Il mio nome è nessuno dà vita al mito del west.
Non bisogna essere negazionisti: il cinema di genere in Italia è esistito. Né bisogna eccedere in senso opposto, rivalutando anche film immeritevoli di tanta attenzione da parte della critica. Ci sono altri titoli che invece andrebbero riconsiderati sotto una nuova luce, tra cui un cult di Tonino Valerii, lo spaghetti western Il mio nome è nessuno, dove il nostro magico Terence Hill recitò al fianco di un titano, Henry Fonda. Se cercate un film sul mito e sulla sua creazione, Il mio nome è nessuno è il titolo più adatto immaginabile.
Jack Beauregard/Fonda è una leggenda: nessuno è più veloce di lui a estrarre la pistola, un eroe dalle mille imprese, con taglie di ogni grandezza incassate, eccetto una. Nessuno è un fan delle sue avventure quanto Nessuno/Hill, pistolero eccezionale a sua volta, deciso a portare a compimento il mito di Jack Beauregard: trasformarlo in una Leggenda immortale: dovrà battersi solo contro i centocinquanta uomini del Mucchio Selvaggio e dimostrare che nessuno al mondo è più veloce di lui a estrarre le pistole.
Lo sceneggiatore Ernesto Gastaldi firma un gioiello, il secondo per la regia di Valerii, già autore di un altro spaghetti western storico, I giorni dellira tra i preferiti di Quentin Tarantino, se vi interessa -, e lui più di tutti va encomiato essendo la sua penna larma con cui Il mio nome è nessuno ha conquistato la vetta. Fonda accetta con profondità il suo arduo compito, Hill tira fuori tutta la sua simpatia e le musiche di Ennio Morricone fanno il resto: Il mio nome è nessuno commuove, abbraccia con affetto il pubblico amante del western, si offre come ultimo regalo in coda a una carovana cinematografica pronta a morire.
Fausto Vernazzani
Voto: 5/5