A good soundtrack makes the film better!
Alcuni film sono grandi, oltre al proprio valore intrinseco, per ciò che riescono a generare. Un ritorno alle origini, la restituzione della purezza dello sguardo infantile, di quella capacità di sognare che, in fin e al di là dei conti, è il vero motore degli uomini.
Che inneschi questa reazione un blockbuster o un film d’essai, non fa alcuna differenza. Conta il fenomeno, contano gli effetti.
Questa voglia di riascoltare ritmi trascinanti sentendosi protagonisti di una scena d’azione grazie al solo utilizzo degli auricolari – in merito fu creata una comicissima fanpage su Facebook – la dobbiamo, in tale specifico caso, a Pacific Rim. Che, storpiando il mitico ingegner Fantozzi ,”è una figata pazzesca”.
Anche per la sua colonna sonora, che finisce di diritto in cima alla Top 10 – regolarmente random – di soundtrack selezionate dalla sottoscritta e per cui rendiamo innanzitutto grazie a RZA e Blake Perlman:
Ma proseguiamo in disordine. Con il ricordo delle serate di nullafacenza televisiva, tutte secondi spettacoli e repliche di blockbusteroni al sangue. Come Underworld di Len Wiseman e la sua Awakening (forse l’unica cosa buona del film a parte la tutina di Kate Beckinsale) di The Damning Well:
Si ha memoria anche delle sere al cinema, di quelle che il pubblico andava in delirio per un finale a sorpresa e dall’entusiasmo improvvisava una tamarrissima standing ovation. Succedeva con Saw, il primo della lunga serie, sulle note del tema Hello Zepp di Charlie Clouser:
Cambiando registro, il risultato resta uguale. Atmosfere molto meno dark, ma a loro modo sempre tamarre, accompagnano in maniera trionfale le ultime scene di Braveheart di e con Mel Gibson.
Merito di una delle più belle soundtrack mai scritte, a cura di James Horner:
Ora però ritorniamo a immergerci nelle atmosfere scadenti e sudaticce delle pellicole di serie C, dove se non ci fosse una colonna sonora da headbanging la reazione migliore corrisponderebbe a un elettrocardiogramma piatto.
Esemplare di ciò è il tremendo Freddy Vs. Jason, ravvivato dal gruppo Ill Niño e dalla canzone How Can I Live che scorre assieme ai titoli di coda:
E rimanendo nell’ambiente non può non avere un posticino (almeno) uno dei Resident Evil: Apocalypse è l’episodio della serie che nella sua soundtrack può vantare la presenza di Vermilion degli Slipknot:
Non solo capelli svolazzanti e urla di rabbia e di dolore. Anche una melodia soave – e vagamente triste – può infondere la giusta dose di energia. Per esempio il tema degli amanti de La foresta dei pugnali volanti, a cura di Shigeru Umebayashi:
Ma la mente è labile e vuole riaccostarsi subito a ritmi più impetuosi: quelli imbastiti da Trent Reznor dei NIN assieme ad Atticus Ross.
E qui scatta la doppietta: prima, con la cover di Immigrant Song – criticatissima dai fan puristi dei Led Zeppelin – inserita nella soundtrack di The Girl with the Dragon Tatoo di David Fincher; poi, sempre per il regista di Denver, con uno dei brani tratti dal commento musicale di The Social Network:
Non resta che chiudere in bellezza con quello che si potrebbe dire per certi aspetti l’antenato del tema di Braveheart composto da Horner: Promentory, colonna sonora portante de L’ultimo dei Mohicani, del suo finale che scivola come una cascata.
Scivoliamo (via) con lui:
p.s.