Eyes of My Mother, una fiaba grottesca.
Un’illuminazione fulminante, The Eyes of My Mother è una pillola horror da mandare giù nei momenti di spacco per allargarne il tempo e trasformarli in istanti di pura angoscia. Un esordio notevole per esser riuscito a trovare spazio tra The Witch e Scappa.
Nicolas Pesce in poco più di un’ora, circa 70 minuti, mette in scena la storia di Francisca/Kika Magalhães, una bambina cresciuta con gli insegnamenti di una madre chirurgo all’interno di una fattoria, la stessa dove assisterà al suo omicidio.
Lo specchio dell’anima
Colpita dagli insegnamenti sugli occhi della madre e dalla seraficità del suo assassino, catturato dal padre e tenuto in cattività nel fienile, Francisca imparerà il piacere di uccidere e al contempo l’arte chirurgica di cavare gli occhi.
The Eyes of My Mother avrebbe potuto essere una piccola pozza di sangue nella sua breve durata, sceglie invece una regia estetizzante, un bianco e nero pulito e la simmetria delle inquadrature, calcolate al millimetro, al limite del fastidio più totale.
Sul limite del fastidio
Lo rifugge, invece, e allontana il rischio di risultare presuntuoso con la sua durata. Un horror lampo dai tratti fiabeschi a cui ogni bene è stato estirpato in favore dei richiami grotteschi. Il vedo non vedo, legato agli occhi protagonisti, è da accapponare la pelle.
Strano a dirsi non avendo la quantità di frattaglie di altri horror tendenti al gore estremo, ma The Eyes of My Mother è da consigliare alle persone meno sensibili. Insomma, una piccola gemma, pluri-premiata peraltro, dedicata a chi vuole un rapido guizzo di follia.
Fausto Vernazzani
Voto: 3.5/5
L’ha ribloggato su La finestra di Hoppere ha commentato:
Un horror che forse non guarderò mai (perché sono una fifona)
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