The Guest, un ospite troppo gradito.
Cè stato un periodo in cui Adam Wingard è stato ripetutamente salutato come l’uomo che avrebbe rivoluzionato il cinema horror. Fu un’esagerazione a cui però non bisogna rispondere con un’aggressione contraria: Wingard è davvero un regista di rara qualità.
Il suo unico peccato in realtà è la dispersività del suo lavoro, l’eccessivo coinvolgimento nelle produzioni antologiche. Tuttavia siamo qui per celebrare il suo penultimo film (datato 2014), se consideriamo la prossima uscita di The Woods, ed è The Guest.
Angoscia e ansia
Così come A Horrible Way to Die, anche The Guest non è ascrivibile al 100% al genere horror, è piuttosto cinema dell’angoscia, del dubbio e dell’inquietudine, una lunga attesa alla cui fine sappiamo cosa troveremo: violenza.
Protagonista di questo Wingard, uscito in DVD e Blu-ray per la Sound Mirror (etichetta della Movies Inspired) lo scorso 21 giugno, è il bell’inglese Dan Stevens, stella di Downton Abbey, tornato dalla guerra dalla famiglia del suo commilitone defunto, dove cercherà di infiltrarsi poco a poco, con astuzia e inganni.
A non bersi tutta la storia di David/Stevens è Anna/Maika Monroe (It Follows), prima attratta dal fisico perfetto e dal fascino di lui, poi sempre più sospettosa: l’attaccamento per la nuova famiglia può nascondere altro e il suo atteggiamento con ogni membro sembra rivolto verso una subdola e lenta distruzione del nucleo familiare.
L’inatteso a colori
David è uomo a cui non dare le spalle, dietro il viso perfetto e la dolcezza adamantina è celata una carica violenta destinata a esplodere e a lasciare una scia di sangue nella vita di Anna. Cè qualcosa di sovrumano in David, ma non si comprende cosa.
Sarebbe stato divertente guardarlo al cinema, lasciarsi catturare dall’ultima colorata sequenza, tra specchi e allucinazioni da Alice nel paese delle meraviglie, ma anche come uscita in home video è di tutto rispetto se avete l’impianto video giusto.
Violenza vibrante
The Guest è tutto improntato alla visione in alta qualità, all’escalation di colori che affogano l’incertezza sulla natura di David nella confusione più totale, in un fiume in piena di informazioni difficili da assimilare: bisogna fuggire da David.
Dan Stevens è un natural, come direbbero negli USA, la sua storia da borghese pulito di Downton Abbey non pesa per un secondo nella sua interpretazione del misterioso e premuroso David, sa giocare di movimenti e sguardi per dare la giusta inquietudine.
Wingard di suo sa senza troppi fronzoli sfruttare il talento del suo protagonista e la paura di Maika Monroe, concentrandosi sugli aspetti che costruiscono poco a poco la personalità di David fino alla sua eccellente esplosione conclusiva.
Fausto Vernazzani
Voto: 3.5/5