Visions - CineFatti

#VenerdìHorror: Visions (Kevin Greutert, 2016)

Visions: visioni dall’ennesima casa infestata? Sì grazie!

Di case maledette è costellato il cinema horror. Case per ogni gusto e di ogni stile architettonico, caratterizzate però da una costante: sono sempre isolate – nel bosco, in campagna, ai margini della città – e dalla doppia faccia: di giorno immerse in un contesto ridente e idilliaco, al calare delle tenebre pronte a rivelarsi per quello che realmente sono, un inferno in terra che comunica con scricchiolii, calpestii, gemiti. E dove presto i nuovi inquilini inizieranno a soffrire.

Il canovaccio della storia è quasi sempre lo stesso: un gruppo di ignari malcapitati (il numero può variare ma una avvenente e giovane fanciulla non manca mai) arriva nella nuova casa e, di notte, iniziano i tormenti, sotto forma di rumori e visioni raccapriccianti. Passano i giorni e la fuga diventa sempre più complicata perché spesso la Casa, e chi la abita, inizia ad abitare anche te. Se gli horror sulle oscure presenze sono uno dei vostri guilty pleasure, anche una produzione minore può fare al caso vostro. E come nel caso di Visions potrebbe riservarvi qualche piacevole sorpresa.

La trama

La casa isolata del thriller sovrannaturale di Kevin Greutert (Jessabelle) è immersa in uno splendido vigneto, piano B di un giovane belloccio e sensibile quanto un ciocco di legno che decide di reinventarsi viticoltore e trascina via dalla pazza folla l’appetitosa mogliettina Eveleigh (Isla Fisher in una sorta di ritorno alle origini: prima di sfidare in comicità Owen Wilson e Vince Vaughn in 2 single a nozze, giovanissima, diventò famosa grazie alla serie horror australiana Bay Cove).

Da subito si capisce che la dimora respira e comunica in modo preferenziale con Eveleigh, futura mamma mentalmente instabile a causa di un tragico incidente stradale avvenuto mesi prima. Seguono inquietanti visioni con tanto di uomo incappucciato che bussa alla porta nottetempo, ma che nessuno vede al di fuori di lei. Voci nel corridoio, manichini e sedie che si spostano, visioni di sangue e chi più ne ha più ne metta. Cosa è successo anni prima in quella casa? Aiuteranno la nostra rossa eroina una bizzarra medium locale (Johanna Cassidy) nuova amica in dolce attesa e una etichetta di buon vino.

Salvarsi in corner

Il film è una produzione a basso costo con un cast ridotto all’osso (che include tra gli altri i  sacrificati Jim Parsons, alias il dottorino della futura mamma, ed Eva Longoria, sofisticata amica di città di Eveleigh) e poca originalità in fase di sceneggiatura, ma si risolleva a venti minuti dalla fine grazie alla abilità del regista di giocare bene con gli elementi chiave del genere: il mistero e la suspence.

A dispetto di una prima parte fiacca e priva di slanci che presenta in modo didascalico tutti gli elementi della storia (l’apertura sul tragico incidente d’auto, l’inizio della nuova vita alla vigna con tanto di festa di benvenuto dei vicini, i problemi di coppia che intuiamo sotto la facciata sfolgorante) lo svolgimento cavalca con mestiere il filone paranormale per arrivare a un epilogo inatteso grazie al quale Greutert, montatore della saga di Saw e regista del sesto capitolo, ricompone con intelligenza le tessere del mosaico rendendo giustizia agli indizi disseminati lungo tutto Visions.

Francesca Paciulli

Voto: 3/5

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