha una resa molto più fedele al fumetto, foriero di freddure e di battute che il più delle volte sono poco simpatiche, ma che riescono a raggiungere picchi positivi – come nell’esilarante scena coi vigili del fuoco. Il suo rapporto con Gwen Stacy è adolescenziale, di quelli senza pretese, dell’amore della vita, ma ciò non può essere una giustificazione alla superficialità da Amore 14.

See You Soon!

Roberto Manuel Palo

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