Una cinquina per Halloween

Se non andate a qualche festa in maschera, se non avete intenzione di fare sedute spiritiche in una chiesa sconsacrata, se non volete passare una notte al cimitero, se volete che Misery muoia, se non siete all’Halloween Horror Night di Hollywood, se avete voglia di vedere un film o volete spararvi una maratona di film horror con amici (ma soprattutto amiche) con abbondanza di bibite, alcolici e pop-corn, mettetevi comodi e leggete quanto segue. Hanuman vi propone una serie di 5 pellicole horror (numero perfetto per una maratona anche notturna) ambientate ad Halloween (tranne una che non potevo esimermi dal consigliare, la sorpresa dell’anno. Pronti? Partiamo:

1) In ogni maratona che si rispetti ci vuole il classicone. E ce lo togliamo subito di mezzo. Sto parlando ovviamente di Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter. Datato 1978, Halloween è l’unico film che non deve mai mancare in una maratona halloweeniana. Regia di John Carpenter, sceneggiatura di Debra Hill e…John Carpenter, musiche di John Carpenter, aiuto magazziniere: John Carpenter, addetto al trasporto treppiedi: John Carpenter. Ovviamente le ultime due non sono vere, ma il mitico John confeziona una pellicola ricca di tensione e suspense con inquadrature perfette, come nella scena iniziale dove il piccolo Michael ammazza la sorella oppure in tutte le sequenze in cui Michael nascosto osserva ciò che gli accade intorno, abbellite dall’aspetto musicale che è funzionale all’immagine e rimarrà per sempre nell’immaginario comune incutendo timore allo spettatore anche se non sta, effettivamente, succedendo nulla di spaventoso. E non dimentichiamo che John, con questo film, ha dato vita ad una delle icone che non verranno mai dimenticate né dagli appassionati di horror nè dagli amanti del cinema in generale: la figura di Michael Myers con quella maschera che mai (o solo per pochi secondi in film successivi della saga) si toglierà, con quel passo lento e pesante che non si ferma davanti a nulla e che terrorizza chiunque. Buone anche le interpretazioni degli attori: Jamie Lee Curtis nel ruolo di Laurie Strode, ma soprattutto Donald Pleasence nel ruolo del Dr. Sam Loomis, il personale strizzacervelli di Michael che, sapendo della sua fuga dal manicomio, andrà alla sua incessante ricerca per tutti gli episodi della saga. Michael Myers è, invece, interpretato da Tony Moran, ma non c’era bisogno di grandi doti recitative per interpretarlo. Penso che non ci sia bisogno di scrivere la trama del film.

2) Come ci vuole il classicone, in ogni maratona che si rispetti ci vuole anche il film da prendere per il culo. Non è una maratona seria se non c’è questo tipo di pellicola. In questa categoria io inserirei Morte a 33 giri (Trick or Treat il titolo originale), pellicola del 1986 del regista Charles Martin Smith. Dal punto di vista registico e recitativo è tutt’altro che un buon film.

La sinossi è la seguente: Eddie (Marc Price) è un fan accanito di Sammi Curr (Tony Fields), una stella del rock americano. Sammi muore in un incendio ed Eddie non si capacita dell’accaduto. Un suo amico di una radio privata ha conservato la matrice dell’ultimo disco di Sammi che farà girare la notte di Halloween. Eddie lo porta a casa e lo fa partire (anche al contrario) scoprendo che il cantante gli ha lasciato un messaggio di vendetta. Inizieranno così, per Eddie, delle avventure che poco hanno a che fare con la normalità.

Il problema è che queste avventure iniziano ad un’ora dall’inizio e la pellicola dura un’ora e mezza circa. Prima di quell’ora siamo in mezzo al nulla. Sembra quasi un pilota di una serie tv in stile Dawson’s Creek. Però, devo dire la verità, questo film ti mette un’adrenalina addosso che pochi film riescono a mettere. Un po’ per la musica che accompagna tutto il film, un pò per quella mezz’oretta finale che, effettivamente, vale l’attesa. Vale l’attesa per chi, come me, ama le cose tamarre, fracassone e divertenti. Per chi cerca la paura è meglio che si diverta con gli amici a sputtanarlo o si alzi in attesa del prossimo film da proiettare.

3) E passiamo ora a un gioiellino dello splatter che, a tratti, personalmente, mi ha anche messo un po’ di paura. Sto parlando di La notte dei demoni di Kevin Tenney, pellicola datata 1988. La prima cosa che salta all’occhio vedendo questo film dopo il suo remake (ne ho parlato qui) è il fatto che il remake riprende alcune tematiche ma è completamente diverso, privo di senso e di logica rispetto a questo. Specie nel finale dove [SPOILER] nell’originale nessuno diventa Rambo come, invece, succede nel remake [FINE SPOILER].

La notte di Halloween Angela (Amelia Kinkade) organizza un party con pochi amici selezionati ad Hull House, sinistra ed inquietante casa sperduta e oggetto di vari ed efferati delitti nonchè ex agenzia di pompe funebri. Per gioco Angela e i suoi amici fanno una seduta spiritica che risveglia lo spirito della casa che, mano mano, si impossesserà dei vari abitanti della casa.

E’ inevitabile fare una similitudine con la saga de La casa, soprattutto per le inquadrature del demone che corre veloce verso i ragazzi e poi si ferma d’improvviso per scegliere la vittima da possedere. Persino il maniero ha qualche somiglianza con la casa raiminiana. Però lo sviluppo è sicuramente originale e dà pochissimo spazio all’intrattenimento preferendogli lo splatter, la paura e la tensione. Il pericolo di una pellicola impostata in questo modo è il fatto che, a lungo andare, il film non tenga alta l’attenzione dello spettatore. E, invece, col passare dei minuti, la paura e la tensione crescono sempre di più e lo spettatore è tentato di vedere come va a finire. E’ chiaro che, dal punto di vista attoriale, il film è talmente scarso che vorresti morissero tutti, ma un’ottima regia permette di stare incollati alla sedia fino alla fine. E proprio la regia, oltre ad alcune scene cult (come la scena di Suzanne, interpretata dalla scream queen Linnea Quigley, che si infila il rossetto nel capezzolo, scena riproposta anche nel remake)  ha innalzato questo film a basso budget alla categoria dei Cult Movie. Da vedere almeno una volta nella vita se sei un fan dell’orrore. Tra l’altro nella casa c’è anche una Frannie (interpretata da Jill Terashita). Questo a mo’ di curiosità per la mia collega cinefattiana.

4) Ora passiamo ad una delle sorprese del 2007 che poteva essere tranquillamente oggetto di uno dei Fatti in Uscita settimanali di CineFatti. Stiamo parlando di Trick ‘r Treat di Michael Dougherty. Vergognosamente qui in Italia non è stato ancora distribuito e io mi chiedo perchè visto che è un horror bellissimo e con un cast niente male che, qui da noi, potrebbe avere molto seguito.

Trick ‘r treat è un film ad episodi ambientato nella notte di Halloween. Sono quattro episodi. Laurie (una bravissima Anna Paquin) si è vestita da Cappuccetto Rosso ed è in procinto di andare ad una “festa in maschera”. Steven (Dylan Baker) è un serial killer che sta cercando una “zucca” da intagliare. Mr. Kreeg (Brian Cox) vive solo in casa e viene aggredito da un bambino con la testa di zucca. Un gruppo di ragazzi si reca in un luogo dove accadde una tragedia ed è, quindi, leggenda di fantasmi, per fare uno scherzo ad una ragazza autistica.

Tutti questi episodi, in un modo o nell’altro, si intrecceranno nella parte finale senza mai far perdere allo spettatore il filo del discorso. La capacità del regista Dougherty di rendere tutto chiarissimo e di far filare liscio tutto senza far fermare il cervello a capire cosa sta succedendo disperdendo, in tal modo, l’attenzione, consente allo spettatore di godere appieno di tutti i particolari registici (e non sono pochi) e di divertirsi con il pertinente humour nero che si miscela ai momenti di tensione e di terrore. Particolarmente divertente risulta la visione dell’episodio di Steven. Sicuramente il mio preferito. Ma non è da meno l’episodio di Cappuccetto Rosso con una sorprendente Anna Paquin. L’unica pecca, forse, che si può rivolgere al film è l’episodio dei ragazzi che fanno lo scherzo alla ragazza autistica. Sicuramente d’impatto e interessante ma,  secondo me, un po’ troppo fine a se stesso rispetto agli altri episodi. Ma alla fine ci pensa un magnifico Brian Cox nei panni di Mr.Kreeg a mettere tutti d’accordo nel ritenere questo film un autentico gioiellino degli anni 2000. E perché qui in Italia non ce n’è traccia? BOH!

5) Ed alla fine eccola qui, la pellicola che non ti aspetti, la sorpresa del 2011, l’unica pellicola della maratona a non essere ambientata ad Halloween. Stiamo parlando di Insidious di James Wan. Uscito nei cinema il 28 Ottobre, nei parlai già qui in termini entusiastici sperando in una veloce distribuzione italiana (era il 17 giugno quando scrissi la recensione e non c’era ancora traccia di una distribuzione nostrana). Ebbene oggi verrà proiettato al Festival di Roma dove, subito prima, ci sarà una lezione sul cinema horror. Come vorrei essere lì. Maledetta economia!

Insidious è uno di quei film che mi ha messo davvero paura. Molti critici hanno criticato la parte finale della pellicola. E io dico che i critici pretendono sempre chissà quale cosa artistica anche in un film d’intrattenimento. E’ proprio la parte finale che a me ha incusso più panico. Vivetelo come un videogioco, un survival-horror alla Silent Hill e ditemi se non vi verrà voglia di salvare ad ogni passo che faranno i personaggi di questo film. Sorprendentemente anche gli attori hanno dato una prova assolutamente oltre la media rispetto ad altre produzioni dello stesso filone. Devo confessarvi che mi sorprende anche dire ottima sceneggiatura da parte di Leigh Whannell. Ma non per lui che, comunque, ha sceneggiato i Saw più belli e poi Dead Silence, ma perché non sono un amante del genere Paranormal Acitvity e compagnia bella e questo film rientra nel filone. Ma il fatto che rende grandioso questo film è proprio di stravolgere le regole dei Paranormal Activity et similia distaccandosi da essi e vivendo di vita propria. Chiaro, no? Ma ho parlato di tutto a suo tempo e vi invito a leggere la recensione di Insidious. Vi assicuro che finirete in bellezza la maratona e andrete a dormire felici.

See You Soon,

Hanuman

6 pensieri su “Una cinquina per Halloween

  1. Eccomi qua vecchio mio! Bellissima classifica, naturalmente ognuno di noi ha una sua specialissima top five dei preferiti : io sono completamente d’accordo su Halloween di Carpenter come classico e Morte a 33 giri come film da prendere per i fondelli. Mentre aggiungerei anche Dog soldiers per motivi animalisti (diciamo così. LOL) e un paio di episodi di Supernatural ed altre serie tv. E poi uno dei classici di Romero che non fa mai male.
    Adesso vado OT, grazie per il link, Hanuman, naturalmente ricambio domani appena torno a casa da Udine.

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    1. Ma figurati. Comunque è una scelta che abbiamo preso insieme tutti quanti leggendo il tuo blog che è ricco di contenuti interessanti e scritti in maniera egregia. Su Dog Soldiers sono d’accordissimo, è un bel film. Io avrei voluto aggiungere anche Dead Silence e la trilogia di Romero, ma poi avrei sforato e sarei venuto meno a quello che mi ero prefissato all’inizio. Ho cercato di scegliere cinque film diversi tra loro, che entrassero in cinque tipologie di horror diverse. E sono curioso, infatti, di sapere altre persone cosa consiglierebbero se dovessero consigliare (scusa la ripetizione:D) una maratona horror:D.

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  2. Ehi, che bella classifica…Poi ci hai infilato anche la mia Linnea e per questo avrai eterna gratitudine…
    Però Insidious…ecco. L’ avevo visto a maggio e recensito, con una mezza stroncatura, sul blog. Sono andata a rivederlo ieri notte al festival, perché magari su grande schermo avrebbe fatto un altro effetto e invece ha anche accentuato la mia impressione di una parte iniziale splendida, seguita da Wan e Whannel che la buttano in caciara e chiudono in baracconata. A mio avviso Insidious è un’ occasione sprecata. Ciò non toglie che i primi 40 minuti facciano davvero paura.

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  3. Beh, ti accodi praticamente a quello che dicono tutti:D. Ma io resto della mia idea che anche gli ultimi minuti meritano. Nessuno mi smuove. Difesa a spada tratta per il finale di Insidious:D

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