Uno Smile che non fa sorridere
Dopo un’estate lontano da tutto, ritornai alle vecchie abitudini; una di queste era andare al cinema. Andai a vedere cosa offriva nella settimana di fine agosto il multisala più vicino a casa mia e, tra le cinque proposte, mi balzò all’occhio un horror.
Lessi la trama: “Otto ragazzi fanno una vacanza in Marocco. Ma dopo l’acquisto di una misteriosa macchina fotografica, la vacanza diverrà un incubo”. Pensai che era la solita boiata, e invece no: il regista era italiano e la produzione italo-marocchina.
Risultato?
Vade retro!
La prossima volta che vedo le parole horror e italiano insieme e la regia non è di Mario Bava, Lucio Fulci o Dario Argento (morto artisticamente, quindi impossibile) me ne resterò ben lontano e risparmierò molto volentieri i soldi del biglietto.
Ho capito perché la pellicola si chiama Smile: perché i critici che si divertono a rovinare un film avranno avuto di che ridere (a crepapelle).
Dopo il cliché “chi risponde al telefono muore”; dopo quello “chi risponde al cellulare muore”, arriva “chi si fa una foto muore”. Ormai questi cristiani nei film horror non son liberi di fare niente. Arriverà il momento di “chi mangia la cioccolata, muore” e lì, immagino, sarà una catastrofe.
L’inizio della fine
L’inizio è già un programma: si vede una jeep che cammina e poi c’è la voce fuori campo di Clarissa (Harriet MacMasters-Green) che presenta uno a uno i suoi compagni di viaggio e, rispettivamente, chi si vogliono portare a letto. La presentazione avviene attraverso le foto dei personaggi e non si vede neanche la jeep che cammina per il deserto. Avvincente.
Si nota però un particolare: Clarissa ci presenta in tutto dieci compagni. Ora la domanda sorge spontanea: come ci vanno dieci persone in una jeep così piccola? Ed ecco che, quando l’inquadratura ritorna all’interno della jeep, vediamo che i personaggi sono “soltanto” otto. Si vede che gli altri due ci sono stati introdotti giusto per perder tempo, visto che era molto interessante conoscere i loro inciuci (trad.: pettegolezzi).
Un’altra chicca: Clarissa compra la macchina fotografica maledetta a 25 euro. Più avanti nel film ha un flashback perché le verrà chiesto dove ha preso quella macchina fotografica e…TA-DAN! Le è stata regalata. Incredibile. Sarà stato che la crisi economica ha colpito anche i ragazzi mentre proseguivano le riprese.
Il resto di niente?
Non c’è nulla, non succede nulla, non si ride, non si ha paura, si aspetta solo la fine, peraltro una delle più ridicole della storia del cinema.
Però una cosa positiva c’è in conclusione:
[SPOILER]
.
.
.
.
.
.
.
qui i personaggi muoiono tutti – e dato che sono odiosi all’inverosimile, è una goduria che non vi dico
Comunque state lontani il più possibile da questo scempio, potrebbe distruggervi.
See you soon!
Roberto Manuel Palo
Voto: 1/5