Wim Wenders: l’atto di vedere (e di amare il cinema) – di Francesca Fichera.
Quello pubblicato da Ubulibri nel 1992 è un libro prezioso.
Attraverso L’atto del vedere (The Act of Seeing), tradotto da Roberto Menin con la collaborazione di Cristina Durastanti, le testimonianze del cinema di Wim Wenders si srotolano accanto alla sua personale teorizzazione della percezione.
E, come in questo caso, dell’arte di leggere l’arte.
Dall’intervista di Taja Gut
Cosa consiglieresti ai giovani che oggi si trovano nella situazione che hai vissuto […] girando Alabama e Same Player Shoots Again?
Direi loro di fare molto, moltissimo, e di tutto: vedere più film che riescono, ragionare su quello che vedono, scrivere, e non solo per se stessi, anche pensando a una pubblicazione.
Come per sempre, la miglior scuola è quella di conoscere a fondo il cinema e comunicare le proprie impressioni sul film.
È molto meglio fare così che iscriversi a una qualsiasi accademia di cinema, nessuna scuola può darti queste cose.
La miglior scuola è sempre quella di immergersi a capofitto nell’attività. E fare di tutto: fotografare, riflettere, scrivere, girare il mondo, incontrare gente, anche bere caffè.