Top Gun: la magia del cult in 3D – di Francesca Paciulli.
Ci sono momenti che nella mente di unadolescente degli anni Ottanta restano scolpiti: il primo rossetto acquistato ai grandi magazzini, la cottarella per il bello e impossibile (spesso ripetente) della classe attigua; la partita a beach-volley di Top Gun.
Un momento di cinema indelebile che, a trenta anni di distanza, torna sul grande schermo senza perdere smalto. Perché, per quanto quello sfoggio di muscoli lucidi e mascelloni volitivi sia sfacciatamente esagerato, la forza della nostalgia e il fascino ruspante di un acerbo Tom Cruise hanno la meglio.
La trama
Siamo negli anni Ottanta, Pete Maverick Mitchell (Tom Cruise) e il suo migliore amico Goose (Anthony Edwards) sono due amabili teste calde: uno ha simpatia da vendere e una mogliettina sfrenata (Meg Ryan), laltro è Tom Cruise, bello e indisciplinato. Ammessi alla prestigiosa scuola di caccia da combattimento della Marina Usa, affronteranno prove durissime restando sempre uno il punto di riferimento dellaltro.
Poco più che ventenne, Tom Cruise proveniva dal set di un altro Scott, il più famoso Ridley (Legend) ma in pochi si erano accorti di lui. Ci voleva il meno conosciuto Tony, pronto ad assecondare senza troppe storie le richieste della produzione, per trasformare un patinato spot per laviazione americana in un videoclip fracassone ma sontuoso: voli spericolati sulle note di Danger Zone, momenti scanzonati con Goose e di rivalità con Iceman-Val Kilmer, lindimenticabile controluce della scena damore con Kelly McGillis.
Il sequel?
Da anni si fantastica di un sequel, il produttore Jerry Bruckheimer ha persino favoleggiato di un possibile interesse di Tom Cruise. Il regista Tony Scott, tragicamente scomparso quattro anni fa, non sarà della partita che, per dirla tutta, cè da sperare non si giochi proprio.
Meglio riavvolgere il nastro e tornare al 1986, allimberbe Maverick-Cruise, al suo amore per le imprese spericolate ma non ancora impossibili.