L’alieno… funziona!
Prima di indagare sull’uccisione di Laura Palmer, Kyle MacLachlan è stato un detective dell’FBI, Lloyd Gallagher che insieme all’agente Tom Beck (Michael Nouri) deve dare la caccia ad un’entità aliena in grado di entrare in un corpo umano e prenderne possesso liberandosene quando è in pericolo o quando il corpo è stato danneggiato.
La pellicola in questione è L’alieno di Jack Sholder, un B-Movie molto carino che sfrutta in maniera efficace uno dei cliché più abusati della fantascienza, ovvero il corpo estraneo che può prendere possesso di un corpo umano imitandone perfettamente movimenti e sembianze.
Altri esempi noti del genere potrebbero essere Terrore dalla sesta luna con Kiefer Sutherland oppure Slither di James Gunn, che su CineFatti ormai viene citato praticamente sempre.
Complimenti allo sceneggiatore!
Oltre ad essere efficace, il trasferimento alieno è anche ripugnante al punto tale da meritarsi un sincero YES! La pellicola ha i suoi momenti di tensione e di paura, ma il tono del film è volutamente leggero in modo da alternare ai momenti clou dei siparietti godibili e divertenti.
Un plauso va allo sceneggiatore Jim Kouf il quale, nonostante l’aria da B-Movie a basso budget, non offre buchi di sceneggiatura ma, anzi, garantisce addirittura dei dialoghi non banali e dalla simpatia assolutamente naturale.
Croce e delizia
Anche la storia del detective Lloyd Gallagher viene resa in maniera molto interessante, evitando flashback inutili e costruendola semplicemente attraverso i dialoghi dei due protagonisti. Q
uesto comporta la nostra scoperta della sua storia insieme al poliziotto Beck facendoci immergere appieno nella crudeltà e dolcezza del passato di Gallagher.
Evidente è il fatto che, qualora fosse stato fatto uso di flashback, il passato di Gallagher avrebbe preso troppo spazio a discapito della storia principale e, per questa intuizione, bisogna fare tanti complimenti a Sholder.
Un film che non invecchia
Gli effetti speciali a basso costo non potranno far altro che emozionare i nostalgici di quegli anni dove l’effetto artigianale la faceva da padrone (non essendoci la computer graphic), e Sholder ne fa un utilizzo perfetto sfruttando anche la sua abilità per le scene d’azione.
Nel 1987 L’alieno ebbe un discreto successo e, nonostante si noti l’invecchiamento, potete star certi che non mancherà d’intrattenere anche oggi con la ricchezza di trovate al suo interno e con l’ottimo senso del ritmo.
Un’ultima nota di merito va senza dubbio alla colonna sonora di Michael Convertino che si mescola benissimo sia ai momenti più concitati che con la dolcezza delle scene drammatiche, senza mai fallire. Se una sera piove, chiamate qualche amico a casa vostra e vedetevi L’alieno: ne varrà la pena, fidatevi!
See You Soon.
Roberto Manuel Palo