La bambola assassina 2 (John Lafia, 1990)

La bambola assassina 2: Chucky ritorna in gran forma

Dopo l’enorme successo del primo capitolo, datato 1988, era inevitabile che si girasse La bambola assassina 2 due anni dopo.

La regia fu affidata a John Lafia, uno degli sceneggiatori della prima pellicola, e, al contrario di molte saghe i cui sequel erano pressoché inutili, questo ha avuto molte frecce al suo arco, nonostante una prevedibile pecca per quanto riguarda il testo, poco originale e semplice pretesto per mostrare le nefandezze della bambola più famosa del cinema horror: Chucky, alla quale presta la voce il mitico Brad Dourif.

In questa bambola c’è l’anima del serial killer Charles Lee Ray che deve appropriarsi del corpo di un umano per non restare intrappolato per sempre nella bambola.

Dove eravamo rimasti

Abbiamo lasciato Chucky completamente carbonizzato alla fine del primo episodio. Nessuno perciò crede alla storia di Karen e del suo piccolo figlio Andy Barclay (Alex Vincent) secondo cui una bambola avrebbe ucciso tante persone.

Karen viene tenuta sotto osservazione in un ospedale psichiatrico, mentre Andy viene affidato ad un’altra famiglia tramite un istituto gestito dalla signora Grace Poole (Grace Zabriskie, la Sarah Palmer di Twin Peaks).

Nel frattempo, nella casa produttrice di giocattoli Good Guy questa storia non è passata inosservata e, una volta recuperata la bambola, tentano di ricostruirla per scoprire se c’è qualche tipo di anomalia e metterla in commercio in vasta scala.

Ovviamente Chucky riprende vita ed è deciso a ritrovare Andy per riprenderselo.

Chucky diventa grande

Se nel capostipite La bambola assassina Chucky non ha molto spazio, in questo secondo episodio la scena è tutta sua e di questo ne giovano soprattutto gli effetti speciali, veramente ottimi, di Kevin Yagher.

Grazie ad un budget maggiore rispetto al precedente, Yagher riesce a migliorare moltissimo i movimenti e la mimica facciale di Chucky.

A parte il quarto e il quinto capitolo, lo splatter non è la caratteristica fondamentale della saga, che fa della simpatia del suo villain e della tensione di alcune scene il suo punto forte.

E ciò non manca neanche ne La bambola assassina 2, nonostante si capisca che Lafia è un semplice mestierante autore di un film, sì, senza sbavature, ma privo di qualsiasi lampo di genio.

Molti pregi e qualche delusione

Sottotono gli attori, tra cui, oltre alla Zabriskie, possiamo ricordare Gregg German, il Richard Fish di Ally McBeal, qui a interpretare l’assistente di Mr. Sullivan (Peter Haskell), il proprietario della Good Guy.

Ma, su tutti, delude la famiglia adottiva di Andy composta da Phil Simpson (Gerritt Graham), padre rigido ed ossessivo, Joanne Simpson (Jenny Agutter), in crisi materna, accompagnati dalla loro figlia, anch’essa adottiva, Kyle (Christine Elise).

Se dal punto di vista psicologico e sociale la composizione di questa famiglia risulta molto interessante, la prova recitativa sfrutta questa situazione semplicemente come cornice rispetto alle azioni di Chucky, ed è un vero peccato.

Inizio e fine

I titoli di apertura sono una vera chicca per gli appassionati di horror, che coglieranno subito il riferimento (forse  più d’uno, attenzione a quel cucchiaino che sradica l’occhio dal fulciano zombie) facendo capire subito che questo bambolotto è entrato di diritto nell’olimpo dei boogeyman più amati del cinema di genere.

La battaglia finale tra Andy, Kyle e Chucky nella fabbrica Good Guy è una vera gioia per gli occhi ed è molto avvincente, più di quanto lo scontato esito voglia far credere: un vero labirinto dove è difficile fuggire, tanti Chucky in scatola che rendono difficile il riconoscimento del vero antagonista e dove lo splatter raggiunge livelli superiori rispetto al resto del film.

Pura magia ’80 style.

See You Soon.

Roberto Manuel Palo

2 pensieri su “La bambola assassina 2 (John Lafia, 1990)

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.