Consigli letterari - CineFatti

Consigli Letterari #2: 10 registi consigliano libri

di Francesca Fichera e Fausto Vernazzani.

Ormai quasi due anni fa scrivemmo il primo Consigli letterari, articolo in cui con l’aiuto della filmografia di 10 importanti registi abbiamo rimpinzato la nostra e vostra lista dei libri da leggere assolutamente. I motivi per dedicarsi a questa operazione sono tanti, in primis la possibilità di scoprire testi magari ignoti se non fossero stati presi in affido da registi e produttori, in secondo luogo perché così facendo ci è possibile scoprire qualcosa in più su autori cinematografici da noi stimati. Entriamo nelle loro vite.

Eccovi dunque una nuova selezione di 10 Registi e i consigli letterari estratti dai loro adattamenti più o meno celebri.

Se li prenderete tutti ne avrete almeno fino a Natale!

Frank Darabont è un must per un blog come il nostro, oltre che per tutti i “cinefili kinghiani” uguali a noi. Vero e proprio esegeta dei libri di Stephen King, grazie al quale avvia la sua carriera cinematografica con il corto La donna nella stanza, dall’omonimo racconto, continua con il lirico Le ali della libertà, ispirato all’altrettanto celebre novella Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, fino al trionfo de Il miglio verde, primo adattamento da un romanzo. E sapete quando si dice “è meglio il libro”? Ecco, qui non vale: sono stupendi entrambi. Poi ok, qualcuno potrebbe trovare spiacevoli le modifiche alla trama di The Mist, successiva trasposizione del terrificante racconto La nebbia, ma una cosa è sicura: fanno entrambi paura, in senso stretto e lato.

Hayao Miyazaki gioca con le citazioni al punto da edificare veri e propri castelli sul più piccolo dettaglio: certo, l’isola di Laputa non è poi così minuscola, ma rappresenta comunque solo una parte de I viaggi di Gulliver, libro di culto di Jonathan Swift. E c’è un altro castello che vola, probabilmente più noto ai più: quello di Howl, liberamente tratto dal romanzo Il castello errante di Howl di  Diana Wynne Jones. Ma anche dal singolo verso di una poesia può nascere una storia nuova: l’ultima. Fra i consigli letterari dell’amato nonnino giapponese, spicca Si alza il vento, fatica conclusiva della sua carriera da regista: un libro omonimo (quello di Tatsuo Hori) trasformato in manga e poi in capolavoro d’animazione. Con al centro uno splendido verso di Paul Valéry, preso dal Cimitero marittimo.

Francesco Rosi assunse su di sé tutte le difficoltà che una trasposizione come quella de Il contesto di Leonardo Sciascia poteva comportare (un libro che lo stesso autore dichiarava di aver concluso a fatica). Ma ogni sforzo venne ripagato, e il film Cadaveri eccellenti fa tutt’oggi parte delle pietre miliari della carriera del cineasta napoletano, oltre che della storia del cinema tutta. Dopo ci fu Carlo Levi, riadattato da Tonino Guerra e Raffaele La Capria per la pellicola Cristo si è fermato a Eboli; ci fu Il terzo figlio di Andrej Platonov, liberamente riletto ne I tre fratelli; ci fu la Cronaca di una morte annunciata di (e da) Gabriel Garcìa Marquez; ci fu Edmonde Charles-Roux e il suo Dimenticare Palermo, fino al “gran finale” con la trasposizione de La tregua di Primo Levi. Tuttavia, ed è un aspetto che si ricorda di meno, l’inizio della storia degli adattamenti firmati da Rosi risaliva alle origini del suo stesso percorso di regista: con Keane – Genio e sregolatezza, dall’opera teatrale di Alexandre Dumas successivamente riscritta da Jean-Paul Sartre; e anche il meno celebre C’era una volta affonda le proprie radici nella letteratura, fra le pagine de Lo cunto de li cunti di Giovan Battista Basile.

Robert Zemeckis rientra fra quei consigli letterari (e cinematografici) appartenenti alla dimensione del cult, ed è tutto merito di Forrest Gump, il romanzo di Winston Groom diventato pellicola che ha cambiato per sempre la nostra percezione delle panchine, delle scatole di cioccolatini e delle corse a perdifiato nel bosco. Dopodiché si finisce dritti dritti nel genere, con la fantascienza del Contact di Carl Sagan, e nell’animazione, grazie al libro illustrato per ragazzi Polar Express di Chris Van Allsburg. E non si disdegnano neanche i poemi epici (vedi il Beowulf) o i grandi classici, come il Canto di Natale di Charles Dickens, ambedue animati.

Steven Spielberg può vantare uno degli adattamenti più famosi della storia della Settima Arte: Lo squalo, dall’omonimo romanzo di Peter Benchley. Successivamente, si ispira a L’impero del sole di J. G. Ballard, per poi rientrare nell’Olimpo dei classici con le trasposizioni di Peter Pan (Hook – Capitan Uncino) e Jurassic Park, cult a firma di Michael Crichton. Nel suo caso i “consigli letterari” sono un’infinità, e vanno dai riferimenti espliciti a Rapporto di minoranza di Philip K. Dick, con Minority Report, e La guerra dei mondi di H. G. Wells, con il remake del classico anni Cinquanta, fino alle citazioni fra le righe, come ad esempio quella al Pinocchio di Carlo Collodi contenuta in A. I. – Artificial Intelligence. Concludono la parata Le avventure di Tintin, dalla serie di albi a fumetti di Hergé, e il bellico War Horse, ispirato al romanzo di Michael Morpurgo.

Park Chan-wook famoso per la trilogia della vendetta iniziata con Mr. Vendetta, una sceneggiatura originale a cui seguì il film che gli diede fama mondiale: Oldboy. Il cult amato da Tarantino è l’adattamento del manga omonimo di Nobuaki Minegishi e Tsujiya Garon, disponibile da anni ormai anche in Italia. Il dramma vampirico Thirst è invece liberamente ispirato alla Therese Raquin di Émile Zola, un classico da riscoprire. Infine abbiamo il suo prossimo The Handmaiden, tratto da Ladra di Sarah Waters, trasportato dall’Inghilterra vittoriana alla Sud Corea odierna.

Kenji Mizoguchi al contrario del più noto collega Akira Kurosawa ha basato molti dei suoi film su romanzi e racconti giapponesi. I racconti della Luna pallida di Agosto è tratto da due racconti di Ueda Akinari, il capolavoro assoluto L’intendente Sansho viene da un racconto di Ogai Mori e da Monzaemon Chikamatsu arriva il tragico Gli amanti crocifissi. Non sono però gli unici e se anche non tutto è arrivato in Italia, è da tenere comunque a mente come punto di partenza per esplorare la cultura giapponese moderna e contemporanea tanto teatrale quanto letteraria.

Elio Petri è un nome legato a Ugo Pirro, con cui sceneggiò Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e i due successivi, ma non sono mancati adattamenti di altissimo livello. Si parte dal romanzo Il maestro di Vigevano scritto da Lucio Mastronardi e uno dei pochissimi casi di fantascienza d’autore in Italia con La decima vittima tratta da La settima vittima di Robert Schekley. Le due chicche sono però entrambe firmate da Leonardo Sciascia, A ciascuno il suoTodo Modo, quest’ultimo ingiustamente ignorato sotto il peso degli altri suoi capolavori.

Andreij Tarkovskij offre spunti di lettura da ogni dove, innanzitutto coi libri scritti da lui stesso, Scolpire il tempoLa forma dell’anima, ma non sono da meno i testi, entrambi russi, utilizzati per i suoi due capolavori drammatici di fantascienza: Solaris di Stanis?aw Lem (adattamento meno fedele del film Soderbergh con George Clooney, ma nettamente superiore) e Stalker, preso dalle pagine di Picnic sul ciglio della strada di Boris e Arkadij Strugackij. Da non lasciare solo e abbandonato anche il suo esordio, L’infanzia di Ivan, dall’Ivan di Vladimir Bogomolov.

Werner Herzog è un libro lui stesso. La sua voce è leggenda, quando apre bocca sembra reciti un testo antico, insieme incantevole e freddo. I suoi film sono suggestioni, ma in qualche caso anche adattamenti come Cobra verde, tratto da Il Viceré di Ouidah di Bruce Chatwin, il Woyzeck di Georg Büchner e, ovviamente Il principe della notte, ispirato tanto dal Dracula di Bram Stoker che dal classico dell’orrore in bianco e nero di Friedrich Wilhelm Murnau. Da leggere anche i testi firmati da lui quali La conquista dell’inutileIncontri alla fine del mondo.

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