Day of the Dead - CineFatti

Day of the Dead (Steve Miner, 2008)

Tra i due litiganti zombie il terzo uomo muore.

Day of the Dead NON è il remake de Il giorno degli zombi di George A. Romero. È completamente diverso, nonostante abbia lo stesso nome. Day of the Dead è ambientato in Colorado dove una strana influenza estremamente contagiosa trasforma le persone in famelici zombi. Ci sarà il solito gruppo che cercherà di fermare l’epidemia.

Ci riusciranno?

Il regista Steve Miner è molto conosciuto nel panorama horror, e la garanzia di divertimento nelle sue pellicole è assicurata. Tra le più famose possiamo citare Venerdì 13 – Parte 2 e Parte 3, Halloween – 20 anni dopo, Lake Placid e anche un episodio di Smalville nel 2002 dal titolo Duplicity; a parte l’episodio di Halloween, Miner non ha mai fatto mancare l’intrattenimento. Le sue pellicole sono adattissime a staccare il cervello e riesce quasi sempre a regalare qualche perla agli amanti dello splatter.

L’evoluzione dello zombie

Gli zombie sono come i Pokemon: giungono a un determinato livello e poi si evolvono. I primi zombi erano lenti e il loro unico scopo era cercare carne umana per nutrirsi, agivano d’istinto ed erano privi di qualsiasi ragione ed intelligenza.

Poi ci fu la prima evoluzione, nel 2002, e ci pensò Danny Boyle a farli salire di livello con 28 giorni dopo. Lì iniziarono a prendere il nome di infetti e diventarono centometristi, acrobati, saltatori, combattenti, da fare invidia ai migliori atleti olimpionici.

L’ultima balzo evolutivo è avvenuto con questo Day of the Dead, dove gli zombie si fanno guerra tra loro. Chi non obbedisce all’istinto della carne umana e agli ordini del capo zombie, crepa.

Splatter a metà

Essendo comunque loro i “protagonisti” è ovvio aspettarsi tanto sangue e frattaglie, e Miner a riguardo è come se dividesse la pellicola in due parti: la prima – quella iniziale – dove si ha la sensazione che tutte le scene di aggressione siano tagliate; la seconda, dove effettivamente si può dire: “Ecco che è diventato un film di zombie”.

Il target a cui Miner si rivolge è quello dei teenager, visti anche i protagonisti che sembrano usciti da serie tv come Dawson’s Creek, e fanno dell’assoluta idiozia dei dialoghi e delle azioni il loro cavallo di battaglia.

Non ce n’è uno che abbia un minimo di cervello.

Tamarro ci piace

Tra gli attori troviamo Mena Suvari che interpreta il ruolo di Sarah Bowman, l’eroina di turno. Tutt’altro che brava, si spera ogni volta che venga fatta fuori con un colpo alla tempia. Non da meno sono gli altri due protagonisti Michael Welch e AnnaLynne McCord. Questi due hanno una fortuna spaventosa, riescono sempre a trovare un posto sicuro e qualcosa con cui picchiare gli zombie che li aggrediscono.

Per un breve momento nel film c’è anche Ving Rhames nei panni del capitano Rhodes, con i suoi soliti modi rudi e inespressivi.

Se evitiamo di pensare che Day Of The Dead è il remake del film di Romero, se lo guardiamo sapendo che non è stata girato per essere un capolavoro ma, al contrario, un film tamarro e divertente, se afferriamo le intenzioni di Steve Miner, allora non avremo alcun tipo di problema.

Roberto Manuel Palo

Voto: 2.5/5

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