Il circo sadico e splatter di 31, atteso ritorno di Rob Zombie, è un divertimento senza fine.
C’è voluto un po’ a Rob Zombie prima di riuscire a realizzare questa sua ultima fatica intitolata 31. Il suo penultimo lavoro, Le Streghe di Salem, era stato un tentativo, purtroppo riuscito solo a metà, di fare il suo film più personale e autoriale di sempre.
Ma tutti continuavano a ricordarlo per il suo capolavoro La Casa del Diavolo, sporchissimo road movie che più di tutti lo rivelò come un regista dalle capacità eccezionali.
Per questo 31 si presenta proprio come un seguito ideale di quel film, da cui riprende molti elementi, a partire dall’uso delle musiche e dei filmati in super 8. Questa volta però lo schema è quello di un film horror puro, un po’ come lo fu La Casa dei 1000 Corpi, il suo folle esordio/omaggio a Non Aprite Quella Porta.
Uno schema consolidato
Un gruppo di personaggi stralunati, sporchi e volgari in pieno stile Rob Zombie, si trova intercettato su una strada di notte e rapito da un branco di assurdi personaggi mascherati. Si sveglieranno in un posto non identificato dove inizieranno il cosiddetto gioco dei “31”. Dovranno affrontare una serie di pazzi squilibrati e riuscire a sopravvivere per 12 ore.
Al contrario di quanto succedeva nei suoi film precedenti, dove il realismo più crudo la faceva (quasi) sempre da padrone, in 31 la sceneggiatura rifiuta a priori di agganciarsi in modo solido alla realtà. Al contrario Rob Zombie mette in evidenza fin da subito la natura surreale del film per divertirsi a farne letteralmente il suo parco giochi.
31 è infatti un tripudio di scenografie incredibili, di personaggi pazzeschi e di scene esteticamente sbalorditive. Non si possono certo mettere sul piatto della bilancia gli assurdi comportamenti e le frasi fatte dei suoi personaggi. Con Rob Zombie bisogna stare al gioco, poiché il suo è un mondo che vive di regole proprie e che lui padroneggia ormai totalmente.
Intrattenimento puro
La cosa probabilmente più riuscita infatti di questo 31 è senz’altro il suo incredibile potenziale di intrattenimento. Non soltanto infatti la regia di Rob Zombie orchestra i suoi personaggi e le orribili violenze che percorrono tutto il film senza sbagliare mai un dettaglio, ma sono soprattutto il montaggio e il sound design a farne un horror tesissimo che tiene incollati alla sedia fino all’ultimo minuto.
Era il film sui cui Zombie si giocava forse tutto. E in questo senso 31 è forse il suo sforzo artistico e produttivo più grande di sempre, poiché propone un tipo di cinema oggi assolutamente inesistente, ripescando a piene mani dall’horror americano anni ’70 per riutilizzarne e riadattarne lo spirito e l’estetica alle sue visioni.
31 è il film che ogni fan di Rob Zombie aspettava da tanto tempo. E chissà quanto ci vorrà prima di vederne un altro allo stesso livello. Per fortuna il film è così divertente che non ci si potrà impedire di volerlo rivedere ancora e ancora negli anni a venire.