Love, storie d’amore a scatole taiwanesi.
La parola love è quasi una garanzia del FEFF: ogni anno alla manifestazione dedicata al cinema asiatico fioccano più di ogni altra cosa film sentimentali di qualsiasi spessore. Lover’s Discourse e Don’t Go Breaking My heart, solo per citare gli esempi più recenti, tinsero di sentimenti la tredicesima edizione.
Quest’anno sono Hong Kong e Taiwan a dominare la produzione di genere romantico – ancora una volta, come abbiamo già visto, un diabetico Johnnie To per il primo caso.
Per il secondo invece sorprende in positivo il film Love di Doze Niu: una pellicola che riprende uno stilema molto caro agli autori del genere, ossia il racconto a scatole cinesi.
Frammenti di un intreccio amoroso
Così s’intrecciano le vicende di Mark (Mark Chao) affascinante uomo daffari incapace di provare sentimenti – “L’incapacità di amare è più patetica dell’impotenza” sentenzia la ricca e bella Zoe (Shu Qi) dopo essere stata respinta – dell’agente immobiliare e mamma single Xiao Ye (Vicky Zhao), della futura ragazza madre Chia (Ivy Chen), di suo fratello Kwan (Ethan Ruan), della sua migliore amica Ni (Amber Kuo) e del fidanzato fedifrago Kai (Eddie Peng).
Ma se l’amore è dappertutto e rischia sempre di diventare scontato nel momento in cui viene narrato, questa piccola pietra preziosa taiwanese rinnova il concetto di romance.
Parole e immagini per innamorarsi
Due strumenti a servizio di tale scopo: la regia, scorrevole, creativa, che immette lo spettatore nella storia con un ipnotico piano sequenza iniziale della durata di circa 10 minuti; e i dialoghi, la cui sostanza resta comunque Oh, non so vivere senza di te!, ma è una sottile saggezza, derivata da una profonda conoscenza dellumano, a fare la differenza.
Love è uno di quei film che convince dell’esistenza dell’amore nella realtà così come è al cinema, solo con una nota a margine: per capirlo bisogna percorrerlo fino in fondo, fra discese, cadute e soprattutto salite.
Francesca Fichera
Voto: 3.5/5