Inquietante e affascinante, Nel paese delle creature selvagge con Spike Jonze.
Le violenze perpetrate contro laggettivo visionario sono indegne, ormai anche i lampioni allangolo delle periferie dei comuni molisani possono definirsi tali. Se cè qualcuno che può far proprio quell’aggettivo, senza ombra di dubbio è Spike Jonze, emerso più forte di prima una volta spogliato dello sceneggiatore Charlie Kaufman, al contrario del collega francese Michel Gondry. Da quelle splendide acque uscì fuori con Nel paese delle creature selvagge, adattamento per il cinema ad opera dello scrittore Dave Eggers del classico per linfanzia di Maurice Sendak. Risultato: un capolavoro di tenerezza e angoscia.
Tra CGI, animatronics e attori in costume il giovane attore Max Richards vive in una terra dove abitano gigantesche creature dai tratti infantili con cui scopre la vita: paura, amore, gioia, gioco, meraviglia. Jonze traduce i tratti fondamentali della fiaba, il senso di stupore e la morale conclusiva, ma più di tutto riesce a costruire quella sensazione di terrore che potremmo provare se le creature immaginate da bambini improvvisamente si rivelassero come reali. A dar voce agli enormi pupazzi attori come James Gandolfini e Paul Dano, Forest Whitaker e Chris Cooper: semplicemente perfetti.
Nel paese delle creature selvagge è di una sconvolgente leggerezza, paragonabile alleffetto di una colazione con croissant e cappuccino in una mattinata soleggiata (o un Fernet Branca con Michael Caine a Firenze). Dà la carica, con la colonna sonora di Karen O con cui collaborerà ancora nel film successivo Her – e Carter Burwell da canticchiare passeggiando, con una fotografia allucinante di Lance Acord, colori caldi che tutti vorremmo ci accompagnassero quando siamo persi nei nostri pensieri, Nel paese della nostra immaginazione. Ci sono volte in cui Jonze più che un regista sembra essere un vero miracolo.
Fausto Vernazzani
Voto: 5/5